Attualitá

L’autopalpazione deve diventare un automatismo

Dott. Paolo Coser, presidente della LILT
Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori
“ Posso solo congratularmi con l’Assistenza Tumori per l’idea dei modelli d’organo esposti a Bressanone e a Merano. Di fronte a più di 250 nuovi casi all’anno e a donne sempre più giovani che si ammalano di tumore al seno, insegnare l’autopalpazione diventa una forma di prevenzione sempre più importante. E anche nelle giovani donne deve diventare un automatismo. La nostra organizzazione si è accodata per la Settimana della Prevenzione del Cancro al Seno ad un’iniziativa nazionale. L’idea è quella di illuminare di rosa il municipio di Bolzano per “accendere” l’attenzione della popolazione sulle problematiche della prevenzione. L’anno prossimo anche noi proporremo dei corsi di autopalpazione, e in futuro ci saranno diversi progetti in comune con l’Assistenza Tumori.”

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Una mezz’oretta al mese

Autocontrollo del seno– ovvero come la prevenzione possa essere semplice
Una mezzora o poco più, a seconda della grandezza del seno. Una volta al mese. Questo tempo vale la vita di una donna. Tempo per che cosa? Per l’autocontrollo del seno. La prevenzione del tumore infatti non potrebbe essere più semplice e soprattutto più efficace.
Per imparare come si fa basta un’ora e mezza. Una volta al mese, a richiesta anche su prenotazione, le infermiere specializzate nei Centri per la salute del seno a Bressanone e Merano offrono un apposito corso. Gratuito. Ideale è un gruppo tra quattro e sei donne.
Per capire come funziona ci siamo prenotate in quattro, a Bressanone. Punto di incontro alle ore 15 all’ospedale di Bressanone. Renate, Carmen, Nives ed io. La nostra età è compresa nella fascia tra i quaranta e i sessant’anni. A dire la verità ci sarebbe voluta anche una ventenne, perché non è mai troppo presto per imparare come si fa l’autocontrollo. Si tratta di pochi movimenti che con l’esercizio costante dovrebbero diventare gesti naturali come lavarsi i denti o mettersi la crema sul viso.
Ci riceve Annie Pürgstaller. Da più di 35 anni è infermiera e dal 2010 infermiera per il seno, breastnurse. Una formazione di dieci mesi a Innsbruck per approfondire le nozioni riguardo terapie, screening, diagnosi e cure post-operatorie per le pazienti colpite da tumore al seno. Insieme alla sua collega partecipa ogni martedì alle 16.30 a una video conferenza, il cosidettoTumorport, dove vengono discussi tutti i casi del momento. Prendono parte a questa conferenza l’università di Innsbruck, i due Centri Senologici a Bressanone e Merano, i reparti di Ginecologia e Patologia dell’ospedale di Bolzano e il reparto Radiologico della clinica Bonvicini a Bolzano.
Maritorniamo al nostro corso. Per prima cosa Annie ci spiega l’anatomia del seno. Non tutti i seni sono uguali. Ci sono dei seni più o meno sodi, seni grandi o piccoli, alcune donne hanno un seno con un tessuto più ghiandolare, altre con uno più liscio; il tessuto del seno cambia con l’età così come dopo il parto e l’allattamento. Il seno si trova tra la terza e la sesta costola e galleggia sulla gabbia toracica. È composto di 15-20 lobi ghiandolari che sono appoggiati intorno al capezzolo. Ogni lobo finisce in un dotto lattifero. Il seno consiste di tessuto connettivo, tessuto adiposo e tessuto ghiandolare. Il metodo di palpazione che Annie ci spiegherà, è stato sviluppato già nel 1980 negli USA da Mammacare. Se questo metodo viene applicato in modo coerente e corretto, è possibile riconoscere noduli a partire da un diametro di 3 millimetri. Annie:“Più è piccolo il nodulo, più grande è la possibilità di guarigione e meno invasivo è l’intervento.” Il segreto di questo metodo è che venga eseguito regolarmente: più una donna conosce il proprio seno e più facilmente si accorgerà di ogni piccola alterazione.
Non tutte le alterazioni significano subito cancro, anzi la maggior parte sono di natura benigna come cisti piene di liquido dipendenti dai flussi ormonali, fibroadenomi o papillomi dei dotti lattiferi, microcalcificazioni o lipomi. Bisogna controllarli tutti.
