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PERCORSI DI LETTURA | 2018

Convivere con più lingue è una delle caratteristiche
salienti dei luoghi di confine
Convivere con più lingue è una delle caratteristiche salienti dei luoghi di confine. Questo percorso di lettura fa riferimento ai confini in questo senso: sono tanti e diversi i motivi che portano scrittori e scrittici ad adottare un’altra lingua che non sia la propria madre lingua. Ha un genere questa letteratura? Negli anni ‘90 l’avremmo chiamata letteratura della migrazione poiché i primi scrittori migranti raccontavano la propria condizione, spesso con l’aiuto di giornalisti o scrittori italiani. E’ il caso di Mohamed Bouchane con “Chiamatemi Alí”; Pap Khouma con “Io, venditore di elefanti : Una vita per forza tra Dakar, Parigi e Milano”; Salah Methnani con “Immigrato”; Mohsen Melliti con “Pantanella. Canto lungo la strada”; Saidou Moussa Ba con “La promessa di Hamadi” o Shirin Ramzanali Fazel che scriveva direttamente in italiano il suo primo romanzo autobiografico “Lontano da Mogadiscio”.
Con la maturazione del fenomeno migratorio le motivazioni alla migrazione si sono diversificate. Poi sono arrivate le seconde generazioni: in questo percorso di lettura quindi alcune scrittrici e scrittori hanno cambiato lingua, altre hanno semplicemente usato la loro madrelingua, l’italiano, da italiane, ma con un pizzico di diversità in più: riferimenti culturali più complessi portati con sé nel proprio dna, che rivelano provenienze lontane almeno dei propri genitori. A volte neanche questo. Allora perché dover definire un genere che semplicemente è figlio di quella necessità di scrivere comune all’umanità intera? Forse l’idea di letteratura mondo associata a quella di confine, rende un po’ meglio l’idea di un percorso in cui dentro troveremo tutto: dalle proprie esperienze di migrazione, alla lotta quotidiana per l’integrazione, dalla necessità di continuare a scrivere perché già “prima” lo si faceva in un’altra lingua, alla scoperta di avere qualcosa da raccontare. Tutto questo avviene in una lingua italiana che si scopre viva e che prende atto di una società che cambia: come la letteratura in generale apre una finestra sul mondo, anche questa non può che aprire una finestra ancora più grande su un mondo a noi vicinissimo, a volte quello della porta accanto.
In questo percorso abbiamo inserito anche un “insospettabile”, tanto è famoso, Carmine Abate, scrittore arberesh oltre che insegnante di italiano, che incarna alla perfezione il senso della necessità di raccontare il mondo che ci si porta dentro, ovunque si vada, qualunque lingua si utilizzi: un’Italia che ha tante storie da raccontare.
Apre questo percorso di lettura una riflessione di Gentiana Minga, scrittrice e poetessa albanese da anni ormai a Bolzano. A lei va un ringraziamento speciale per aver impreziosito questo percorso di lettura, in cui, siamo sicuri, tanti troveranno un spunto per la prossima lettura.
Quante storie insomma in questo percorso di lettura!
Mauro di Vieste
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