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Diritti e doveri dei lavoratori |

Retribuzione
Il lavoro nero è illegale e significa rinunciare ai seguenti diritti:
retribuzione e previdenza sociale
tutela dei diritti del lavoratore
trattamento di fine rapporto
pensione adeguata
trattamento di malattia o infortunio sul lavoro
divieto di licenziamento
indennità di disoccupazione in caso di licenziamento
permessi retribuiti per formazione, etc.
ferie retribuite
norme di sicurezza sul lavoro e tutela della salute
tutela della maternità
misure di formazione continua
partecipazione in azienda
Costituzione italiana Art. 36.
Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata
alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare
a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa.
Tra i principali doveri del datore di lavoro figura, oltre alla tutela della salute e al rispetto della dignità del lavoratore, la corresponsione del compenso stabilito dal contratto collettivo. La retribuzione deve corrispondere alla qualità e alla quantità della prestazione e permettere al lavoratore e alla sua famiglia di condurre una vita libera e dignitosa. La retribuzione è quindi indirettamente garantita anche dalla Costituzione. In Italia non esiste però uno specifico riferimento di legge per un salario minimo. L’entità della retribuzione viene definita sostanzialmente dai contratti collettivi nazionali, dagli accordi provinciali e aziendali (qualora previsti) e naturalmente dagli accordi individuali. Di norma non si possono fissare retribuzioni inferiori alla paga base prevista dai contratti collettivi.
Nel determinare la retribuzione vanno osservati in particolare due principi fondamentali:
Il principio della non-discriminazione: l’entità della retribuzione non deve essere discriminante. Per lo stesso lavoro va previsto lo stesso salario. Tutte le differenze devono essere tecnicamente giustificabili. Ciò vale per tutte le persone e tutte le categorie di persone come donne e uomini, giovani, etc. Questo principio è garantito – come la parità di trattamento e la tutela della maternità –dall’articolo 37 della Costituzione.
Principio della non-rinuncia: se un lavoratore cambia le proprie mansioni all’interno dell’azienda, mantenendo lo stesso inquadramento, ed esercita un’attività equivalente, gli spetta la stessa retribuzione che percepiva prima del cambio.
La retribuzione comprende il salario corrente calcolato in base all’effettiva prestazione e agli altri elementi salariali ordinari e straordinari. La somma di tutti gli elementi salariali rappresenta la base per il calcolo dei contributi sociali.
La retribuzione lorda è composta da vari elementi salariali che devono essere indicati nella busta paga e che formano, dopo aver detratto i contributi sociali, l’imponibile fiscale (il reddito che deve essere tassato).
Quadro degli elementi salari
Paga base (ovv. minimo
contrattuale)
La paga base viene stabilita dai contratti collettivi nazionali del lavoro rispetto l’in quadramento previsto.
Indennità di contingenza Si tratta di un elemento salariale che fino al 31 dicembre 1991 doveva adeguare i salari all’inflazione. Gli importi maturati fino ad allora sono stati mantenuti in vigore e rappresentano oggi un elemento salariale fisso. Oggi sono i contratti collettivi nazionali a stabilire sostanzialmente l’adeguamento all’inflazione.
Elemento distinto della
retribuzione
Questo elemento viene liquidato dal 1° gennaio 1993 a tutti i dipendenti del settore privato. Di norma ammonta a 10,33 € e viene erogato 13 volte all’anno.
Scatti di anzianità Indennità che matura a determinate scadenze (ogni due/tre anni) se il lavoratore resta presso la stessa impresa. Entità e modalità sono stabilite dal contratto collettivo.
Premio di risultato Si tratta di un elemento salariale che viene erogato solamente se vengono raggiunti determinati risultati. I rispettivi criteri possono riferirsi fondamentalmente a quantità, qualità, presenze nel caso di centralinisti, mancanza di difetti nel pro dotto o servizio, soddisfazione della clientela (nel settore alberghiero). La frequenza di erogazione varia.
