Commento

Care lettrici e cari lettori,

Nicole Dominique Steiner
persino le pessime condizioni meteo non hanno impedito alle persone di accorrere all’UFO di Brunico per seguire la seconda edizione dei Colloqui sul Cancro. Un segnale chiaro di quanto bisogno di informazione ci sia! Il cancro è un tema che riguarda tutti noi. Le persone malate, quelle che stanno loro vicino, tutti! Informarsi è meglio che avere paura. E parlarne apertamente è meglio che mettere la testa sotto la sabbia. Il cancro è una malattia legata (anche) all'età. Viviamo sempre più a lungo e quindi il numero delle persone che si ammalano è destinato ad aumentare. Ma ammalarsi di tumore nella maggior parte dei casi non è più una condanna a morte, soprattutto se la malattia è diagnosticata precocemente. E se non può essere completamente guarito, può almeno essere tenuto sotto controllo come malattia cronica, come l'ipertensione o il diabete. Il “sapere” gioca un ruolo importante in tutto questo. Quello che conosco mi spaventa meno. La paura paralizza, sapere mi permette invece di agire. Ognuno di noi ha l’obbligo di tenersi informato, verso se stesso ma anche verso la società! Uno stile di vita responsabile può prevenire in modo decisivo il cancro, così come la prevenzione, partecipare agli screening. Prima arriva la diagnosi meglio si guarisce. La ricerca ha fatto enormi progressi negli ultimi anni e le terapie moderne sono più efficaci e, nella maggior parte dei casi, anche meno invasive delle chemioterapie convenzionali. Il problema è che comportano anche dei costi esorbitanti, che superano le capacità di qualsiasi sistema sanitario pubblico. Motivo in più per prendere in mano attivamente e in modo serio la prevenzione e di acquisire uno sano stile di vita. Anche i medici che hanno partecipato ai 2. Colloqui sul Cancro di Brunico lo hanno sottolineato più volte. I numeri parlano chiaro: quasi la metà di tutti i tumori potrebbe essere evitata se ci attenessimo alle norme del codice europeo dei tumori. Soprattutto, il fumo e l'abuso di alcool, la scarsa attività fisica, l'eccessiva esposizione al sole senza protezione e una dieta sbagliata sono responsabili di molti tumori. Che cosa stiamo aspettando allora? Beviamo meno, mangiamo sano, rinunciamo al fumo, compriamo la crema da sole fattore 50 e poi tutti fuori all’aperto!
Le elezioni provinciali in Alto Adige hanno portato ad una nuova giunta con alcuni volti nuovi. La Chance ha intervistato Thomas Widmann, succeduto a Martha Stocker come assessore alla Sanità. Con lui abbiamo fatto una chiacchierata su come intende la sua nuova funzione e come intende affrontare le tante sfide, tra cui l'esplosione dei costi a causa delle nuove e molto promettenti terapie oncologiche. In Alto Adige oggi ogni cittadino ha accesso alle migliori terapie e così rimarrà anche in futuro.

Vi auguro una buona lettura, Nicole Dominique Steiner

Attuale

Sono fiducioso!

