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Raperonzolo: regala la tua treccia

Donare i capelli e sostenere le persone con il cancro in Alto Adige


È così semplice: taglia la tua treccia per un taglio corto, fresco e sbarazzino, e dona i tuoi capelli. Da quattro anni, l'iniziativa “Raperonzolo” di Evi Weger, in collaborazione con l’Assistenza Tumori dell'Alto Adige e i partner del progetto, sostiene l’acquisto di parrucche realizzate con capelli umani e sensibilizza il pubblico su questo tema. Si raccolgono donazioni di capelli non tinti lunghi almeno 30 cm per venderli poi alle aziende che producono parrucche. Il ricavato finisce in un fondo che, a sua volta, finanzia l’acquisto di parrucche per i malati oncologici che ne hanno bisogno.
La testa nuda è uno shock per tutti: donne e uomini. Vedersi improvvisamente così, allo specchio, può fare davvero male. La perdita dei capelli durante la terapia di cura del cancro è spesso vissuta come uno stigma e può portare a una perdita di autostima, già messa a dura prova dalla malattia. Dopo tutto, ci offriamo al mondo esterno attraverso il nostro aspetto esteriore. Una parrucca può aiutarci ad acquisire una nuova fiducia in noi stessi e a facilitare la partecipazione alla vita sociale. C'è una grande differenza tra le parrucche vere e quelle sintetiche, non solo nell'aspetto e nel comfort, ma anche nel prezzo. L'acquisto di una parrucca di alta qualità realizzata con capelli veri significa prezzi elevati, per molti o molte, proibitivi.
L'"Haarstudio Mayr" di Brunico e il salone "fantasy - hair und beauty" di Terlano sono stati coinvolti fin dall’inizio in questa avventura, nel frattempo però ha aderito anche il salone di parrucchiere Elisabeth a San Martino in Passiria. Va da sé che altre imprese partner sarebbero le benvenute! L’idea di fondo: tutti possono donare i loro capelli e sostenere le persone malate di tumore in Alto Adige. Le donazioni di capelli possono essere consegnate presso i saloni dei parrucchieri che aderiscono al progetto o inviate per posta.
I saloni dei parrucchieri servono infatti come punto di raccolta per le donazioni di capelli, che vengono poi inoltrate ai produttori di parrucche. Affinché i capelli possano essere trasformati in una parrucca di capelli veri, tuttavia, devono essere garantiti determinati requisiti: una lunghezza minima di 30 centimetri e l’assenza di tintura. Vanno bene anche i capelli tagliati da tempo e che magari sono stati conservati in forma di treccia. Qualsiasi colore naturale dei capelli, dal biondo al marrone, è il benvenuto. Il ricavato della vendita va all'Associazione Tumori Alto Adige, che si occupa di trasformarlo in sostegno finanziario diretto per l'acquisto di parrucche per socie e soci che ne fanno richiesta.
Ogni anno le donazioni di capelli si accumulano. Per esempio, il Mayr Hair Studio ha potuto raccogliere diversi chilogrammi di capelli negli ultimi mesi. I capelli provengono da donne e ragazze, persino un ragazzo ha donato la sua lunga treccia dopo essere tornato da un tour mondiale in bicicletta. Se non vengono consegnati direttamente al salone o addirittura tagliati sul posto, le donazioni di capelli, come detto, possono essere inviate per posta. Spesso sono accompagnate da lettere o biglietti molto toccanti. Ma trecce arrivano anche da altri parrucchieri che hanno sentito parlare dell’iniziativa.
Miriam Mayr dell'Haarstudio Mayr di Brunico consegna le donazioni di capelli in Germania al produttore di parrucche Dening Hair Hamburg. Risultato: lo scorso marzo ha consegnato al’Assistenza Tumori Alto Adige un assegno di 1.800 euro per il fondo parrucche.
Evi Weger, la promotrice del progetto, ha avuto l'idea partendo da un’esperienza che ha vissuto in famiglia. Sua zia Margit ha sofferto particolarmente le conseguenze della perdita di capelli durante la malattia. In memoria di questa persona a lei tanto cara, vorrebbe utilizzare questa iniziativa per aiutare tutti coloro che si trovano nella stessa situazione. Ulteriori informazioni sul progetto possono essere trovate sul sito web www.projekt-rapunzel.com.
II presidente del circondario Bassa Pusteria Paul Oberarzbacher con Klotilde Aichner, Miriam Mayr &Team del "Haarstudio Mayr" (da dx).

