Attuale

Riposo forzato

Il gruppo di auto-aiuto per uomini "Der Baum"- Solo tre incontri da febbraio 2020
A partire da settembre si sono incontrati solo tre volte. Sono gli uomini del gruppo di auto-aiuto "Der Baum". Tuttavia, il dottor Hartmann Aichner e lo psicologo Anton Huber sono sempre a disposizione di tutti. I due capigruppo hanno optato per non offrire una versione online della loro attività: i componenti sono persone troppo diverse tra loro, anche per approccio e background. Quello che è certo – almeno così hanno dimostrato i tre incontri in presenza tra settembre e novembre - è che la pausa forzata non ha intaccato la sintonia e il livello di intimità del gruppo.
Il Dr. Hartmann Aichner fa parte del gruppo nel doppio ruolo di paziente e di leader della discussione, avendo un background medico. Le riunioni in autunno, racconta, sono state come ritrovarsi con dei vecchi amici. "Ci siamo sentiti degli estranei solo per i primi cinque minuti, poi abbiamo ritrovato tutte le nostre dinamiche e abbiamo potuto riprendere da dove ci eravamo fermati l’ultima volta. Questo è possibile però, ammette, perché la maggior parte dei componenti fa parte del gruppo sin dai primi incontri e perchè nel loro caso la malattia risale già a qualche tempo fa, infatti solo uno degli uomini è attualmente ancora in terapia. "Ma se ci sono domande, sono sempre disponibile per telefono. Io stesso chiamo tutti una volta al mese per chiedere come va. Due membri del gruppo si sono ammalati di Covid, uno dei quali in modo relativamente grave."Abbiamo una grande sala disponibile - dice il Dr. Aichner - ma il gruppo rientra comunque tra le categorie vulnerabili". Tradotto: non sono previsti incontri fino a nuovo avviso (forse a partire da dopo Pasqua).
Il Dr. Aichner stesso ammette di sentire la mancanza dello scambio con gli altri. Ma è anche l'isolamento generale dovuto al Coronavirus che rende difficile immaginare, almeno a breve scadenza, di potersi incontrare regolarmente. "Io personalmente evito tutti i rischi. Cammino molto all'aria aperta e mantengo le distanze. Nessun contatto inutile!". Lo psicologo Anton Huber non solo è disponibile per telefono, ma anche nell'ambulatorio onco- psicologico. "Decideremo come procedere mese per mese", dice Huber. Fino a Pasqua, aggiunge, gli incontri in presenza in ogni caso sono fuori questione. "Dopo quella data decideremo in modo spontaneo. Del resto, si fa presto ad avvisare i 15 membri". In circostanze normali, il gruppo di auto-aiuto guidato si incontra una volta al mese, la sera, all'ospedale di Brunico.
Come psicologo Anton Huber conduce anche colloqui individuali in zoom con i pazienti, ma la qualità dello scambio non è la stessa, dice. "Non si può trasmettere l'atmosfera del gruppo al cento per cento attraverso lo schermo". Le conversazioni di terapia individuale, d'altra parte, sono possibili, afferma. In ogni caso, se la pandemia permetterà di riprendere le riunioni di gruppo, ci sarà molto da lavorare e da elaborare insieme. Il Covid e ciò che la pandemia ha fatto a noi, alle nostre vite, lascerà un segno, ribadisce lo psicologo Huber.
II gruppo di auto-aiuto "Der Baum"è stato fondato dal Dr. Hartmann Aichner e da Anton Huber 5 anni fa. Si tratta del primo gruppo di auto-aiuto in Alto Adige esclusivamente maschile, interamente composto da uomini con una diagnosi di cancro alla prostata. Parlare, scambiarsi idee, rendersi conto che non si è soli con la propria sofferenza, le proprie esperienze, le proprie paure e difficoltà, aiuta a superare meglio questa difficile fase della vita. L'albero: una bella immagine per riprendere il controllo della propria vita. Radicato, stabile, con lo sguardo rivolto sempre verso il cielo. Il simbolo dell'ottimismo.

