Commento
Care lettrici, cari lettori,
Nicole Dominique Steiner
Il cancro non è un tema per soli anziani. E questo non solo perché ci sono sempre più giovani che si ammalano, ma anche perché ci sono dei giovani che si attivano per i malati, ragazze e ragazzi che non si girano dall'altra parte e che sono pronti ad impegnarsi. E grazie alla loro gioventù hanno idee fresche e riescono a portare i colori della vita nel quotidiano grigio scuro della malattia.
Il circondario di Merano ha dall’inizio di quest’anno un nuovo gruppo in Val Passiria. È stato fondato grazi a tre giovani donne che non sono malate ma hanno conosciuto il dramma della malattia attraverso amici o parenti. Si sono organizzate e all’insegna del motto “fidatevi, noi siamo con voi” invitano i malati della valle, ma non solo loro, bensì anche amici, genitori, figli ogni mercoledì sera nel vecchio municipio di San Leonardo per passare del tempo insieme. Fanno lavoretti, giocano, invitano relatori per affrontare tematiche inerenti malattia e cura, offrono dei corsi di Qi Gong, ginnastica rilassante, serate sauna per donne. E pensano anche agli uomini, con loro vanno a pescare o al bowling. La loro freschezza aiuta i malati a dimenticarsi per qualche ora del difficile quotidiano alle prese con la malattia. E non solo loro, ma anche i familiari. Stare inseme, chiacchierare, capire che non si è soli. Questo conta.
Evi Weger invece ha 28 anni, due figli di 4 e 1 anno e sei anni fa si è trasferita da Termeno nei pressi di Rotterdam. Ha avuto un’idea formidabile ed è riuscita a realizzarla, grazie anche all’aiuto dell’Assistenza Tumori. Rapunzel si chiama il suo progetto, che prevede la raccolta di capelli. Lei cura la pagina web, ha organizzata due saloni, uno a Terlano e uno a Brunico dove le donatrici di cappelli possono farsi tagliare gratuitamente i cappelli o inviare le loro trecce tagliate. E l’ATAA sostiene il progetto e riceve il ricavato delle trecce vendute, soldi da investire nell’acquisto di parrucche per le donne che fanno chemioterapia.
E poi c’è questa bella storia dall’estero, di Julie Meunier, una giovane francese di 29 anni. Due anni fa si è ammalata di tumore al seno. Ha sofferto molto della perdita dei capelli e siccome non tollerava la parrucca si è inventata un sistema originale che adesso vuole condividere con altre donne nella stessa situazione.
Una frangetta con foulard per coprire la testa pelata. Ogni giorno Julie è uscita di casa con un foulard di diverso colore e legato in modo differente. Una volta guarita ha presentato il suo progetto in internet per raccogliere mezzi e oggi ha uno showroom a Nizza e vende in rete le sue frangette e i foulard, pensati per donne di tutti i tipi. Oltre a coprire la testa ridà alle donne la sensazione di essere belle e femminili. Il progetto si chiama “Les Franjynes”.
Tutte queste idee sono formidabili e trovo fantastico che tutte queste giovani donne non solo non girino la testa dall’altra parte ma che al contrario, si impegnino, regalino tempo, vicinanza e gioia di vivere. GRAZIE.
In questo momento dell'anno tempo e calore umano sono temi particolarmente importanti. Quando anche la stagione invernale tinge tutto di buio e di freddo, quando tutti si preparano al Natale, quando tutto luccica e tutti corrono, il trauma della malattia e la solitudine che troppo spesso ne consegue, pesano ancora di più. È allora che serve mostrare empatia. Un abbraccio, una stretta di mano, una buona parola, un momento di ascolto o anche il silenzio condiviso si trasformano in oro.
Auguro a tutti voi momenti di tranquillità, coraggio e speranza sulla via verso l’anno nuovo
Nicole Dominique Steiner
Il circondario di Merano ha dall’inizio di quest’anno un nuovo gruppo in Val Passiria. È stato fondato grazi a tre giovani donne che non sono malate ma hanno conosciuto il dramma della malattia attraverso amici o parenti. Si sono organizzate e all’insegna del motto “fidatevi, noi siamo con voi” invitano i malati della valle, ma non solo loro, bensì anche amici, genitori, figli ogni mercoledì sera nel vecchio municipio di San Leonardo per passare del tempo insieme. Fanno lavoretti, giocano, invitano relatori per affrontare tematiche inerenti malattia e cura, offrono dei corsi di Qi Gong, ginnastica rilassante, serate sauna per donne. E pensano anche agli uomini, con loro vanno a pescare o al bowling. La loro freschezza aiuta i malati a dimenticarsi per qualche ora del difficile quotidiano alle prese con la malattia. E non solo loro, ma anche i familiari. Stare inseme, chiacchierare, capire che non si è soli. Questo conta.
Evi Weger invece ha 28 anni, due figli di 4 e 1 anno e sei anni fa si è trasferita da Termeno nei pressi di Rotterdam. Ha avuto un’idea formidabile ed è riuscita a realizzarla, grazie anche all’aiuto dell’Assistenza Tumori. Rapunzel si chiama il suo progetto, che prevede la raccolta di capelli. Lei cura la pagina web, ha organizzata due saloni, uno a Terlano e uno a Brunico dove le donatrici di cappelli possono farsi tagliare gratuitamente i cappelli o inviare le loro trecce tagliate. E l’ATAA sostiene il progetto e riceve il ricavato delle trecce vendute, soldi da investire nell’acquisto di parrucche per le donne che fanno chemioterapia.
E poi c’è questa bella storia dall’estero, di Julie Meunier, una giovane francese di 29 anni. Due anni fa si è ammalata di tumore al seno. Ha sofferto molto della perdita dei capelli e siccome non tollerava la parrucca si è inventata un sistema originale che adesso vuole condividere con altre donne nella stessa situazione.
Una frangetta con foulard per coprire la testa pelata. Ogni giorno Julie è uscita di casa con un foulard di diverso colore e legato in modo differente. Una volta guarita ha presentato il suo progetto in internet per raccogliere mezzi e oggi ha uno showroom a Nizza e vende in rete le sue frangette e i foulard, pensati per donne di tutti i tipi. Oltre a coprire la testa ridà alle donne la sensazione di essere belle e femminili. Il progetto si chiama “Les Franjynes”.
Tutte queste idee sono formidabili e trovo fantastico che tutte queste giovani donne non solo non girino la testa dall’altra parte ma che al contrario, si impegnino, regalino tempo, vicinanza e gioia di vivere. GRAZIE.
In questo momento dell'anno tempo e calore umano sono temi particolarmente importanti. Quando anche la stagione invernale tinge tutto di buio e di freddo, quando tutti si preparano al Natale, quando tutto luccica e tutti corrono, il trauma della malattia e la solitudine che troppo spesso ne consegue, pesano ancora di più. È allora che serve mostrare empatia. Un abbraccio, una stretta di mano, una buona parola, un momento di ascolto o anche il silenzio condiviso si trasformano in oro.
Auguro a tutti voi momenti di tranquillità, coraggio e speranza sulla via verso l’anno nuovo
Nicole Dominique Steiner