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Una giornata incredibile

14 settembre: Gita provinciale ATAA a Bressanone con programma a sorpresa
“Una giornata incredibile”, così riassume la presidente del circondario Val d’Isarco Gardena, Nives Fabbian De Villa, la giornata del 14 settembre. Come di consueto, la Gita provinciale era stata pianificata da tempo. Alla fine, l'organizzazione ha dovuto far fronte a due eventi imprevisti: la consacrazione del bolzanino Don Michele Tomasi come nuovo vescovo di Treviso e il festival di musica popolare “Senza Frontiere”; a conti fatti hanno contribuito a rendere questa gita un'esperienza indimenticabile per i partecipanti.
Alle 10.30 è iniziato il programma con la SS Messa. Più di 250 soci provenienti da tutte le parti della provincia si sono riuniti nella chiesa parrocchiale di San Michele per il tradizionale servizio di apertura della giornata. In realtà, il circondario Val d'Isarco già mesi prima, aveva riservato il Duomo, ma una decisione di Papa Francesco ha reso necessario un cambio di programma: il 6 luglio scorso infatti il vicario del vescovo, Michele Tomasi di Bolzano, è stato nominato nuovo vescovo di Treviso e la cerimonia di consacrazione era stata fissata per il 14 settembre.
Dalle 11.30, cioè dopo la messa solenne celebrata perfettamente in tre lingue da padre Michael Goller, originario della Val Badia, i membri dell’ATAA hanno avuto la possibilità di optare se assistere sotto un cielo blu brillante di fine estate all'ingresso in Duomo di 17 vescovi, cinque abati, 230 sacerdoti e 500 ospiti d'onore o invece partecipare alle esibizioni del festival transfrontaliero di musica popolare “Musica senza frontiere” con gruppi provenienti da Germania, Austria, Svizzera e Italia nel centro di Bressanone. Questa infatti era la seconda sorpresa non prevista dal programma ufficiale.
La messa e il pranzo al Forum di Bressanone, deliziosamente preparati e serviti dal servizio catering delle contadine della Val Sarentino, “Ollerhondselbergmochts”, sono stati accompagnati dalla chitarra e dal canto di Gerlinde e Franziska Goller. Nella chiesa ha cantato anche il coro parrocchiale italiano di San Michele.
Dopo il pranzo seguito da un ricco buffet di torte, i membri hanno potuto assistere alle esibizioni del gruppo di ballo popolare di Varna e anche partecipare alle danze, dopo aver ascoltato i saluti della presidente e della vicepresidente del circondario Val Isarco Gardena, Nives Fabbian De Villa e Elfriede Burger Scapin; della presidente provinciale dell'Assistenza Tumori, Ida Schacher e della consigliere comunale, Paula Bacher, venuta in rappresentanza del sindaco di Bressanone, Peter Brunner, che ha dovuto dare precedenza alla consacrazione del vescovo.
Infine, un regalo molto carino da portare a casa come ricordo di questa giornata speciale: davanti ad ogni piatto è stato messo un vasetto di fiori come segnaposto, un dono offerto dai membri del Circondario di Bressanone.

ATTUALE

Sapere aiuta a guarire

12a conferenza mamazone di paziente diplomata nell’EURAK Bolzano
Martina Ladurner (3a da sx) e Erika Laner (5a da sx) con i referenti della conferenza
Per molte donne è un appuntamento fisso in agenda: la conferenza “Paziente diplomata”, organizzata da mamazone, quest'anno già alla 12a edizione. Una conferenza per la paziente matura e attiva, che non delega la sua salute ai soli medici, e una conferenza per tutte le donne che vogliono essere informate anche senza essere malate.
Nel focus non solo il ruolo importante dei centri senologici per la diagnosi precoce, la prevenzione dell'osteoporosi, le terapie più all’avanguardia del tumore al seno e le sfide del futuro o il tema delle vaccinazioni per le malate di tumore, ma anche la terapia complementare per la cura degli effetti collaterali, l’importanza della terapia del movimento e la situazione giuridica delle pazienti. Erika Laner e Martina Ladurner di mamazone Alto Adige hanno potuto aprire la conferenza come sempre davanti ad una sala piena.