Per il controllo del seno la cosa migliore è sdraiarsi a terra su un tappeto morbido o un tappettino da ginnastica. Il seno dovrebbero restare dritto sul petto; se i seni sono più grandi e pesanti e cadono di fianco, è meglio mettere un cuscino sotto la spalla. Il seno viene sempre controllato in diagonale, cioè il seno sinistro con la mano destra e viceversa. Per la palpazione si usano le punte sensibili dell’anulare, del medio e dell’indice. Si comincia sempre dalla cavità ascellare in un disegno verticale, cioè dall’alto in basso. Il termine inferiore è la linea del reggiseno, quello superiore la cavità dietro la clavicola dove si trovano anche delle ghiandole. Quando si è arrivati in fondo, si sposta di poco (per la larghezza di un dito) la mano verso lo sterno e si tasta verso l’alto seguendo una linea immaginaria parallela alla precedente. Dalla cavità ascellare fino al capezzolo il braccio dalla parte del seno dovrebbe essere tenuto piegato sopra la fronte, dal capezzolo fino allo sterno steso invece orizzontalmente.
La palpazione si esegue, spiega Anni, esercitando tre diversi gradi di pressione. Sono sempre movimenti circolari della grandezza di una moneta da 10 centesimi. Prima con una pressione leggerissima, poi più profonda e infine molto forte per poter riconoscere anche un nodulo nel profondo del seno. Quando un punto è stato tastato tre volte, le tre dita vengono spostate più in alto o in basso e si ricomincia da capo. Anni:“È importante non essere disturbate durante la palpazione per potersi concentrare. Insomma, non si può fare aiutando contemporaneamente il piccolo nei compiti di matematica, raccontando una storia al nipotino o pensando al lavoro”. Mentre Anni ci spiega tutto questo ci dà inmano dei seni di silicone. Due di questi sono trasparenti di modo che si possa vedere quello che si tasta. La metà del seno ha un tessuto piuttosto morbido come il seno di una donna più anziana, l’altra metà è più soda. Così ci possiamo esercitare nei tre disegni di pressione. I seni di silicone hanno noduli di varie dimensioni e anche cisti o piccoli lipomi. I noduli tumorali sono più duri al tatto.Impariamo anche a premere molto forte per poter sentire il nodulo sotto il capezzolo.
Tra l’altro il seno è anche diviso in quadranti. La maggior parte dei tumori compare nel quadrante esteriore nella metà inferiore del seno. Il che non significa che possiamo dedicare meno attenzione agli altri quadranti. Se la palpazione di tutti e due seni insieme sembra troppo lunga, la si può anche ripartire in due giorni.
“Allora, siete pronte?” domanda Annie. Poi stende sul pavimento quattro grandi tappeti. Spogliamo il busto e ci sdraiamo. Adesso tocca a noi. Annie si sposta da una all’altra e controlla se eseguiamo i movimenti in modo corretto. Chi avrebbe mai pensato che potesse essere così difficile spostare la mano per la larghezza di un dito senza vedere niente. Dopo due-tre tentativi ci riesco. Anche l’intensità della pressione dopo un po’ diventa automatica. Mi concentro sulle punte delle mie dita e sul movimento, il resto intorno a me svanisce. Per le altre sarà la stessa cosa, penso.
I primi movimenti circolari leggeri come se spostassi un po’ la pelle all’interno del polso, poi più forti e poi fortissimi. Può anche fare un po’ male, ma mi ci abituo.Quando tocca al capezzolo, c’è Annie vicino a me. “Si, premi pure, non fa niente.” È un po’ strano, ma premo con coraggio e tasto in profondità il tessuto del mio seno. Adesso devo cambiare la posizione del braccio; non più sopra la testa, ma steso lungo il mio fianco. Annie, da parte sua, non tocca mai il nostro seno, ci spiega soltanto il movimento.
La voce di Annie mi riporta alla realtà. “Non so se avete ancora domande, sennò possiamo anche finire”. Chiaro, qui non possiamo eseguire il controllo completo, durerebbe troppo. Ma abbiamo imparato il principio dell’autocontrollo. Adesso a casa bisogna continuare in modo costante. Una volta al mese. È importante farlo sempre nello stesso momento, per esempio cinque giorni dopo il ciclo o nei primi cinque giorni del mese, perché il seno è sottoposto a cambiamenti ciclici e all’improvviso può essere diverso al tatto. Naturalmente questo autocontrollo non può sostituire la visita dal ginecologo come nemmeno la mammografia a cui ogni donna tra i 50 e i 70 anni dovrebbe sottoporsi ogni due anni. Ma secondo le statistiche, la maggior parte dei tumori viene scoperto dalle donne stesse. Più è piccolo, meglio è!

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scrizione ai corsi nei Centri Senologici di Bressanone e Merano.
Tel. 0472 812580 oppure 0473 264000