Parliamone

Eccellente assistenza medica

Ida Schacher, Presidente
Care lettrici e cari lettori,
quello che avete letto sulla Chance 1/2022 alla fine non è stato il mio ultimo editoriale. In realtà avevo deciso di non ricandidarmi ma alla prima riunione del Consiglio Direttivo dopo l'assemblea provinciale di aprile, mi hanno pregato di fare ancora una volta la Presidente. Ho accettato, ma limitando il mio impegno solo ad un determinato periodo. Sarò affiancata da Maria Claudia Bertagnolli, Presidente del Circondario di Bolzano, in qualità di vice. Naturalmente anche in questo periodo limitato lavorerò per l'Assistenza Tumori Alto Adige al meglio delle mie possibilità e mi impegnerò in tutte le questioni con la coscienza di sempre. A livello provinciale e naturalmente anche nel mio circondario, l'Alta Val Pusteria, dove rimarrò presidente per tutto il mandato.
In questo numero della Chance abbiamo nuovamente raccolto una serie di argomenti che non solo puntano i riflettori sulle attività della nostra associazione, ma anche sull'eccellente assistenza medica di cui godiamo in Alto Adige: dal reparto di Urologia di Bressanone premiato con il marchio di qualità “Bollino Azzurro”, alla nuova certificazione del Centro Senologico di Bressanone - Merano fino alla Giornata di prevenzione per il tumore del cavo orale organizzata a Bolzano dal reparto di ORL. Siamo particolarmente orgogliosi del successo del progetto pilota APEO del distretto di Bolzano, trattamenti medico-cosmetici per pazienti che soffrono per gli effetti collaterali di particolari terapie che hanno importanti ricadute su mani e piedi. Da molti anni poi in Alta Pusteria raccogliamo tappi di plastica a favore del Centro oncologico di Aviano, unendo così la donazione alla tutela dell'ambiente, un tema che sta diventando sempre più importante e che riguarda tutti. Per questo ora vogliamo coinvolgere tutti i circondari. Dopotutto, ci sono tappi di plastica in ogni casa: quelli del latte, delle bottiglie d’acqua, dei tubetti di dentifricio, solo per fare qualche esempio. Possono essere consegnati in qualsiasi ufficio di sede o, naturalmente, direttamente a noi, a Dobbiaco.
L'estate è alle porte. Ma non è facile per noi. A parte la situazione personale di ciascuno dei nostri soci, il nostro pensiero continua ad andare all'Ucraina e alla guerra in corso. Spero sinceramente che si possa trovare una soluzione politico-diplomatica e che si possa finalmente riportare la pace in quei territori martoriati.
Nonostante tutto, auguro a tutti voi giornate estive felici e spensierate, con gioia e speranza nel cuore.
Vostra Ida Schacher

Commento

Care lettrici, cari lettori,

Nicole Dominique Steiner
quando ho scritto il commento dell’ultimo numero della rivista, la guerra in Ucraina era appena scoppiata e, come molti, credo, ero inorridita, ma anche fiduciosa. Speravo che la diplomazia sarebbe presto riuscita a far tacere le armi. Oggi (3 giugno, ndr), sto scrivendo un altro commento e la guerra dura ormai da cento giorni. Un'eternità per tutti coloro che ogni giorno sono accompagnati da bombardamenti e dall’ululato delle sirene, da disagi, violenze e morte, per tutti coloro che hanno dovuto lasciare le proprie case e fuggire. Senza parlare di quanti a questo centesimo giorno non sono neppure arrivati, o che sono stati gravemente feriti, sia fisicamente che psicologicamente. La guerra non può essere rimossa, negata. Non è presente solo in tivù, alla radio e sui social media. No, questa volta riguarda anche noi direttamente. Non solo per il timore latente di un'escalation e dello scoppio della terza guerra mondiale, con l’incubo dell'arma nucleare. No, anche nella nostra vita quotidiana. Molte cose, non solo la benzina, il gas e il gasolio da riscaldamento, sono diventate più costose. Molti prodotti sono difficili da ottenere. L'Africa rischia una catastrofe umanitaria senza precedenti se non sarà possibile far partire dai porti ucraini le navi con il grano destinato alle regioni più colpite dalla carestia. Del resto, il mondo è diventato da tempo un villaggio. Nulla è abbastanza lontano da non avere effetti su di noi.
Anche chi è malato di cancro vive una dimensione quotidiana del conflitto e della paura. Diversa, certo. All'interno di se stessi. E anche chi è guarito non può sempre fidarsi della "tregua". Rimane, più o meno consciamente, la paura che la lotta nel corpo si scateni di nuovo. I malati di cancro in Alto Adige però sono fortunati. Il sistema medico è all'avanguardia e collegato in rete con i centri d'eccellenza. Medici competenti e personale paramedico che fanno parte di una perfetta assistenza sanitaria, sono pronti a prendersi cura dei pazienti. Nella Chance infatti continuiamo a parlare di nuovi servizi, nuove certificazioni e riconoscimenti, eccellenza, nuove terapie e cure.
In questo numero, un argomento in particolare mi ha toccato. Il primario del reparto di otorinolaringoiatria dell'ospedale di Bolzano, il dr. Luca Calabrese, già stretto collaboratore del professor Umberto Veronesi presso il Centro Europeo dei Tumori di Milano, ha preso a cuore il destino di un gruppo di pazienti in particolare. Un gruppo di persone che vive nell'ombra. Quanti di noi hanno mai sentito parlare di disfagia? Quanto a me, ho dovuto farmi spiegare il termine. Si tratta di persone con difficoltà di deglutizione. Molti di loro sono ex pazienti del reparto di Otorinolaringoiatria. Operati con successo, guariti dal cancro, ma con un problema che pesa sulla loro vita sociale, sulla loro vita quotidiana. Difficoltà di deglutizione. Poter mangiare solo cibi molto morbidi o semi-liquidi, non poter mangiare una pizza o un piatto di pasta, una pagnotta croccante e fresca, non poter uscire a mangiare con gli amici. Il dr. Calabrese, con l’aiuto di dieci chef stellati, ha pubblicato un libro di cucina per le persone con questo problema. E questi chef, tra cui l'altoatesino Herbert Hintner, hanno deciso di offrire d’ora in avanti ai propri ospiti un menu per la disfagia. Il primario di Otorinolaringoiatria però non si ferma qui e ha un sogno, anzi due: riuscire a pubblicare diversi di questi libri con specialità regionali, per esempio collaborando con chef altoatesini e vedere in un prossimo futuro molti ristoranti che includono nel proprio menu piatti specifici per persone con disfagia. Proprio come molti fanno già oggi per le persone che soffrono di celiachia e che rappresentano solo il 4% della popolazione, mentre la disfagia colpisce il 15% degli over 55! Non ci vuole mica molto: buona volontà, fantasia, ingredienti freschi e un frullatore a immersione...
Nicole Dominique Steiner