Attualità

La musica unisce e aiuta

Concerto di beneficenza con Federico Manara, primo violino alla Scala, e Luigi Mariani, professore di pianoforte al Conservatorio Monteverdi di Bolzano


Due amici uniti da una passione, le note virtuosistiche di Franz Schubert, Robert Schumann e Wolfgang Amadeus Mozart eseguite in duetto, e il desiderio non solo di incantare con la musica, ma anche di aiutare. Questo è stato il concerto di beneficenza organizzato dal Circondario Bolzano Salto Sciliar il 6 febbraio al Conservatorio di Bolzano e che ha visto protagonisti il primo violino del Teatro alla Scala di Milano, il Prof. Francesco Manara e il docente di pianoforte del Conservatorio di Bolzano, il Prof. Luigi Mariani.
È stata più di una semplice serata in musica. È stata anche l'energia che ha unito sul palco questi due musicisti, amici sin da quando frequentavano insieme il Conservatorio di Torino, a rendere questa serata così speciale. Luigi Mariani sa cosa significa dipendere dall'aiuto degli altri, non è infatti solo un eccellente pianista, ma anche un maestro nel superare situazioni di vita difficili. È quasi cieco dall'età di 10 anni. Si sente legato all'Assistenza Tumori perché nel 2009 ha perso sua sorella, Stefi, a causa del cancro. Entrambi sono anche amici d'infanzia di Birgitta Thaler, vicepresidente del Circondario di Bolzano. E così una cosa tira l'altra.
Quando Luigi Mariani ha proposto al suo amico un concerto di beneficenza insieme, si è trattato solo di trovare una data. Piena sintonia. Ed è stato davvero un concerto molto speciale quello che la presidente del Circondario Bolzano Salto Sciliar, nonché presidente provinciale dell'Assistenza Tumori, Maria Claudia Bertagnolli, assieme alla sua vice nel Circondario, Birgitta Thaler, hanno potuto annunciare. Un appuntamento davvero speciale. Non solo per il virtuosismo dei due esecutori, ma anche per la gioia di suonare insieme che si percepiva in ogni nota. In questo senso, la serata è stata tanto un regalo per l'Assistenza Tumori, quanto per i due musicisti e amici, che si sono esibiti fianco a fianco sul palco condividendo con il pubblico ciò che li unisce nel profondo: la musica.
I due musicisti hanno eseguito la Sonatina per violino e pianoforte op. 137 n. 1, D 384 di Franz Schubert (1797-1828); tre Romanze op. 24 di Robert Schumann (1810-1856) e la Sonata K. 454 in si bemolle maggiore per violino e pianoforte di Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791) e infine tre “Acquerelli” composti da Luigi Mariani. Vedere i colori attraverso la musica.
Maria Claudia Bertagnolli e Brigitta Thaler hanno approfittato della loro introduzione non solo per ringraziare calorosamente entrambi i musicisti, ma anche per fornire una breve panoramica dell'importante lavoro svolto dall'Assistenza Tumori a livello di circondario e provinciale. Dalle diverse forme di assistenza di natura pratica, sociale e anche finanziaria alle informazioni sulla malattia e sulla prevenzione.
Professor Luigi Mariani
Una storia piena di traslochi. Torino, Lipsia, Bolzano, Monaco di Baviera, Ragusa, Castelfranco Veneto, Mantova, Roma e infine di nuovo Bolzano. Prima per gli studi di pianoforte, direzione d'orchestra e composizione, poi per la sua attività di insegnante. Non è stata una vita facile. Luigi Mariani è cieco da quando aveva dieci anni. Un handicap che all’epoca non aveva molti strumenti esterni di supporto. Soprattutto nella musica. Francesco Manara e altri compagni di studio lo hanno aiutato a studiare registrando per lui brani che non erano ancora disponibili in Braille. A Bolzano, racconta Luigi Mariani, ha trascorso uno dei periodi più belli della sua vita quando era studente al Conservatorio, dove oggi insegna. La musica è stata ed è per lui un modo per continuare a vedere. Soprattutto la musica orchestrale, dove la costruzione graduale e collettiva dei brani, le prove insieme, lo affascinano quasi più dell'esecuzione stessa. La perdita di sua sorella Stefania, nel 2009, le circostanze del suo cancro e della sua morte lo hanno segnato profondamente. Soprattutto il fatto che sua sorella, madre di un bambino piccolo, e con lei tutta la famiglia, si siano sentite abbandonate. Anche per questo motivo, Luigi Mariani ha voluto fare qualcosa per l'Assistenza Tumori Alto Adige, che fornisce un aiuto preziosissimo alle persone colpite dalla malattia e alle loro famiglie. E quale modo migliore se non attraverso la musica? La sua passione è, da sempre, anche un aiuto concreto per affrontare una vita quotidiana tutt'altro che facile.
Professor Francesco Manara
È stato un caso a portarlo alla Scala di Milano. In realtà, Francesca Manara sognava una carriera come violinista solista. Trentatrè anni fa, il suo professore di Conservatorio lo iscrisse al concorso per il posto di primo violino alla Scala di Milano. All'epoca aveva poco tempo per prepararsi perché stava svolgendo il servizio civile, dunque si presentò ai test con la leggerezza e la tranquillità di chi non aveva nulla da perdere. Superò la prima audizione non solo con Salvatore Accardo, uno dei più famosi violinisti italiani di sempre, ma anche con Riccardo Muti, che all'epoca dirigeva l'orchestra della Scala. Con sua grande sorpresa si ritrovò a 23 anni come primo violino di uno dei più famosi teatri d'opera del mondo. Una scelta di cui non si è mai pentito. La vita condivisa con l'orchestra, la condivisione dell'entusiasmo o anche della delusione per i fallimenti, l'adattarsi l'uno all'altro, lo entusiasmano ancora. È vincitore di numerosi concorsi musicali internazionali e ha un fitto calendario di impegni: a gennaio e febbraio 2025 erano in programma alla Scala Falstaff di Giuseppe Verdi e la “Walküre (Der Ring des Nibelungen)” di Richard Wagner, rispettivamente sei e sette rappresentazioni, numerose prove e due prove generali ciascuna, ma quando il suo amico Luigi Mariani gli ha chiesto se fosse disposto a tenere un concerto con lui a Bolzano, non ci ha pensato nemmeno un secondo.
La vita di un musicista, soprattutto in un ruolo di grande prestigio e visibilità, non è una passeggiata ma bensì un duro lavoro. I brani devono essere studiati e provati continuamente, non solo durante le prove dell'orchestra, ma anche a casa. Il suono dello strumento deve essere continuamente esercitato e perfezionato. Francesco Manara si prende solo un mese all'anno di pausa dal suo violino, un Nicola Amati del 1660. Lo chiama detoxing e la pausa è necessaria per rilassare i tendini e i muscoli della mano e del braccio. “Confesso però che, alla fine, non vedo l'ora di poter finalmente riprendere in mano il mio violino”. Una vita con e per lo strumento scandita da appuntamenti. Non solo suona nell'orchestra della Scala, ma è anche primo violino nel quartetto d'archi della Scala e fondatore del Trio Johannes. Alle esibizioni alla Scala di Milano si aggiungono concerti e masterclass in ogni parte del mondo. Ha suonato con i direttori d'orchestra più famosi del pianeta, ma l'uomo che a Bolzano ha accompagnato il suo amico Luigi Mariani e che ha suonato per un pubblico di poco meno di 200 persone e non di 2.000 come accade alla Scala, nella vita quotidiana è una persona “normale”, sensibile al destino meno fortunato degli altri.
Manara è arrivato al violino relativamente tardi, all'età di dieci anni. Ma, figlio di un padre appassionato di opera, già a sei anni citava a memoria arie d'opera e cercava – con scarso successo, come ammette ridendo – di entusiasmare i suoi amici. A Luigi Mariani lo lega un'amicizia di antica data e che risale ai primi giorni al Conservatorio. Un'amicizia cresciuta con la passione per la musica ma fatta anche di gioia per le passeggiate insieme, per filosofeggiare su Dio e sul mondo e per suonare insieme a Bolzano sul palco del Conservatorio per una buona causa!
Il prof. Luigi Mariani
Il prof. Francesco Manara, primo violino al Teatro alla Scala a Milano
La conclusione di una bellissima serata all'insegna di musica e amicizia. Da sx. Brigitta Thaler, Luigi Mariani, Maria Claudia Bertagnolli e Francesco Manara