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Felicità nella respirazione

Corso di Qi Gong in Bassa Atesina con Maurizio Gottardi


Respirare. Inspirare - espirare. Nella pancia. Con il naso. Il Qi Gong non è ginnastica, non è sport, non è una cura per perdere peso. La combinazione di esercizi di respirazione, movimento e meditazione fa parte della medicina cinese. Guarigione. Per il corpo e la mente. Coordinati dal respiro. "Prima la mia mente era in una valle stretta, delimitata da alte montagne, oggi sono su un altopiano, con una vista che spazia ovunque senza ostacoli". Ecco come si descrive Maurizio Gottardi.
Fino al 2000 Maurizio era infermiere psichiatrico allo Stadlhof, vicino a Vadena. Poi la clinica psichiatrica è stata chiusa e lui è andato in pensione. Da quel momento si è interessato al Qi Gong e ha seguito dei corsi con un insegnante austriaco che fa parte dell'Associazione Qi Gong di Pechino. Nel 2004 Maurizio ha ottenuto il suo primo diploma e dal 2007 tiene lui stesso dei corsi.
La prima persona a godere dei benefici del Qi Gong è lui stesso. "Prima del Qi Gong soffrivo di pressione alta, ora invece è normale. Mangio meno e più sano, digerisco meglio e sono tranquillo dentro e fuori". Maurizio vuole trasmettere questo senso di benessere a chi lo circonda. "Parlo spesso e volentieri di Qi Gong. Dopotutto, sono i maestri che devono cercare i loro allievi, non il contrario".
Dallo scorso autunno tiene un corso per il circondario della Bassa Atesina a Egna. Ogni lunedì dalle 16.30. Un’ora. Quasi troppo poco, pensa. "Il Qi Gong ha una dimensione che riguarda anche le parole e la meditazione. Un'ora non è quindi quasi mai sufficiente, pensa. Ma sempre meglio di niente”.
Sono quindici le persone che partecipano al suo corso. Al momento (ancora) un gruppo di sole donne. "Mi piace poter aiutare gli altri", dice Maurizio. Il suo atteggiamento verso il prossimo è cambiato grazie al Qi Gong. È più calmo, più paziente. Nei suoi corsi lavora su diversi livelli. Corpo e psiche. "La mente cerca sempre di ingannarci", spiega Maurizio, "il Qi Gong ci aiuta a combattere questi inganni e a vivere il reale. Vivere nel presente. Non guardando a ieri e non proiettandoci verso il domani. Non cosa voglio vivere domani, o cosa non posso più vivere oggi, ma cosa sto vivendo qui e ora". Molto consapevolmente e intensamente.
I movimenti del Qi Gong riguardano uno scambio, l'armonia tra Yin e Yang, tra freddo e caldo. Il centro dell'universo e il centro dei movimenti e del respiro è il ventre, dan-tien. "Qui è dove si raccoglie tutta l'energia, qui è dove posso "attingere" energia se dovessi averne un bisogno maggiore. Ecco il mio centro".
Le riunioni ormai hanno un loro rituale. Dopo il riscaldamento c’è una meditazione introduttiva, poi vengono spiegati tre o quattro nuovi movimenti che vengono eseguiti collettivamente. Ogni settimana Maurizio cambia obiettivo: spalle, polmoni, collo... Alcuni esercizi però vengono ripetuti ogni volta.
Ogni pratica eseguita insieme, da tutto il gruppo, è uno scambio, sottolinea Maurizio: "Ogni partecipante trasmette qualcosa agli altri e ogni incontro è una nuova esperienza che ci arricchisce. Questo vale tanto per i partecipanti al mio corso quanto per me."
Cosa sto vivendo qui e ora, molto consapevolemente ed intensamente.
Maurizio Gottardi