Attualità

Un grande cuore

Ulrich Seitz - La gioia dell’impegnarsi per gli altri


È molto cordiale e ha un grande cuore. Ulrich Seitz, ex direttore dell'Ufficio Ospedali, ha lasciato il suo lavoro nel 2016 per dedicarsi completamente a ciò che gli sta più a cuore: il prossimo, ovvero le persone che hanno bisogno di aiuto. Per lui è stata una liberazione personale nonché la fine dei suoi conflitti di interesse, poiché si sentiva le mani legate dal dovere d'ufficio in quanto dipendente pubblico. All'inizio del 2025 è stato eletto Persona dell'Anno dai lettori di “Stol” e “Dolomiten”.
Con sua grande sorpresa. “Ho scoperto per caso, il giorno prima di Natale, che qualcuno mi aveva candidato. Non ne sapevo nulla e sono rimasto molto sorpreso quando per strada qualcuno mi ha detto: Ti ho appena votato". Gli ha fatto un gran bene, dice Ulrich Seitz, che tutti chiamano Uli. È stato particolarmente felice perché, in occasione della sua elezione, ha potuto utilizzare le numerose interviste per perorare le cause che gli sono più care. Il Terzo Settore, i tanti volontari che in Alto Adige si impegnano per le persone che hanno bisogno di aiuto, che sono malate, che si trovano ad attraversare il lato oscuro della vita.
Dopo un'esperienza presso la cooperativa sociale EOS, che si è posta l'obiettivo di sensibilizzare l'opinione pubblica sui problemi dei giovani con disturbi psichici e psichiatrici, Seitz è diventato direttore del Centro di Servizi per il Volontariato (CSV) dalla sua fondazione, nel luglio 2019. Il CSV comprende 63 organizzazioni di volontariato, che a loro volta riuniscono un totale di 2.300 associazioni di diversi settori, tra cui anche l’Assistenza Tumori AA. Anche il lavoro di sviluppo lo attrae.
Ulrich Seitz è presidente di una casa di riposo per anziani che visita ogni fine settimana, è presidente dell'associazione “Un cuore per i bambini”, dell'associazione Alzheimer dell'Alto Adige, si impegna per l'Aiuto Aids dell'Alto Adige, lotta per la copertura assicurativa delle donne impegnate nell'assistenza domiciliare, per la raccolta del sangue del cordone ombelicale e molto altro ancora. Un tuttofare del volontariato che trova soddisfazione nell'impegno per gli altri non solo professionalmente, ma anche privatamente. A sentire lui, non c’è nulla di speciale in quello che fa e, se potesse, farebbe ancora di più. “Ho l'opportunità di farlo e voglio fare la differenza!”
La nomina lo ha reso particolarmente felice anche perché l'ultimo anno è stato particolarmente difficile e frustrante. La nuova regolamentazione del Terzo Settore, l'obbligo di digitalizzazione, i requisiti di vario tipo per le associazioni di volontariato, sono una fonte continua di preoccupazione. Non tutte le associazioni hanno persone in grado di gestire tutto questo e le possibilità del CSV di sopperire a queste carenze hanno dei limiti oggettivi, e questo nonostante tutto l'impegno. “Essere bravi non basta più da tempo!” Ci vogliono “manager”. Persone che coordinino tutto, che presentino richieste di contributi, che facciano progredire l'associazione e che soddisfino tutti i requisiti. Una delle sue richieste è quindi anche quella di pagare queste persone. Tutto questo non può più essere fatto gratuitamente oltre al lavoro, nel tempo libero. E chi lo fa, si consuma.
La demenza e l'Alzheimer occupano un posto particolarmente importante nel suo grande cuore. Un problema che non riguarda solo gli anziani, ma sempre più giovani e quindi parliamo di intere famiglie in difficoltà. In totale, in Alto Adige ci sono 14.000 pazienti affetti da Alzheimer. Ogni anno vengono registrati circa 1.200 nuovi casi. Solo 400 sono ospitati in istituti, gli altri vengono curati a casa, con grandi difficoltà, per lo più da donne che lavorano. 400 malati di Alzheimer hanno un'età compresa tra i 40 e i 60 anni e a quell’età il decadimento è particolarmente rapido. Una tragedia per le famiglie colpite. E un tabù. Per i pazienti giovani non è prevista alcuna riabilitazione, quindi Seitz si sta impegnando per trovare posti in ergoterapia e logopedia. Seitz desidera una società meno egoista, in cui non tutti difendano gelosamente solo i propri vantaggi. Desidera anche che le associazioni siano più solidali tra loro, più collaborative e che ci sia una sana competizione per le buone idee. “Anche i servizi delle associazioni devono adattarsi. Le sole attività sociali pomeridiane non sono più sufficienti. L’Assistenza Tumori è già molto avanti in questo senso!”, afferma Ulrich Seitz.
Se potesse esprimere un desiderio, le sua priorità sarebbero: una forte lobby per il sociale (che non esiste) che porti opportunità per tutti, la tutela delle donne impegnate nell'assistenza e una maggiore stima reciproca tra le persone. “In un paese in cui il turismo ha un'importanza così grande, dove gli operatori turistici si distinguono per il loro rapporto speciale con i clienti, in molti altri settori c'è un problema di comunicazione! Le persone con problemi hanno difficoltà e non si sentono prese sul serio”.
Il cinquantunenne di Termeno, con una passione per gli occhiali un po’ eccentrici, dal sorriso radioso e dalla cordialità sincera, vive a Terlano e ha studiato giurisprudenza. Nel suo scarso tempo libero è un appassionato frequentatore di teatro e con il suo buon amico, l'attore Thomas Hochkofler, ama discutere del mondo, della filosofia e della letteratura moderna. Una cosa che Ulrich Seitz non ama fare è viaggiare. Per un motivo particolare: “Ho paura che mi piaccia così tanto da non tornare più indietro”. E poi ha ancora così tanto da fare in Alto Adige...