Il successo della terapia in centri senologici multidisciplinari
In Alto Adige sono tre i centri senologici: Bolzano, Bressanone e Merano. Il dr. Wolfgang Gatzemeier, senologo presso Humanitas Cancer Center di Rozzano, Milano, ha parlato dell'importanza di una terapia condivisa da un team multidisciplinare, garanzia per fornire alle donne la migliore diagnosi e la migliore terapia possibile. I grandi numeri, così ha continuato il dr. Gatzemeier, sono la garanzia di una migliore sopravvivenza. È statisticamente dimostrato che la terapia effettuata in un centro con più di 150 casi l’anno garantisce più successo che quella in un centro con meno di 50 pazienti l'anno.
Specializzazione, esperienza chirurgica e approccio multidisciplinare sono i presupposti del successo terapico. I primi centri senologici sono stati istituiti nel corso degli anni '70.
Il dr. Carlo Carnaghi ha presentato le terapia all'avanguardia
Il dr. Melvin J. Silverstein ha fondato il Van Nuys Breast Center in California nel 1979, a Milano il dr. Umberto Veronesi già nel 1975 aveva istituito un dipartimento indipendente per la senologia. “In un normale reparto di chirurgia”, ha spiegato il dottor Gatzemeier, “non esisteva una corsia preferenziale per le pazienti con carcinoma mammario.” Per potersi definire un centro senologico, bisogna garantire il rispetto di criteri severi, certificati anno dopo anno. Almeno 150 casi all'anno, più di 50 operazioni, almeno 1.000 mammografie e 5.000 screening. L'equipe deve comprendere due breast-nurse e almeno un radiooncologo. Tra il primo contatto e l’inizio della terapia non devono trascorrere più di quattro settimane. È obbligatorio discutere il caso in sede di tumorboard prima e dopo l’operazione. Il seno-network in Italia conta attualmente 250 centri.
Dieci anni fa ancora inconcepibile: la moderna terapia del cancro al seno
Se non fosse uno scienziato, potrebbe quasi parlare di miracoli. Il dr. Carlo Carnaghi, primario di Oncologia presso l'Ospedale di Bolzano, ha presentato la moderna terapia del cancro al seno illustrando anche una breve panoramica del futuro. Secondo le proiezioni, nel 2019 in Italia ci sono stati 53.500 nuovi casi. Il cancro al seno rimane quindi il cancro più comune tra le donne.
Le terapie stanno diventando sempre più individualizzate e possono essere adattate sempre più specificamente alle cellule tumorali tipizzate: sono la terapia con anticorpi monoclonali, la terapia ormonale e/o la chemioterapia. Il tasso medio di sopravvivenza dopo cinque anni in Italia è dell'87%, il miglior risultato in Europa! Secondo Carnaghi, i tumori particolarmente aggressivi, con una prognosi di solo un anno, ora hanno un tasso di sopravvivenza del 37% dopo otto anni. Mentre in passato l'attenzione principale dei medici era rivolta alla prevenzione e al trattamento postterapico, oggi ci si concentra sul cosiddetto survivorship: cioè la sopravvivenza a lungo termine dopo la fase acuta della malattia. Questo significa dover far fronte a problemi come depressione, squilibri ormonali, osteoporosi, neuropatie, alterazioni nella sfera sessuale e il reinserimento sociale dei pazienti. Anche in questo caso, il centro senologico è il punto di riferimento per le pazienti.
Grazie ai test genetici oggi è possibile calcolare la possibilità di recidive e valutare se è indicata o meno una chemioterapia. In Lombardia e in Alto Adige questi test sono già inseriti nei LEA e quindi gratuiti. Il tumorboard multidisciplinare è stato ampliato di una componente molecolare, cioè biologi, bioinformatici e genetisti. Carnaghi:“Le terapie stanno diventando sempre più complesse. Nel 2017 e nel 2018, ci sono state circa 20.000 nuove pubblicazioni solo sul cancro al seno. Un numero che può essere gestito solo grazie ad un software selettivo. Nei libri di mio padre c'era appena mezza pagina sul cancro al seno”.
Un punto dolente è l'esplosione dei costi associati ai nuovi farmaci. La chemioterapia per un paziente affetto da cancro al polmone, ad esempio, costa 360 euro in sei mesi. Un'immunoterapia di dodici mesi costa 77.000 euro! Oggi, il paradigma è cambiato, dice il primario di oncologia. “In passato, abbiamo usato una medicina reattiva; oggi, la medicina è diventata proattiva. Può sembrare fantascienza, ma non si tratta più di reagire, ma di prevenire. Non stiamo più cercando la malattia, stiamo cercando pazienti che potrebbero ammalarsi a causa di certe condizioni”.