Conversazione con il nuovo Assessore alla Sanità, Thomas Widmann
Dal 25 gennaio Thomas Widmann è il nuovo Assessore alla Sanità, un settore che con un miliardo e trecento milioni di euro assorbe quasi un quarto del bilancio provinciale. La sanità, settore estremamente complesso, dovrà affrontare sfide importanti, quali la crescita della vita media e l’invecchiamento della popolazione con il conseguente aumento delle malattie croniche a lungo termine, un’incontenibile esplosione di costi, la carenza di medici e i previsti tagli di bilancio.
Fino alla formazione della nuova Giunta Thomas Widmann non sapeva ancora quale assessorato gli sarebbe stato assegnato. Si vociferava già da tempo che sarebbe succeduto a Marta Stocker, che dopo aver assunto la guida di questo assessorato chiave in un periodo di transizione molto turbolento è rimasta in carica per quattro anni, ma si trattava solo di voci di corridoio. Oggi Widmann si sta preparando in maniera scrupolosa per affrontare al meglio il suo nuovo compito.
Chance: Assessore Widmann, con la Sanità, la Banda larga e le Cooperative Lei ha ricevuto in carico uno degli assessorati chiave della Giunta provinciale. Come sta affrontando il suo nuovo compito?
Ass. Thomas Widmann: Ho assunto il mio incarico circa un mese e mezzo fa e al momento [metà marzo, n.d.r.] sono in una fase intensiva di preparazione. Per approfondire le molteplici tematiche inerenti alla salute pubblica in Alto Adige sono affiancato dal pool di esperti della sanità, tra cui le collaboratrici e i collaboratori del Dipartimento Salute della Provincia e dell’Azienda Sanitaria dell’Alto Adige. Già nel corso delle prime settimane ho potuto riscontrare quanto avevo previsto in precedenza, ovvero che l’ambito sanitario è caratterizzato da un’enorme complessità. Per questo genere di problemi non ci sono soluzioni semplici né tantomeno rapide – fare promesse in questo senso sarebbe quindi sconsiderato e da irresponsabili. Con un bilancio di previsione di un miliardo e trecento milioni la sanità rappresenta un settore che assorbe quasi un quarto del bilancio provinciale per il 2019. Sono assolutamente consapevole dell’enorme responsabilità politica che comporta un simile incarico e proprio per questo sono molto fiero del fatto che mi sia stato assegnato. Mi sta particolarmente a cuore che gli altoatesini ricevano un’assistenza sanitaria appropriata e di conseguenza mi sono messo al lavoro con grande entusiasmo.
Chance: Lei ha parlato della grande complessità di questo settore, che vede da un lato gli aspetti più prettamente scientifici, tecnologici e proiettati verso il futuro, mentre dall’altro c’è la componente umana, le persone, i singoli individui…
Ass. Thomas Widmann: Sono perfettamente d’accordo. Al momento la sfida più grande per me sta nel trovare nel minor tempo possibile soluzioni sostenibili e studiate a fondo, che possano soddisfare le esigenze dei cittadini e dei pazienti senza perdere di vista nessuno degli aspetti che ha menzionato. Mi lasci dire che è stato fatto un ottimo lavoro preliminare e che siamo già sulla buona strada, tanto che conto di avere le prime proposte concrete entro i prossimi due, tre mesi.
Chance: Per i soci dell’Assistenza Tumori Alto Adige lo sviluppo inarrestabile delle terapie per combattere il cancro se da una parte fa nutrire grandi speranze, dall’altra suscita molte perplessità. Sui giornali leggiamo tutti i giorni dei nuovi progressi della ricerca, di nuove terapie e nuovi farmaci anticancro. Tuttavia, terapie promettenti come ad esempio l’Immunoterapia comportano costi esorbitanti e questo fa insorgere il timore che si vada verso una società divisa in classi.

