Attuale

Non è mai troppo tardi per lo sport

Campagna di sensibilizzazione Assistenza Tumori: Io mi prendo cura di me - e tu?
Con il motto "Io mi prendo cura di me - e tu?", l’Assistenza Tumori Alto Adige vuole sensibilizzare l'opinione pubblica sul tema della diagnosi precoce e della prevenzione del cancro, tramite diversi radiospot dedicati a differenti tematiche. Una di queste: l'esercizio fisico per rafforzare il benessere fisico e mentale.
L'essere umano non è fatto per stare seduto. Che si tratti di escursioni a piedi, in bicicletta, in piscina, a nuoto, a ballare o a salire le scale, qualsiasi tipo di movimento favorisce la salute. "L'esercizio fisico e l'attività fisica non sono solo positivi per il benessere generale, ma possono anche ridurre il rischio di numerosi tumori o migliorare la prognosi in caso di malattia", spiega il Dr. Stefan Resnyak, primario del servizio di medicina dello sport presso l'ospedale di Bolzano.
Numerosi studi scientifici dimostrano che le persone che fanno molto sport e/o fanno esercizio fisico regolarmente hanno fino al 30% di probabilità in meno di sviluppare il cancro rispetto alle persone che sono poco attive. I meccanismi attraverso cui l'attività fisica ha un effetto protettivo sullo sviluppo del cancro non sono ancora stati completamente dimostrati. Si parla di effetti positivi sul sistema immunitario e a livello ormonale e di effetti antinfiammatori.
Tuttavia siamo diventati una società sedentaria che soffre di carenza di esercizio fisico. Questo favorisce malattie cardiovascolari, il diabete e il sovrappeso, ma anche le malattie tumorali. "Gli studi attuali mostrano che un buon terzo della popolazione adulta europea è troppo sedentaria", sottolinea il Dr. Stefan Resnyak.
Fare del sano esercizio fisico non significa necessariamente fare dello sport competitivo. Qualsiasi allenamento regolare, anche se leggero, atletico o di forza, ha i suoi effetti. Chi non ama lo sport non deve comunque rinunciare al movimento. È possibile integrare dell’esercizio regolare nella vita di tutti i giorni, stando un po’ attenti: andando a piedi piuttosto che prendere la macchina, prendere le scale invece dell'ascensore, per chi lavora tutto il giorno davanti al computer, alzarsi di tanto in tanto e muoversi. In fondo ci sono molte opportunità per portare più esercizio nella vita quotidiana. "Qualsiasi movimento è meglio di nessuno", sottolinea il dottor Resnyak, "e per chi non ha mai fatto sport: non è mai troppo tardi per iniziare."