I centri multidisciplinari garantiscono un maggior successo delle terapie.
Consigli per la vaccinazione
Le vaccinazioni sono un argomento importante, soprattutto ma non solo, d’inverno. Dr. Ciro Onza, Direttore del Servizio di Igiene e Salute Pubblica, ha riferito sul tema:“Quali vaccinazioni sono indicate per le pazienti con tumore al seno durante la terapia e dopo le cure?” Fino a pochi anni fa, ai pazienti oncologici veniva erroneamente detto di non sottoporsi a vaccinazioni a causa del rischio di stimolare la crescita cellulare. Oggi è stato riconosciuto che non è così. Dr. Onza:“Gli studi hanno dimostrato che le vaccinazioni non hanno alcun effetto sulla malattia e non aumentano il rischio di recidive. Al contrario, ai pazienti oncologici si raccomanda di vaccinarsi almeno due settimane prima dell'inizio della terapia o, se ciò non è possibile, durante gli intervalli tra una terapia e l’altra. Il Servizio Igiene e Salute Pubblica offre ai malati di cancro e ai loro congiunti ogni lunedì una consulenza vaccinale gratuita. Per le persone immunodepresse c'è un servizio preferenziale di prenotazione, il martedì dalle 14.30 - 16.00 e il mercoledì e il venerdì dalle 8.30 - 12.30, al numero di telefono 0471 909202. Vaccini, come ad esempio la vaccinazione antinfluenzale o anti-pneumococco, possono essere somministrati senza esitazione anche durante la terapia, vaccini vivi invece a partire da tre mesi dopo la fine della terapia (es. herpes Zoster, morbillo, parotite, rosolia e varicella). In ogni caso, è molto importante che anche le persone che vivono a contatto con un paziente oncologico siano vaccinate per evitare un’eventuale trasmissione di queste malattie. Il dottor Onza ha raccomandato a ogni paziente tumorale, indipendentemente dal periodo influenzale, di chiedere un consulto vaccinale.
Combattere gli effetti collaterali in modo olistico
La dr. Karmen Sanoll, specialista in anestesia e medicina intensiva, ha presentato un approccio olistico per combattere gli effetti collaterali della terapia antitumorale. È importante che l'approccio complementare sia visto come un supporto alla medicina convenzionale e non come un sostituto. La medicina cinese e antroposofica, il trattamento naturopatico, la fitoterapia e l'omeopatia possono aiutare contro effetti collaterali come stanchezza, disturbi del sonno, nausea, disturbi digestivi, polineuropatia e dolore, ansia o sintomi della menopausa causati dalla terapia ormonale, senza appesantire ulteriormente l'organismo. Infusi con sostanze ortomolecolari, agopuntura, cura degli aromi, QiGong e Yoga, lo zenzero, il polline dei fiori o il ginseng sono solo alcune delle possibilità. La dr. Sanoll ha rivelato una ricetta molto semplice contro le dolorosissime afte: succhiare cubetti di ananas congelati.
Dalla parte del paziente
Nel contesto della malattia tumorale può purtroppo accadere che un paziente abbia bisogno di assistenza legale. I motivi sono diversi: un errore medico, problemi con l'esenzione del ticket, problemi legati al ricovero in una casa di cura, alla concessione di un livello di assistenza ritenuto inadeguato o con il parere negativo riguardo una domanda nell’ambito della legge 104. Problemi legati alla nomina di un tutore per una persona malata di demenza / Alzheimer o riguardo all'invalidità civile. Stefano Mascherone, Segretario Regionale e Direttore del “Forum per i diritti del malato” (TDM) e di “Cittadinanzattiva” ha parlato dei “Diritti dei malati di cancro al seno nella società di oggi. Che aspetto ha il futuro?” Il telefono nell'ufficio di Cittadinanzattiva è occupato 3 - 4 ore al giorno, 0471 - 1815538. Un telefono cellulare è disponibile durante tutta la giornata: 327 0475723. Mail: info@cittadinanzattiva-altoadige.org. I pazienti hanno diritto ad una prima consulenza gratuita e, se devono essere assistiti, il TDM può avvalersi dell’aiuto di due medici legali, quattro avvocati e di un consulente del lavoro.