Attualità

La musica unisce e aiuta

Concerto di beneficenza con Federico Manara, primo violino alla Scala, e Luigi Mariani, professore di pianoforte al Conservatorio Monteverdi di Bolzano


Due amici uniti da una passione, le note virtuosistiche di Franz Schubert, Robert Schumann e Wolfgang Amadeus Mozart eseguite in duetto, e il desiderio non solo di incantare con la musica, ma anche di aiutare. Questo è stato il concerto di beneficenza organizzato dal Circondario Bolzano Salto Sciliar il 6 febbraio al Conservatorio di Bolzano e che ha visto protagonisti il primo violino del Teatro alla Scala di Milano, il Prof. Francesco Manara e il docente di pianoforte del Conservatorio di Bolzano, il Prof. Luigi Mariani.
È stata più di una semplice serata in musica. È stata anche l'energia che ha unito sul palco questi due musicisti, amici sin da quando frequentavano insieme il Conservatorio di Torino, a rendere questa serata così speciale. Luigi Mariani sa cosa significa dipendere dall'aiuto degli altri, non è infatti solo un eccellente pianista, ma anche un maestro nel superare situazioni di vita difficili. È quasi cieco dall'età di 10 anni. Si sente legato all'Assistenza Tumori perché nel 2009 ha perso sua sorella, Stefi, a causa del cancro. Entrambi sono anche amici d'infanzia di Birgitta Thaler, vicepresidente del Circondario di Bolzano. E così una cosa tira l'altra.
Quando Luigi Mariani ha proposto al suo amico un concerto di beneficenza insieme, si è trattato solo di trovare una data. Piena sintonia. Ed è stato davvero un concerto molto speciale quello che la presidente del Circondario Bolzano Salto Sciliar, nonché presidente provinciale dell'Assistenza Tumori, Maria Claudia Bertagnolli, assieme alla sua vice nel Circondario, Birgitta Thaler, hanno potuto annunciare. Un appuntamento davvero speciale. Non solo per il virtuosismo dei due esecutori, ma anche per la gioia di suonare insieme che si percepiva in ogni nota. In questo senso, la serata è stata tanto un regalo per l'Assistenza Tumori, quanto per i due musicisti e amici, che si sono esibiti fianco a fianco sul palco condividendo con il pubblico ciò che li unisce nel profondo: la musica.
I due musicisti hanno eseguito la Sonatina per violino e pianoforte op. 137 n. 1, D 384 di Franz Schubert (1797-1828); tre Romanze op. 24 di Robert Schumann (1810-1856) e la Sonata K. 454 in si bemolle maggiore per violino e pianoforte di Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791) e infine tre “Acquerelli” composti da Luigi Mariani. Vedere i colori attraverso la musica.
Maria Claudia Bertagnolli e Brigitta Thaler hanno approfittato della loro introduzione non solo per ringraziare calorosamente entrambi i musicisti, ma anche per fornire una breve panoramica dell'importante lavoro svolto dall'Assistenza Tumori a livello di circondario e provinciale. Dalle diverse forme di assistenza di natura pratica, sociale e anche finanziaria alle informazioni sulla malattia e sulla prevenzione.
Professor Luigi Mariani
Una storia piena di traslochi. Torino, Lipsia, Bolzano, Monaco di Baviera, Ragusa, Castelfranco Veneto, Mantova, Roma e infine di nuovo Bolzano. Prima per gli studi di pianoforte, direzione d'orchestra e composizione, poi per la sua attività di insegnante. Non è stata una vita facile. Luigi Mariani è cieco da quando aveva dieci anni. Un handicap che all’epoca non aveva molti strumenti esterni di supporto. Soprattutto nella musica. Francesco Manara e altri compagni di studio lo hanno aiutato a studiare registrando per lui brani che non erano ancora disponibili in Braille. A Bolzano, racconta Luigi Mariani, ha trascorso uno dei periodi più belli della sua vita quando era studente al Conservatorio, dove oggi insegna. La musica è stata ed è per lui un modo per continuare a vedere. Soprattutto la musica orchestrale, dove la costruzione graduale e collettiva dei brani, le prove insieme, lo affascinano quasi più dell'esecuzione stessa. La perdita di sua sorella Stefania, nel 2009, le circostanze del suo cancro e della sua morte lo hanno segnato profondamente. Soprattutto il fatto che sua sorella, madre di un bambino piccolo, e con lei tutta la famiglia, si siano sentite abbandonate. Anche per questo motivo, Luigi Mariani ha voluto fare qualcosa per l'Assistenza Tumori Alto Adige, che fornisce un aiuto preziosissimo alle persone colpite dalla malattia e alle loro famiglie. E quale modo migliore se non attraverso la musica? La sua passione è, da sempre, anche un aiuto concreto per affrontare una vita quotidiana tutt'altro che facile.
