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Lo stesso standard, in rete e certificata

Il direttore sanitario Oswald Mayr: I punti cardine della nuova chirurgia tumorale
Il futuroè iniziato ed è orientato a garantire ovunque gli stessi standard d’avanguardia certificati e controllati in rete. Il primo ambito dove viene applicata questa direttiva è quello più sensibile: la chirurgia tumorale. In sostanza significa che in tutti gli ospedali deve venir offerto lo stesso evidence-based standard basato sui principi di “miglior pratica”.
Il concettoè stato già presentato e approvato dalla maggior parte dei chirurghi in Alto Adige, il prossimo passo è il varo dal consiglio provinciale. Ogni anno si contano in Alto Aige circa 3.000 nuovi casi di tumore e ogni anno per queste patologie muoiono all’incirca 1.400 persone. La diagnosi è sia per il paziente che per i suoi familiari un evento di grande impatto, qualcosa che mette in crisi tutta l’esistenza.”Ogni paziente ha il diritto al massimo degli standard per quanto riguarda la diagnostica, le terapie e le cure palliative”, sostiene il dottor Oswald Mayr, direttore sanitario dell’Asl. Assieme ad un gruppo di esperti esterni, ha presentato ai primari altoatesini i punti cardine della nuova chirurgia tumorale. Lo scopo della riforma è di garantire a tutti e ovunque gli stessi standard.
Le direttive sono state elaborate assieme a rappresentanti internazionali di tutte le discipline mediche e a società di certificazioni. “Come base per le nostre conclusioni sono stati utilizzati i dati clinici degli ultimi tre anni di tutte le sale operatorie dell’Alto Adige“. In futuro ogni singolo chirurgo dovrà attestare quanti interventi e di che tipo ha effettuato durante l’anno e dovrà certificare di essersi aggiornato nel suo campo specifico.
Ogni caso sarà presentato al cosiddetto tumorport, ovvero un gruppo di lavoro che si incontrerà in videoconferenza per discutere i vari casi e prendere le decisioni più opportune. Ne faranno parte l’oncologo, ilmedico che ha effettuato la diagnosi, un rappresentante della terapia radiologica, un patologo e un rappresentante del personale infermieristico. Insieme decideranno la terapia per garantire ad ogni paziente il meglio nella fase pre- e postoperatoria. “Questo significa, che ogni paziente avrà una propria terapia individualizzata“, sottolinea il dottor Mayr.
Il lavoro di ogni singolo chirurgo e di ogni reparto verrà regolarmente certificato secondo criteri internazionali. “Per questo abbiamo dovuto fissare dei valori di soglia e di prestazione, diversi per ogni tumore”, spiega ildirettore sanitario. “Senza un numero minimo di interventi non è possibile garantire la routine necessaria per arrivare a garantire uno standard elevato. Un esempio: un chirurgo che vuole operare il carcinoma al colon, deve aver svolto in prima persona almeno dieci operazioni del genere all’anno e aver partecipato ad altrettanto interventi in veste da assistente.
Le principali “vittime” di questo regolamento nuovo sono i chirurghi che lavorano in periferia, a Vipiteno, a Silandro e a San Candido. Per loro è praticamente impossibile raggiungere questi numeri e per questo contestanoil nuovo regolamento. I pazienti che abitano in periferia dovranno fare più strada per arrivare all’ospedale di riferimento o a quello centrale a Bolzano. Ma “tanta strada” è un concetto relativo in una provincia piccola come l’Alto Adige. “Siamo viziati”, fa considerare Oswald Mayr. “Chi abita in una metropoli come Milano o Berlino è abituato viaggiare un’ ora o più per arrivare a qualsiasi punto d’interesse.“
“Questi numeri e questi indici di rendimento non sono stati inventati da noi, ma si basano su standard internazionali“, sostiene Mayr. “La maggior parte dei colleghi ha accolto questo nuovo regolamento con favore.“ La certificazione verrà effettuata da un istituto esterno e neutrale.
All’elaborazione delle nuove linee guida per la chirurgia tumorale hanno collaborato anche istituzioni come l’Assistenza Tumori e la Lega Tumori, a tutela degliinteressi dei pazienti. “Èuna delle nostre priorità“, sottolinea il direttore sanitario, “vogliamo essere più vicini possibile alle esigenze e alle aspettative delle persone che, loro malgrado, si trovano in prima linea.“
Il nuovo regolamento permette la creazione di uno standard tanto elevato quanto uniforme. E c’è un altro motivo peril riordinamento del settore, spiega Oswald Mayr. “Già oggi ogni paziente può scegliere liberamente il centro in Europa dove farsi curare, e questo pagando solo una piccola quota aggiuntiva. Se non siamo certificati non possiamo concorrere come centro oncologico e non possiamo posizionarci a livello internazionale. Con tutta una serie di ripercussioni sul reclutamento del personale medico specializzato. L’Alto Adige perderebbe infatti molto in termini di attrattiva, specie per i medici particolarmente capaci!”

