Attuale

La chemio non è sempre necessaria

L’Alto Adige offre gratuitamente test genetico per pazienti operate di tumore al seno
Dr. Carlo Carnaghi, primario di Oncologia all'Ospedale di Bolzano
Dal mese di maggio, in Alto Adige, le pazienti con tumore al seno possono essere sottoposte su indicazione medica ad un test genetico in grado di definire meglio il tipo di terapia precauzionale da eseguire. In casi selezionati il test può evitare alla paziente l’impiego di una chemioterapia che si rivelerebbe inutile.
L’utilizzo di terapie farmacologiche dopo l'asportazione di un tumore al seno - la cosiddetta terapia adiuvante - svolge un ruolo importante essendo in grado di aumentare le possibilità di guarigione della paziente. Lo scopo della terapia adiuvante è quello di eliminare possibili cellule tumorali ancora presenti dopo la chirurgia, prevenendo così una eventuale ricaduta.
Le terapie adiuvanti oggi impiegate sono la chemioterapia, l’ormonoterapia e l’immunoterapia, spesso utilizzate in combinazione.
La scelta sul tipo di terapia adiuvante da impiegare, si basa sulle specifiche caratteristiche del tumore. I tumori mammari sono infatti tumori molto differenti l’uno dall’altro e sulla base di alcune caratteristiche (estensione-stadio di malattia, espressione di recettori ormonali, velocità di replicazione delle cellule e espressione del recettore HER2) il medico definisce il tipo di terapia da impiegare per ogni singola paziente.
Esistono però situazioni complesse (circa 15% dei casi) in cui il medico si trova in una situazione di incertezza in merito all’impiego della chemioterapia. In tali situazioni è stato ampiamente dimostrato che l’impiego di alcuni test che analizzano il profilo genetico del tumore, sono in grado di definire meglio il profilo di rischio di ricaduta della paziente e la possibile utilità della terapia adiuvante.
L’impiego di tali test genomici viene eseguito da laboratori specializzati, utilizzando campioni del tumore asportato chirurgicamente. Il risultato del test rappresenta un valido aiuto per i medici nella pianificazione delle cure. La migliore conoscenza del profilo di rischio della paziente e della sensibilità alle cure da parte della malattia può evitare ad esempio l’impiego di una chemioterapia da cui la paziente è improbabile possa ricavare beneficio.
La Giunta provinciale dell'Alto Adige ha recentemente deliberato di includere i test genomici per le pazienti con tumore al seno localizzato, nella lista del tariffario provinciale per le prestazioni specialistiche ambulatoriali. Questo significa che l’esecuzione del test per le pazienti dell’Azienda sanitaria dell’Alto Adige oggi è gratuito. Gli effettivi costi ammontano a 2.200 euro per ogni test. Questo fa dell'Alto Adige la prima provincia in Italia ad offrire questo tipo di test con il sostegno del Servizio sanitario pubblico. Con l’introduzione di tali test genetici l’Azienda sanitaria si allinea agli standard della maggior parte degli stati europei in accordo alle raccomandazioni delle linee guida internazionali sulla gestione del carcinoma della mammella.
Ogni anno, in Alto Adige, a circa 400 donne viene diagnosticato un tumore al seno. Si stima che in futuro, annualmente, da 30 a 40 pazienti affette da questo tipo di tumore verranno sottoposte a un test genomico dal quale ci si attende una risposta che eviti a circa metà di loro l’impiego di una chemioterapia non necessaria.
Carlo Carnaghi, Primario di Oncologia medica, Bolzano:
“I test genetici predittivo-prognostici contribuiscono a personalizzare in maniera sempre più precisa il percorso di cura delle pazienti. In questo caso specifico è particolarmente importante il fatto che il test permette di evitare ad alcune donne i molti disagi legati a chemioterapia che peraltro si rivelerebbe inutile.”
Florian Zerzer, Direttore generale dell’Azienda Sanitaria in Alto Adige:
"Si tratta di un altro importante miglioramento nel contesto dell’assistenza alla popolazione. Per me questo è anche una prova convincente che, in un ambito assistenziale così importante come quello dell’oncologia, l'Azienda sanitaria dell’Alto Adige è in grado di offrire una diagnostica ad alto livello. e di introdurre in modo rapido innovazioni che vanno a beneficio delle e dei pazienti.”
Thomas Lanthaler, Direttore sanitario:
"I preparativi per l'introduzione di questo test in Alto Adige sono in corso già da diverso tempo. Oncologi, ginecologi, patologi, personale amministrativo e Direzione sanitaria sono stati coinvolti nel predisporre tutti i passi necessari all’introduzione di questa novità. Infine, vi è anche un ulteriore ‘effetto collaterale’ positivo, visto che il test costa meno della chemioterapia."

Attuale

La prevenzione è la migliore protezione

L'Alto Adige ha il più alto tasso di cancro della pelle in Europa
L'estate invita all’attività sportiva, a prendere il sole e a spogliarsi. Ma attenzione: l'Alto Adige ha la più alta incidenza di cancro della pelle in Europa. Tra le cause l'elevata insolazione e l'altitudine del paese, ma anche il fatto che gli altoatesini amano trascorrere molto tempo all'aria aperta.
Se la malattia viene diagnosticata precocemente, la terapia del cancro alla pelle induce all’ottimismo. Ma meglio ancora è prevenire proteggendosi. Nel mese di maggio l’Assistenza Tumori Alto Adige ha lanciato una campagna informativa di prevenzione, il titolo della campagna partita prima in lingua tedesca con degli spot su Radio Südtirol 1 è: Io mi controllo e tu? (Ich schaue auf mich – und Du?)
Chiudersi in casa per evitare il sole non è una via d'uscita: "Dobbiamo imparare ad affrontare il sole con intelligenza e con la necessaria cautela. Proteggetevi dai pericolosi raggi solari e osservate regolarmente i vostri nei. In caso di sospetti cambiamenti, è necessario consultare immediatamente il proprio medico di famiglia", spiega il professor Klaus Eisendle, primario del Reparto di Dermatologia all'ospedale di Bolzano.
Non è difficile! Evitare la luce diretta del sole tra le ore 11e le 15, e non dimenticare che i dannosi raggi UV sono presenti anche all'ombra. Utilizzare crema protettiva solare con un elevato fattore di protezione solare, 30 o meglio ancora 50. Occhiali da sole, maglietta leggera a maniche lunghe e cappello da sole fanno parte della protezione - specialmente per i bambini.
La tintarella non è più di moda, neanche quella da solarium, perché anche le radiazioni UV artificiali possono favorire lo sviluppo del cancro della pelle. L’autoesame deve tenere sotto controllo alcuni fattori “spia”: se, per esempio, una macchia di pigmento non risulta essere uniformemente rotonda o ovale, se ha bordi irregolari o diversi colori o se è più grande di 2 millimetri. In tutti questi casi bisogna sempre consultare il medico. Dall'età di 40 anni si consiglia inoltre di fare un check-up con il dermatologo a intervalli regolari, circa ogni due anni.
Per l'autunno l’Assistenza Tumori Alto Adige ha in programma anche una campagna di informazione radiofonica in lingua italiana.