Attuale

"Bollino azzurro" per l’Urologia di Bressanone

Premio per il trattamento multi- e interdisciplinare del cancro alla prostata


Da anni l'associazione nazionale ONDA (Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere) premia ospedali e reparti particolarmente innovativi che mirano a garantire un elevato standard qualitativo delle cure. Anche il reparto di Urologia di Bressanone ha ricevuto questo ambito riconoscimento per il trattamento delle malattie della prostata.
In primavera Onda ha assegnato all'Urologia di Bressanone il "Bollino Azzurro". Sono stati 155 in tutta Italia i centri di urologia che si sono candidati per questo riconoscimento e Bressanone, assieme ad altri 93 centri, ha soddisfatto tutti i criteri necessari per ottenerlo. Questo premio, che segue la logica del "Bollino Rosa" che da anni viene assegnato dalla stessa associazione a ospedali e reparti particolarmente attenti alle donne, è stato assegnato quest'anno per la prima volta. La valutazione è stata effettuata da un gruppo di esperti di fama nazionale. Il premio è stato assegnato ai centri per il trattamento multi- e interdisciplinare dei pazienti con carcinoma prostatico, ovvero il trattamento dei pazienti in collaborazione con oncologi, radioterapisti, radiologi, psicologi, fisioterapisti e urologi. L'équipe del reparto di Urologia di Bressanone, guidata dal dr. Michael Aigner, vede in questo premio un riconoscimento e una conferma del lavoro quotidiano fatto a stretto contatto con i colleghi delle diverse discipline coinvolte. Uno stile di lavoro che garantisce ai pazienti affetti da tumore alla prostata un'assistenza ottimale secondo gli standard più moderni.