Professor Francesco Manara
È stato un caso a portarlo alla Scala di Milano. In realtà, Francesca Manara sognava una carriera come violinista solista. Trentatrè anni fa, il suo professore di Conservatorio lo iscrisse al concorso per il posto di primo violino alla Scala di Milano. All'epoca aveva poco tempo per prepararsi perché stava svolgendo il servizio civile, dunque si presentò ai test con la leggerezza e la tranquillità di chi non aveva nulla da perdere. Superò la prima audizione non solo con Salvatore Accardo, uno dei più famosi violinisti italiani di sempre, ma anche con Riccardo Muti, che all'epoca dirigeva l'orchestra della Scala. Con sua grande sorpresa si ritrovò a 23 anni come primo violino di uno dei più famosi teatri d'opera del mondo. Una scelta di cui non si è mai pentito. La vita condivisa con l'orchestra, la condivisione dell'entusiasmo o anche della delusione per i fallimenti, l'adattarsi l'uno all'altro, lo entusiasmano ancora. È vincitore di numerosi concorsi musicali internazionali e ha un fitto calendario di impegni: a gennaio e febbraio 2025 erano in programma alla Scala Falstaff di Giuseppe Verdi e la “Walküre (Der Ring des Nibelungen)” di Richard Wagner, rispettivamente sei e sette rappresentazioni, numerose prove e due prove generali ciascuna, ma quando il suo amico Luigi Mariani gli ha chiesto se fosse disposto a tenere un concerto con lui a Bolzano, non ci ha pensato nemmeno un secondo.
La vita di un musicista, soprattutto in un ruolo di grande prestigio e visibilità, non è una passeggiata ma bensì un duro lavoro. I brani devono essere studiati e provati continuamente, non solo durante le prove dell'orchestra, ma anche a casa. Il suono dello strumento deve essere continuamente esercitato e perfezionato. Francesco Manara si prende solo un mese all'anno di pausa dal suo violino, un Nicola Amati del 1660. Lo chiama detoxing e la pausa è necessaria per rilassare i tendini e i muscoli della mano e del braccio. “Confesso però che, alla fine, non vedo l'ora di poter finalmente riprendere in mano il mio violino”. Una vita con e per lo strumento scandita da appuntamenti. Non solo suona nell'orchestra della Scala, ma è anche primo violino nel quartetto d'archi della Scala e fondatore del Trio Johannes. Alle esibizioni alla Scala di Milano si aggiungono concerti e masterclass in ogni parte del mondo. Ha suonato con i direttori d'orchestra più famosi del pianeta, ma l'uomo che a Bolzano ha accompagnato il suo amico Luigi Mariani e che ha suonato per un pubblico di poco meno di 200 persone e non di 2.000 come accade alla Scala, nella vita quotidiana è una persona “normale”, sensibile al destino meno fortunato degli altri.
Manara è arrivato al violino relativamente tardi, all'età di dieci anni. Ma, figlio di un padre appassionato di opera, già a sei anni citava a memoria arie d'opera e cercava – con scarso successo, come ammette ridendo – di entusiasmare i suoi amici. A Luigi Mariani lo lega un'amicizia di antica data e che risale ai primi giorni al Conservatorio. Un'amicizia cresciuta con la passione per la musica ma fatta anche di gioia per le passeggiate insieme, per filosofeggiare su Dio e sul mondo e per suonare insieme a Bolzano sul palco del Conservatorio per una buona causa!
Il prof. Luigi Mariani
Il prof. Francesco Manara, primo violino al Teatro alla Scala a Milano
La conclusione di una bellissima serata all'insegna di musica e amicizia. Da sx. Brigitta Thaler, Luigi Mariani, Maria Claudia Bertagnolli e Francesco Manara