Linfodrenaggio

Più sicuri con noi che a fare shopping

Il drenaggio linfatico ATAA non è stato interrotto dal Covid - Intervista a Ingeborg Nollet
Le palestre e le piscine chiuse. I corsi di ginnastica non partiti. La libertà di movimento limitata e la paura di uscire anche dopo la fine del lockdown. Come fare per garantire una regolare attività fisica? Ne abbiamo parlato con la fisioterapista del circondario Val Venosta, Ingeborg Nollet.
Durante il lockdown, le persone sono rimaste bloccate a casa e anche dopo la fine del confinamento la paura del contagio ha pesato sulla libertà di movimento. Quali sono le alternative per continuare lo stesso con un esercizio fisico regolare?
Ingeborg Nollet: Quello che va sempre bene, in ogni situazione, è camminare o andare in bici, tutti i giorni e all’aria aperta. Questo sarebbe già di per sé sufficiente.
Ma chi vive a Bolzano, per esempio, o comunque in città, ha magari paura di andare al parco per non trovarsi vicino troppe persone…
Ingeborg Nollet: Noi prepariamo un programma individuale per tutti i nostri pazienti con esercizi che possono fare in tutta tranquillità a casa. Possibilmente all'aria aperta.
Chi si sente fisicamente in forma dopo aver completato la terapia, potrebbe iniziare a cercare su Internet un’attività sostitutiva del movimento all’aria aperta o della ginnastica in acqua...
Ingeborg Nollet: Ciò va conisderato con cautela. Non tutto ciò che viene offerto proviene da persone competenti e senza il controllo diretto di un allenatore si possono fare un sacco di cose sbagliate, rischiando di farsi male. Ma vedo che i nostri pazienti sono molto prudenti e questo è un bene. Chi sente la necessità di più esercizio fisico, può anche salire e scendere le scale. Molti hanno una cyclette in casa. Sarà il caso di spolverarla. Con quel tipo di movimento non si può sbagliare niente. In ogni caso, i pazienti dovrebbero sempre parlare con noi!
Durante il secondo lockdown Lei e le Sue colleghe e il Vostro collega, a differenza di quanto accaduto in primavera, avete potute continuare a lavorare.
Ingeborg Nollet: Esatto. Dall'11 marzo al 5 maggio è stato vietato anche il linfodrenaggio e abbiamo dovuto chiudere tutti gli ambulatori. È stato un periodo davvero molto difficile per molti dei nostri pazienti che soffrono di un grave linfedema perché, effettivamente, le loro condizioni sono peggiorate. Sono molto felice che questa volta non sia andata così e di aver potuto continuare a lavorare. I nostri pazienti hanno bisogno di noi! Comunque, quanto meno per telefono, siamo sempre raggiungibili.
Ovviamente seguite delle misure di sicurezza molto severe.
Ingeborg Nollet: Assolutamente. È senza dubbio più sicuro venire nel nostro ambulatorio che andare a fare shopping. Abbiamo tempo a sufficienza tra un paziente e l'altro per arieggiare, disinfettare tutto e sanificare la stanza. E prima che arrivino i pazienti, facciamo loro un’anamnesi telefonica molto accurata. Misuriamo sempre la temperatura. E noi indossiamo sempre e per tutto i dispositivi di protezione individuali.
Ma questo non riduce il tempo a disposizione per la terapia?
Ingeborg Nollet: Per niente. I pazienti non perdono niente!
E quindi c'è anche tempo per parlare...
Ingeborg Nollet: Sì – e questo è un aspetto molto importante, ancora di più in tempi come questi, di grande incertezza. Siamo sempre disponibili per i nostri pazienti. Possono raggiungerci anche telefonicamente in qualsiasi momento. A proposito, ho notato una grande differenza tra città e campagna.
In che senso?
Ingeborg Nollet: Le persone che vivono in città non solo sono state molto più penalizzate dal lockdown, ma lo hanno vissuto e lo vivono tutt’ora con più ansia. Alcuni hanno addirittura paura di venire a fare la terapia. Ma quando sono qui, sono felici. Continuiamo a ricevere telefonate del genere: possiamo venire, vero? E sentiamo un gran sollievo quando rispondiamo: si, certo.
E voi terapisti? Vi sottoponete regolarmente a dei test?
Ingeborg Nollet: All'occorrenza. Noi terapisti effettuiamo un autocontrollo molto rigoroso. Stiamo molto attenti anche nella vita privata, ci osserviamo, prestiamo attenzione ai più piccoli segnali, misuriamo regolarmente la nostra temperatura, rispettiamo tutte le misure di sicurezza, la distanza, l'igiene, le maschere... e siamo pronti, al minimo segno o dubbio, a chiedere immediatamente un test e a rimanere a casa per tutto il tempo necessario. Colgo l'occasione per ringraziare i nostri pazienti per la loro comprensione e per il fatto che anche loro si comportano con molta attenzione e seguono le regole, perché in questo modo proteggono se stessi, noi terapisti e gli altri pazienti.
Cosa consiglierebbe ai suoi pazienti e in generale?
Ingeborg Nollet: Nei limiti del possibile, molto esercizio all'aria aperta. Mantenere le distanze e indossare sempre la mascherina. Disinfettare le mani regolarmente. Non rimanere attaccati ai media per seguire in continuazione tutte le ultime notizie Covid e aiutare il sistema immunitario, ad esempio con l'olivello spinoso che ha un elevato contenuto di vitamina C e altre vitamine. Naturalmente sempre dopo aver consultato il proprio medico. Bisogna fare attenzione, ma non bisogna lasciarsi sopraffare dalla paura. E poi, ognuno dovrebbero prendersi del tempo da dedicare alle cose belle.
La fisioterapista dell'Assistenza Tumori, Ingeborg Nollet