Attuale

Attenzione a quello che succede in bocca

Intervista con il primario dr. Luca Calabrese sui tumori dell'area capo-collo


Due partecipanti allo screening offerto per i tumori dell'area capo-collo dal reparto di Otorinolaringoiatria di Bolzano, sono ora in fase di accertamento. Un’ottantina di persone il 21 aprile scorso, 4° Giornata della Prevenzione e per la Diagnosi precoce dei tumori del cavo orale, ha colto infatti l’occasione per un controllo gratuito. Non si tratta di tumori frequenti ma i numeri in Alto Adige sono tre volte più alti che nel resto d’Italia: parliamo di quasi 100 casi l’anno. Ne abbiamo parlato con il primario del reparto, dr. Luca Calabrese.
Lo screening per i tumori dell'area del capo e del collo non fa parte del programma di prevenzione abituale. Come mai ha deciso di organizzare una giornata di prevenzione lo scorso 21 aprile?
Dr. Luca Calabrese: Perché in Alto Adige i numeri sono alti, troppo alti. C’è pochissima conoscenza su questi tumori che hanno una fase di insorgenza senza sintomi. O quasi. Non c’è una grande attenzione per quello che succede in bocca, e questo né da parte della popolazione, né da parte dei medici.
Cosa intende con questo “o quasi”?
Dr. Luca Calabrese: Intendo che se si sta attenti, effettivamente qualche segnale è possibile coglierlo. Una macchiolina bianca o rossa in bocca. Un’afta, un nodulo, una lesione ulcerosa. Insomma, qualsiasi lesione in bocca o nella cavità nasale che duri più di tre settimane, che non scompaia completamente dopo questo ragionevole arco di tempo, è un segnale che bisogna cogliere. Un segnale d’allarme!
E questo in genere non avviene?
Dr. Luca Calabrese: In questi cinque anni da primario a Bolzano ho capito una caratteristica degli altoatesini: hanno una tolleranza al dolore, al disturbo, che è mostruosa! Hanno cose più importanti da fare. Il dolore fisico non ha importanza. Non sono abituati a controllarsi ed eventualmente a togliere lesioni precancerose. Ricordo che una neoplasia è spesso preceduta da una lesione leucoplasica (macchia bianca) benigna che nel tempo può evolvere verso un carcinoma. Da un punto di vista epidemiologico, si potrebbe stimare la presenza di mille casi di tali lesioni, ma se vado a controllare in patologia trovo solo traccia di 50 biopsie, espressione di inefficacia della campagna di informazione e di screening! La realtà dei fatti ci mette poi di fronte ad una media di quasi 100 casi annui su 570.000 abitanti. Questo significa che se la media nazionale del rischio tumori capocollo è dell’ 8-12%, in Alto Adige arriviamo al 15 – 17%, talvolta anche a 20%!
E a che cosa è dovuta questa notevole differenza?
Dr. Luca Calabrese: In primis è dovuta ad un maggior consumo di alcol (cifre simili le troviamo in Trentino, nel Veneto e in Friuli). Peggio ancora se l’alcol viene associato al fumo. In quel caso il rischio si triplica! E poi c’è la scarsa igiene del cavo orale. Se ho un dente rotto, anche se non fa male, devo andare dal dentista. La lingua passa in continuazione su questo dente, prima o poi si origina un’ infiammazione cronica che diventa essa stessa un co-fattore nella genesi del tumore. Oltretutto, una scarsa igiene orale altera la flora batterica in bocca, il microbioma, che seleziona alcuni ceppi batterici che sono dei facilitatori tumorali. E poi dipende anche dalla risposta immunologica individuale della persona.
Qual è la fascia di età più a rischio per questo tipo di tumori che prendono la laringe, le faringi, il cavo orale, la lingua, le gengive, le labbra?
Dr. Luca Calabrese: E non dimentichiamo la gola, il naso e la cavità nasale, le ghiandole salivari e la tiroide… Per quanto riguarda l’età, diciamo dai 50 in su. In Alto Adige riscontriamo anche un numero più alto di donne con questo tumore che altrove. Ma attenzione, anche i giovani dovrebbero controllarsi la bocca. Sicuramente se bevono e fumano. Ma non c’è da sottovalutare anche la componente virale: il virus HPV, il papilloma virus, può causare un’infiammazione cronica che diventa fattore di rischio.
Si guarisce da questo tumore?
Dr. Luca Calabrese: Se trovato in tempo, in una fase precoce, l’80 % dei pazienti guarisce. In caso di una diagnosi tardiva il 30 – 40% arriva a cinque anni. Quello che cambia, e molto, tra la fase precoce e quella tardiva, è la chirurgia. In una fase precoce il paziente diventa disfagico (con difficoltà nel deglutire) per qualche mese, in fase tardiva lo sarà per la vita. E comunque gli interventi diventano sempre più lunghi e complessi, lasciando segni e disturbi permanenti. Bisogna ricostruire la lingua o un labbro, fasce, tendini o muscoli, talvolta anche ossa per una ricostruzione di mandibola…
Comunque di precancerosi lei non ne vede molti nel suo reparto…
Dr. Luca Calabrese: No, noi quasi nessuno. Non vengono sottoposti a biopsia e non sono oggetto di particolare indagini. Certo è più facile che una macchia rossa in bocca sia causata da un dente che da un tumore. Ma io preferisco prima andare ad escludere il tumore e poi comincio a cercare altre spiegazioni. È una forma mentis diversa.
L’atteggiamento da oncologo?
Dr. Luca Calabrese: Esatto. Per un oncologo tutto ciò che vede è innanzitutto un tumore, poi va per esclusione. Certo, innesco un iter che può essere anche molto invasivo, devo fare la biopsia. Ma il concetto di screening è questo. Ovviamente, chi si sottopone ad uno screening e in caso di dubbio ad eventuali esami successivi, rischia di essere un falso positivo. C’è questo impatto negativo psicologico degli screening e della fase di accertamento: costringo delle persone a vivere per qualche settimana con la paura di essere malate. Però sono convinto che ne valga la pena!
Convegno Nazionale Otorino a Bolzano


Per la prima volta dal 14 al 15 ottobre 2022 il Convegno Nazionale di Aggiornamento dell’Associazione Otorinolaringologi Ospedalieri Italiani, AOOI, si terrà a Bolzano. Dopo il lavoro scientifico, il convegno si trasformerà in humanities festival, aperto al pubblico. Il congresso chiude con una lectio magistralis della dott.ssa Luigina Mortari sulla “Filosofia della cura”.
L’entrata degli ambulatori nel nuovo tratto dell’Ospedale di Bolzano