Attuale

L’Assistenza Tumori on the road again...

La gita provinciale 2022 ha fatto rotta su Verona e Valeggio sul Mincio
Il cattivo tempo compensato dall’eccellente umore dei partecipanti, sono stati i compagni di viaggio della gita provinciale di quest'anno. Negli ultimi sette anni sono stati visitati tutti e sette i circondari altoatesini e quindi quest’anno il programma aveva come meta il Santuario della Madonna di Lourdes sopra Verona, fuori dai confini provinciali.
Il 17 settembre sono stati molti i pullman che dall'Alto Adige hanno fatto rotta verso sud. Sui volti dei quasi 200 partecipanti si leggeva la gioia di fare finalmente qualcosa insieme e per di più senza restrizioni. Nonostante il maltempo, il santuario ha offerto una vista mozzafiato su Verona con le sue chiese, le sue torri, gli edifici storici che sorgono a destra e a sinistra del fiume Adige. E poi l'Arena. Del resto, la particolare posizione di Verona, ai piedi delle Alpi ma in una fertile pianura, il clima mite e la vicinanza del Lago di Garda avevano già attirato l’attenzione dei Romani.
I soci della Val Pusteria hanno anche fatto un tour della città, anche se del tutto involontario, perché l'autista si è perso. Un bellissimo imprevisto! La funzione religiosa al santuario è stata tenuta in italiano da un sacerdote locale, ma i membri dei circondari avevano preparato intercessioni in entrambe le lingue e anche le letture e il Vangelo sono stati letti in entrambe le lingue. Dopo la funzione, una bella sorpresa ha atteso i membri dell’Assistenza Tumori: le nuvole per un attimo hanno fatto filtrare i raggi del sole e il panorama già ammirato in precedenza è diventato ancora più bello. È seguito il pranzo, servito in una tipica trattoria non lontana da Valeggio sul Mincio. Una splendida occasione per parlare e rinfrescare le amicizie oltre i confini dei circondari.
Il viaggio di ritorno sarebbe stato lungo, soprattutto per chi proveniva dalla Val Pusteria e dalla Val Venosta, così alcuni sono ripartiti subito dopo pranzo, mentre altri hanno colto l'occasione per passeggiare tra le romantiche vie di Valeggio sul Mincio, una cittadina costruita direttamente sul fiume e considerato uno dei borghi più belli d'Italia.

Attuale

Buon Natale

Natale. Ogni anno ancora. Un momento di silenzio, luci, famiglia, riflessione, nostalgia e tradizioni. Ma anche un momento di frenesia. Regali. Biglietti d'auguri. Pianificare la cena di Natale. Chi viene quando? Arrivi e partenze. Sempre col fiato grosso. Per molti la ricerca del silenzio in queste ultime settimane dell'anno è quasi una causa persa. Ogni anno la Chance chiede a una persona diversa di scrivere un testo contemplativo per questo momento così speciale. Quest'anno Irmengard Messner, volontaria del servizio hospice della Caritas di Bressanone da 16 anni, ha voluto condividere con noi alcune riflessioni.
Doni
Fare un regalo è un'azione “sociale”. Con un regalo, chi lo fa si mette in comunicazione con chi lo riceve. Il donatore non si aspetta denaro per il regalo, ma almeno un grazie, un segno di gioia, di apprezzamento per il dono. Un regalo di solito segnala il nostro affetto e la nostra gratitudine, a volte anche un obbligo. Ci sono persone che dimostrano la loro posizione sociale o il loro potere attraverso il loro dono.
Il rituale dei regali è particolarmente importante a Natale. I bambini si aspettano e amano i regali ma questi rendono felici anche gli adulti. Il Natale si avvicina ed è di nuovo tempo di pensare ai regali. Ma cosa dare? Le vetrine dei negozi vengono allestite per il Natale già a novembre. Il “regalo giusto” viene pubblicizzato dai media. La gioia di pensare e scegliere un regalo è spesso sostituita dallo stress. La gioia è soppiantata da considerazioni materiali. Spesso i bambini sono letteralmente sommersi dai regali. Ciò che nasce come un segno di attenzione e di affetto, rischia di essere distorto e travolto, e il vero messaggio che è un semplice "ti voglio bene", a volte si perde.
Sono un'operatrice volontaria hospice da sedici anni. Chiunque abbia bisogno di un supporto nell'assistenza a persone anziane o in fin di vita può rivolgersi al servizio hospice. Tra i miei assistiti ci sono anche due bambine, chiamiamole qui Sara ed Elsa, che accompagno fin da piccole, da diversi anni. Non sono in fin di vita, ma hanno diritto all'aiuto e al sostegno dell'hospice perché la loro malattia è considerata incurabile. Le sofferenze e i disturbi fisici possono probabilmente essere alleviati, ma persisteranno per tutta la vita. In questi casi, gli operatori dell'hospice dedicano alla persona sofferente il loro tempo e il loro ascolto prima di ogni altra cosa.
A Sara ed Elsa dedico il mio tempo, il mio calore e il mio amore. In cambio, mi rendono felice con la loro allegria, la loro gioia, il loro calore, la loro gentilezza, la loro empatia e sensibilità, la loro fiducia incondizionata, la loro gentilezza e cordialità, la loro tolleranza e bontà. Ridiamo molto, ci divertiamo, scherziamo e andiamo sempre alla ricerca di nuove avventure da condivider. Sara ed Elsa appartengono a famiglie diverse ma quando le riunisco a casa mia brillano così tanto di gioia che anche la bellezza del sole o del sorgere della luna piena svaniscono. Si amano molto.
E io mi sento baciata dalla fortuna! Loro sono un dono unico e non solo a Natale. Questo genere di doni è prezioso, sono doni senza scadenza: non si rompono mai, non perdono mai il loro valore e la loro bellezza e nessuno può portarmeli via, perché li porto nel cuore.
Irmengard Messner