Parliamone

Care lettrici, cari lettori,


Il Nataleè in arrivo. Ma nel frattempo è diventato così onnipresente, che in fondo non ha importanza se da noi, in questa ultima edizione de “La Chance” 2012, di natalizio c’è ben poco. Naturalmente vi mando i migliori auguri per Natale e Vi auguro un buon inizio dell’Anno Nuovo 2013, ma di sentimentalismi e melassa possiamo benissimo fare a meno.
Non possiamo invece fare a meno dell’informazione. Prevenzione e soprattutto prevenzione per il tumore al seno. Vi presentiamo la nostra settimana di progetto nei Centri Senologici di Bressanone e Merano. Sono le strutture dove abbiamo espostodei modelli di seno percorribili a piedi e distribuito una gran mole di materiale informativo riguardo al tema. Con la caporedattrice, la mia vice e un’amica abbiamo partecipato ad un corso di autopalpazione organizzato dal Centro Senologico a Bressanone. Un’esperienza che vogliamo condividerecon Voi.
Sì, e poi ho finalmente ceduto alla caporedattrice. Da parecchio tempo mi aveva proposto di fare un’edizione tematica sul tema delle cure pallaiative e sull’hospice. Avevo sempre rifiutato, ma credo che stavolta i tempi siano maturi. Possiamo, dobbiamo parlare anche di questo. Facciamo tutto quello che è nelle nostre possibilità perché non si arrivi mai a questo punto. E infatti in questi anni il tumore è diventato una malattia (cronica) e non più una condanna a morte. Ma nei casi in cui veramente non sia più possibile una guarigione allora può essere di conforto sapereche anche in questo frangente esistono persone e istituzioni che sono vicine ai malati e che aiutano tanto i diretti interessati quanto le loro famiglie.

E poi devo togliermi un sassolino dalla scarpa. A ottobre c’è stata una nuova riunione del consiglio. Quello è un luogo dove si trattanocose importanti: fare il punto della situazione, pianificazione, idee. Un appuntamento importante se vogliamo migliorare ulteriormente il lavoro che l'Assistenza Tumori fa per i soci. Com’è possibile che questo appuntamento venga considerato da alcuni un optional, che ci sono ancora dei membri del consiglio che lo disertino senza ritenere necessario scusarsi?
Comunque sia, alla fine di questo anno turbolento, auguro a tutti molta calma, non solo per sfogliare la Chance, ma anche per potervi dedicare a tutte quelle cose che nella frenesia della vita quotidiana vengono sempre rinviate.

Vostra
Renate Daporta Jöchler

Commento

Care lettrici, cari lettori,

Mi rendo conto che con questa edizione sto osando un po’ e forse sto esagerando. Ho voluto affrontare un tema scomodo, un tema della categoria “di questo non si parla”. Ma sono convinta che è un tema che non si può ignorare. La morte fa parte della vita di tutti noi. Dal primo giorno. Morire e la morte fanno parte della vita come la nascita. Tutti prima o poi ci pensiamo. Per fortuna oggi la maggior parte dei casi hanno un esito positivo. E questo soprattutto grazie al grande lavoro di prevenzione e agli screening. Ma se non c’è lieto fine, se le cose vanno male,cosa succede? Chi aiuta? Dove si va? Chi si occuperà di noi? E come?
Daluglio mi sono occupata molto intensamente di questo tema. Un mio amico è entrato all’hospice di Mori. Aveva saltato per due anni la visita di check-up. Troppo lavoro. Troppo poco tempo. Oppure solo una dimenticanza. Una situazione in cui tanti si riconosceranno. Questo accadeva sei anni fa. Il 25 settembre è morto dopo sei settimane di ricovero all’hospice di Mori. Sonoandata spesso a trovarlo. Ho parlato con gli infermieri. Ho visto che stava bene. Aveva tutto quello che gli occorreva. Decideva lui. Una bella stanza accogliente, azzurra, piena di foto che ha portato da casa. Con un balcone dove si fumava di tanto un tanto uno dei suoi amati sigari. Con un divano letto dove poteva dormire chi gli stava vicino. Senza orari. Con un frigorifero a disposizione per poter mangiare le cose che gli piacevano, bere magari una birra.
In Alto Adige più del 75% delle persone riescono a morire a casa. Questo è possibile grazie ai familiari ma anche grazie ai tanti volontari del movimento hospice della Caritas. Grazie alle strutture sanitarie distrettuali. Ve ne parlerò. Come vi parlerò anche dei due reparti di cure palliative a Bolzano e a Merano. Perché proprio nell’edizione di Natale? Perché non è mai il momento giusto per parlare di queste cose, o invece lo è sempre.
Nell’ultima edizione vi ho presentato Umberta Savazzi. Una donna coraggiosissima e forte che si è laureata all’età di 61 anni, anche se si era ammalata di tumore durante il periodo in cui frequentava l’università. Sono felice di aver potuto conoscere Umberta. Il 30 settembre si è spenta. Al marito e ai suoi due figli, le mie più sentite condoglianze.
Informazione e prevenzione. Due pilastri del lavoro dell’Assistenza Tumori.Nei centri senologici di Bressanone e di Merano nel mese di ottobre è stato possibile visitare un seno e vedere la sua morfologia a grandezza d’uomo. Un’azione nell’ambito del Mese Internazionale della prevenzione del tumore al seno. Siamo andate anche a “scuola”. Un pomeriggio abbiamo imparato come controllare il nostro seno. Con questa particolare tecnica ogni donna riesce con un po’ di esercizio a individuare noduli piccolissimi. In tutti e due i Centri Senologici provinciali vengono offerti corsi di questo tipo. Due ore a costo zero. Ma si guadagna la vita!
Come piccola introduzione al grande tema della prossima edizione, la nuova chirurgia tumorale, mi sono fatta spiegare dal direttore sanitario, Oswald Mayr, quali sono i punti cardine della riforma della chirurgia. In primavera di più!
Sì, e poi vi racconto diverse attività che si sono svolte nei circondari.Andare in taxi con una macchina da rally e un pilota vero, l’ormai tradizionale trofeo di carte, il Preiswatten, e una piccola storia dalla Val Venosta. E per il Natale vi ho portato due storie.
Vi auguro un Buon Natale e tanta energia, forza e gioia per l’Anno Nuovo

Vostra Nicole Dominique Steiner