Attualità

Il nuovo presidente della LILT

Dott. Ivo Gentilini: al centro ci sono la persona nella sua interezza e la sua famiglia
Il presidente uscente della Lega Italiana per la Lotta contro il Tumore e il suo successore, dott. Giulio Donazzan (sx) e il dott. Ivo Gentilini (dx) – Foto: LILT


Per l'onco-ematologo, in pensione da sei anni, il suo nuovo ruolo - come già durante la sua carriera professionale - è incentrato sulla cura del paziente, della persona nella sua interezza e anche della sua famiglia. Prima della diagnosi, durante e dopo la terapia. “Cosa posso fare personalmente per contribuire al già prezioso lavoro della LILT?”, si è chiesto il dottor Gentilini e ha trovato alcuni punti con cui potrebbe integrare la già ampia gamma di servizi che la LILT offre ai suoi membri. Ad esempio, migliorare i contatti e la collaborazione con altri attori nello stesso settore, anche se questi potrebbero lavorare in modo diverso, con un diverso tipo di socializzazione o altre priorità. Superare la separazione tra pazienti di lingua italiana e tedesca. Mirare a una più stretta collaborazione con organizzazioni che si impegnano a favore dei malati di cancro, come l'Assistenza Tumori Alto Adige, mamazone e altre. Un altro obiettivo è intensificare il lavoro di informazione. Non solo in termini di prevenzione, ma anche attraverso uno strumento importante come le direttive anticipate. Un’altra sua preoccupazione è aiutare le persone a comprendere meglio la diagnosi, la terapia e le numerose abbreviazioni e sigle del linguaggio medico, passaggi che spesso sono difficili da decifrare per i non addetti ai lavori. A tal fine, ha già istituito un centro di informazione e coinvolto un collega chirurgo in pensione. Inoltre, è particolarmente importante per lui intensificare l'educazione sull'importanza della vaccinazione contro l'HPV per ragazze e ragazzi delle scuole altoatesine.
La LILT Bolzano è stata fondata nel 1986 dall'allora primario del reparto di Ematologia dell'ospedale di Bolzano, il dottor Enrico Coser. Oggi conta circa 600 membri. Uno dei servizi più importanti, oltre al lavoro di informazione e prevenzione, è la messa a disposizione di quattro piccoli appartamenti vicino all'ospedale di Bolzano per i pazienti in cura e per i loro familiari che non vivono nelle vicinanze durante la terapia. La sede della LILT si trova in Piazza W. A. Loew Cadonna 10. La LILT Bolzano fa parte della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori con sede a Roma.