Attuale

On the road again

Lucio Bazzanella è uno degli autisti del circondario Bassa Atesina Oltradige
Da circa cinque anni, Lucio Bazzanella si mette regolarmente alla guida spostandosi dalla Bassa Atesina o dall' Oltradige all'ospedale di Bolzano, oppure alla Radioterapia della clinica Bonvicini o magari a Merano. A volte va anche ad Aviano, Pavia o Bologna. Lucio è infatti uno degli autisti volontari del circondario ATAA della Bassa Atesina-Oltradige.
Lucio è il figlioccio di Mariangela Berlanda Poles, la presidente del circondario. Quando lui è andato in pensione, lei non ha perso tempo nel coinvolgerlo in una buona causa. Guidare è da sempre la sua passione, ha molta esperienza e lo fa in piena sicurezza. "Nei nostri trasporti - dice Lucio - dobbiamo guidare con molta attenzione. Nessuna frenata o accelerazione improvvisa; non vogliamo che i pazienti si spaventino, o che magari, al ritorno dalla terapia, si sentono male per colpa nostra".
Oltre alle capacità di guida, tra le qualità che un autista dell’ATAA deve possedere, ci sono anche empatia e sensibilità. Lucio Bazzanella: "Bisogna capire quando un paziente vuole chiacchierare e quando invece ha bisogno di tranquillità". Di solito, prima di iniziare una conversazione, aspetta che sia il suo passeggero a dire la prima parola. Ha imparato poi ad essere sensibile ai possibili sbalzi di umore e ad adattarsi immediatamente.
L'auto di servizio dell’Assistenza Tumori della Bassa Atesina ha sette posti, ma dopo lo scoppio della pandemia di Covid possono essere trasportati al massimo due pazienti alla volta, per garantire la sicurezza di tutti. La macchina è dotata di una parete divisoria in policarbonato e le maniglie vengono disinfettate dopo ogni viaggio, così come accade con i sedili tutte le sere dopo l'ultimo viaggio.
In totale ci sono 15 conducenti che si alternano. Circa ogni 12 settimane, Lucio è in servizio dal lunedì al venerdì. Prima del Covid, a volte c'erano talmente tante richieste che bisognava chiamare un secondo autista. Se uno però ha un impegno mentre è di turno, non è un problema. Tutti sentono di far parte di una squadra e si sostituiscono a vicenda. "Quando ci sono da fare dei viaggi più lunghi - dice Lucio Bazzanella - i miei colleghi mi chiedono spesso se mi va di sostituirli, anche se non sono in servizio". Sanno che per lui nessuna strada è troppo lunga.
Durante il suo primo turno di quest'anno, a gennaio, Lucio invece, nell'arco di una settimana, ha dovuto fare solo tre viaggi. Tuttavia i giorni di reperibilità possono essere lunghi. Spesso il servizio inizia già alle 6 del mattino ma poi, magari, per la corsa successiva bisogna attendere fino alle 5 del pomeriggio. E poi bisogna saper attendere con pazienza, soprattutto quando un malato deve sottoporsi a lunghi esami o terapie. Infatti non è sempre possibile organizzare nel frattempo un'altra corsa. Per Lucio però questo non è mai un problema.
Ma perché ci sono meno pazienti da trasportare ora? Da un lato perché gli esami e le terapie sono in parte rimandati a causa del Covid, dall'altro Lucio crede che la gente abbia anche paura. Soprattutto perché non si può escludere che a bordo ci sia un altro passeggero. "Ecco perché molti scelgono il taxi". Inoltre, dice Lucio, a causa della pandemia molti componenti della famiglia sono a casa dal lavoro, quindi possono accompagnare i loro cari agli appuntamenti. Comunque, per parte sua, non vede l'ora che le cose tornino alla normalità!