Nella prossima “Chance” reportage, interviste e prese di posizioneda tutte le categorie interessati, da sostenitori e oppositori della riforma.

Attualitá

Anche questaè prevenzione

Un seno in formato gigante e tanti incontri informativi dal 1 - 5 ottobre
Ogni mezzoè lecito quando si tratta di richiamare l’attenzione sulla prevenzione ai tumori. Anche un seno in formato gigante in cui si può addirittura entrare. Per la Settimana della Prevenzione del Tumore al Seno, l’Assistenza Tumori si è inventata davvero qualcosa di particolare: una settimana di azioni attorno a due modelli di organi, posti nei Centri Senologici a Bressanone e Merano.
Primario Dott. Arthur Scherer
Primario Dott. Arthur Scherer
La settimanaè stata inaugurata con una cerimonia nell’ospedale di Merano alla quale erano presenti oltre alla presidente dell’Assistenza Tumori Alto Adige, Renate Daporta anche i due primari e direttori dei centri senologici, Herbert Heidegger e Arthur Scherer, nonché il primario del reparto di Patologiadi Bolzano, Guido Mazzoleni. L’Azienda Sanitaria dell’Alto Adige era rappresentata dal vicedirettore distrettuale Roland Döcker e dal direttore del reparto ospedali Ulrich Seitz. Paolo Coser, presidente della Lega Tumori Italiana LILT ha portato i saluti della sua associazione e ha sottolineatol’importanza della collaborazione per approfondire sempre di più il tema della prevenzione nella popolazione.
Attirare l’attenzione, forse in un primo momento addirittura scandalizzare, guardare, tastare, rendersi conto. A questo miravano i seni alti quanto un uomo e percorribili all’interno. Questi modelli di organi in Germania non sono più una novità, esistono per il cervello, l’intestino e in tutte le variazioni del seno. In Alto Adige erano invece una cosa mai vista prima e i visitatori degli ospedali di Bressanone e Merano dove i due modelli erano esposti nell’ingresso, dopo i primi timori hanno subito colto l’occasione di guardare da vicino l’interno di un seno con i vari tumori possibili.
Intorno a questa mostra la Assistenza Tumori aveva organizzato, insieme alla Fondazione Vital, una serie di incontri serali bilingui riguardanti i temi dell’alimentazione,del movimento e dell’autopalpazione. In altre parole, i pilastri più importanti quando si tratta di prevenzione e di diagnosi precoce del tumore. Renate Daporta Jöchler, presidente provinciale dell’Assistenza Tumori, è molto netta riguardo all’obiettivo del Mese Internazionale della Prevenzione del Tumore al Seno:“Vogliamo scuotere le donne, convincerle che devono essere responsabili di se stesse e della propria salute. Vogliamo che alla paura del proprio corpo si sostituisca una sana conoscenza di se stesse.”
In Italia, ogni anno circa 45.000 donne si ammalano di tumore al seno, di cui 250 in Alto Adige. Da una parte si nota che questa malattia colpisce sempre di più anche giovani donne e madri nel fiore degli anni, dall’altra ormai almeno il 30-40 percento delle donne si scopre il tumore da sola. Grazie ad una diagnosi precoce la quota di guarigione è salita a più dell’80 percento. Se scoperto precocemente il tumore al seno non solo è guaribile, ma civogliono anche terapie meno invasive per vincerlo. Grazie alla chirurgia plastica, un’operazione al seno oggi non comporta più una perdita pesante di femminilità e una mutilazione che condiziona la donna per il resto della vita.
“Proprio per questo”, così Renate Daporta Jöchler, “è così importante affrontare sempre e di nuovo questo tema. Anche le giovani donne devono cominciare a controllarsi regolarmente, quanto meno dai 30 anni in poi. Il tumore al seno non è più un problema delle ultracinquantenni. L’autocontrollo mensile dovrebbe diventare naturale come la pulizia deidenti.” Prima una donna comincia, meglio riesce a scoprire la più piccola alterazione del seno. Nei due centri per la salute del seno a Merano e Bressanone vengono offerti dei corsi per l’autocontrollo durante tutto l’anno.
Oltre agli incontri serali, la Assistenza Tumori durante la Settimana di Azione ha organizzato anche delle visite guidate per le scolaresche in cui veniva spiegata, con l’aiuto dei modelli, la fisiologia del seno e le misure da adottare per la prevenzione. Due sole ore dopo l’inaugurazione si era già prenotata la prima scolaresca. Allo stesso modo un corso disana alimentazione organizzato durante la Settimana, ha dimostrato ai partecipanti che i piatti sani e salutari non solo sono buonissimi, ma si realizzano in poco tempo e non costano molto. Naturale poi che anche il rinfresco che è seguito all’inaugurazione della mostra fosse tutto improntato aduno stile di vita salutare e quindi acqua, succhi di frutta, frutta fresca e solo due scodelline di salatini!
La presidente Renate Daporta Jöchler
La presidente Renate Daporta Jöchler
Il vicedirettore distrettuale Roland Döcker

Il vicedirettore distrettuale Roland Döcker