Ass. Thomas Widmann: I farmaci impiegati nelle terapie immuno-oncologiche, le più all’avanguardia tra le nuove terapie che si stanno sviluppando in campo oncologico, vengono prodotti su misura per ogni singolo paziente, cosa che, come ha giustamente rilevato, provoca costi esorbitanti: da svariate migliaia di euro a oltre centomila euro per ogni singolo farmaco! Fino ad oggi in Alto Adige la sanità pubblica si è fatta carico dei costi di ogni farmaco autorizzato dall’A.I.F.A., l’Agenzia Italiana del Farmaco, e continuerà a farlo. Certamente il fattore costi rappresenta una delle maggiori sfide per il futuro. Dovremo studiare un’apposita strategia per poterci permettere queste nuove terapie anche negli anni a venire, tenendo oltretutto presente che il numero dei pazienti oncologici è in crescita. Un problema che peraltro non riguarda solo noi, ma tutto l’ambito europeo. Dovremo trovare il modo di ridistribuire le nostre risorse concentrandoci su quello che più conta, ovvero misure terapeutiche che salvano o allungano la vita che siano accessibili a tutti.
Chance: Queste riflessioni riguardano anche le persone sane, nel senso che ognuno è chiamato ad assumersi piena responsabilità della propria salute? E qui penso ad es. al Codice europeo contro il cancro.
Ass. Thomas Widmann: Sicuro. Ognuno dovrà contribuire affinché il nostro sistema sanitario possa rimanere efficiente. Già oggi sosteniamo, promuoviamo e lanciamo azioni per sensibilizzare la popolazione ad assumere stili di vita sani. Penso ad esempio all’azione 5 a Day nei supermercati (che invita ognuno aconsumare almeno 5 porzioni di frutta e verdura al giorno, n.d.r.) o alla nuova regolamentazione per la prevenzione del tumore al seno, dove non solo ricordiamo alle donne di sottoporsi ad una mammografia, ma inviamo loro un invito con l’appuntamento già fissato direttamente a casa. A questo proposito associazioni come l’Assistenza Tumori Alto Adige sono di fondamentale importanza, perché hanno il contatto diretto con le persone, e il lavoro di prevenzione e sensibilizzazione che svolgono è inestimabile. La prevenzione e il follow-up sono aspetti importantissimi!
Chance: Non solo l’Alto Adige, ma tutta l’Europa si trova a dover combattere contro una crescente carenza di personale qualificato, dal personale medico a quello infermieristico. Una situazione destinata a peggiorare nei prossimi anni. Lei come guarda al futuro?
Ass. Thomas Widmann: Il cambiamento demografico sta mostrando ovunque i suoi effetti, e ovviamente anche qui da noi in Alto Adige. In una società con una popolazione di anziani in costante crescita, sale anche il numero di malati cronici, nel 2017 rappresentavano già il 31,5% dei cittadini, al punto che la carenza di medici specialisti e di personale infermieristico si avverte già molto chiaramente. Il problema era prevedibile, e in realtà molto è già stato fatto per prevenire la mancanza di medici in Alto Adige. Penso al nuovo regolamento della formazione medico specialistica e alla ripresa nello scorso autunno della formazione specialistica secondo il modello austriaco in Alto Adige: dopo essere stata finalmente riconosciuta dal Ministero della Salute, oggi può essere nuovamente seguita nei reparti accreditati (80 su 107) degli ospedali dell’Azienda Sanitaria. Lo scorso febbraio 250 tra studenti di medicina, tirocinanti e giovani specializzandi hanno partecipato all’evento „Investment for the Future“, che si è tenuto al NOI-Techpark. Un’ulteriore iniziativa è stata quella di potenziare la formazione specifica in medicina generale creando un centro di formazione dedicato che opera all’interno della Scuola Provinciale Superiore di Sanità “Claudiana” con 30 posti disponibili. Un lavoro di rete sistematico fa incontrare il personale specializzato e i dirigenti dell’Azienda Sanitaria. Oltretutto l’Alto Adige è una destinazione che non solo offre posti di lavoro interessanti, ma anche condizioni di vita ideali! Tutto questo mi fa guardare al futuro con fiducia.
Chance: Qualè la Sua posizione in merito all’annosa questione dei sette ospedali in Alto Adige e della creazione di centri d’eccellenza?
Ass. Thomas Widmann: Con l’introduzione negli ospedali provinciali della “certificazione oncologica“abbiamo creato centri di riferimento di altissima competenza nei quattro ambiti specialistici Chirurgia generale, Urologia, Ginecologia e Otorinolaringoiatria. Contemporaneamente sono state aperte alcune cliniche diurne oncologiche in periferia, i Day hospital oncologici a Bressanone e a Brunico, e ne esiste uno anche a San Candido, affinché i pazienti possano seguire la fase farmacologica delle terapie anticancro anche sul territorio, vicino a casa. E questo rappresenta un grande salto di qualità, sotto tutti i punti di vista! Non solo garantiamo i migliori trattamenti per i pazienti oncologici, ma facciamo di tutto per migliorare la loro qualità di vita.
Chance: Prova un coinvolgimento personale quando pensa al Suo nuovo ambito di lavoro?
Ass. Thomas Widmann: Mi piace affrontare sfide sempre nuove, e i miei nuovi ambiti di competenza –la salute, la banda larga e le cooperative– rappresentano alcuni tra i più importanti mega trend del nostro tempo. Affronto il mio compito con grande entusiasmo, desiderio di apprendere e con tanta voglia di fare, ma tenendo sempre i piedi ben piantati per terra. Specialmente per quanto riguarda il settore sanitario, non mi scorderò mai che qui si tratta innanzitutto di persone che hanno il diritto di essere assistite con competenza e umanità. Vorrei, insomma, che i pazienti si sentissero in buone mani.
Chance: Qualè la Sua posizione nei confronti dell’Assistenza Tumori Alto Adige?
Ass. Thomas Widmann: In marzo ricorre l’anniversario della morte di mio fratello Pauli, che ci ha lasciati prematuramente 12 anni fa dopo essersi ammalato di cancro. È stato un duro colpo che ha segnato le nostre famiglie, in particolare la moglie e i sei figli. Da allora tutto il mondo che ruota intorno a questa patologia ha assunto per me una valenza particolare e mi sento molto vicino ai soci, alle socie, ai collaboratori e alle collaboratrici dell’associazione Assistenza Tumori Alto Adige: a loro vanno il mio riconoscimento e la mia gratitudine per l’impegno instancabile. L’associazione svolge un’attività indispensabile, perché offre servizi preziosi alle persone colpite, e non solo in ambito sanitario, subentrando là dove i servizi della sanità pubblica non riescono ad arrivare. È mia intenzione sostenere in modo deciso il lavoro dell’Assistenza Tumori Alto Adige e di fare il possibile per assicurarle le risorse necessarie.