Nel dettaglio i premi di risultati vengono regolamentati dagli accordi integrativi provinciali o aziendali. Per i premi di risultato è prevista una contribuzione sociale ridotta.
In alcuni casi vengono pattuiti a livello locale o aziendale cosiddetti “premi di pro duzione”, che non sono vincolati al raggiungimento di determinati obiettivi ma che fungono da “incentivi indiretti”.
Superminimo Serve per aumentare la paga base. È una parte di retribuzione stabilita per singoli lavoratori o tutti i dipendenti di un’azienda, ma può essere assegnata anche indi vidualmente dall’azienda.
Indennità di mensa Indennità prevista da molti contratti collettivi.
Indennità varie Vi rientrano l’indennità di cassa, di turno,
di rischio, per lavori in sotterraneo, etc.
Indennità
di trasferta
Per le trasferte al di fuori del territorio comunale in cui risiede l’impresa possono essere pattuite indennità forfettarie di trasferta. Oltre a ciò possono essere rim borsate in toto o in parte spese documentate e anticipate dal lavoratore durante la trasferta.
Provvigioni La legge prevede espressamente la possibilità di retribuire il lavoratore in tutto o in parte con provvigioni. Generalmente il lavoratore pagato a provvigioni riceve una retribuzione fissa mensile, cui si aggiunge una quota costituita dalle provvigioni, la cui base di calcolo viene decisa dalle norme contrattuali aziendali o individuali, che stabiliscono una percentuale provvigionale.
Cottimo Questa forma di retribuzione viene regolamentata dai contratti collettivi e dipende direttamente dalla prestazione (cottimo a tempo o a misura). Viene sostituita sem pre di più dai premi di produzione e risultato.
Assegno per il nucleo
familiare
L’assegno per il nucleo familiare viene anticipato dal datore di lavoro per conto dell’INPS in base al reddito familiare e al numero di componenti del nucleo familiare.
Tredicesima mensilità L’assegno al nucleo famigliare non è un elemento della paga; può infatti essere liquidato in busta paga, ma anche attraverso altri canali. L’INPS eroga gli assegni famigliari sulla base del reddito famigliare e del numero di componenti della famiglia. Se vengono pagati attraverso la busta paga, il datore di lavoro può effettuare un conguaglio con i contributi dovuti.
Quattordicesima
mensilità
Alcuni contratti collettivi o accordi aziendali prevedono altre mensilità oltre alla tredicesima.
© IPL 2014
In busta paga è possibile anche trattenere degli importi, ad esempio in caso di pignoramento dello stipendio o del salario. È possibile trattenere anche le rate di un mutuo.
PAROLA CHIAVE
„retribuzione“ in Wikilabour:
www.wikilabour.it/AllPages.aspx?Cat=Retribuzione
Vedi il manuale in lingua tedesca “Die Rechte der ArbeitnehmerInnen” alla pagina internet
www.afi-ipl.org/de/information/materialien-fuer-lavoratoreinnen-und-gewerkschaften

I contributi sociali vengono pagati per la maggior parte dal datore di lavoro e in parte minore dal lavoratore. Il datore di lavoro risponde del versamento dei contributi sociali che vanno corrisposti all’INPS mensilmente, il giorno 16 del mese successivo a quello di riferimento.
Dopo aver detratto i contributi sociali dalla paga lorda, si calcola ogni mese l’imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF) che deve essere versata dal datore di lavoro al fisco entro il 16 del mese successivo a quello di riferimento. A fine anno si effettua poi una compensazione delle imposte. Il reddito complessivo annuo, i contributi sociali pagati e le imposte versate vengono dichiarati nel CUD (Certificazione Unica dei redditi di lavoro Dipendente) che deve essere consegnato al lavoratore entro febbraio. Questa certificazione contiene i principali dati sul reddito e sull’assicurazione sociale del lavoratore e funge da base per eventuali dichiarazioni dei redditi (modello UNICO PF o modello 730).
ESEMPIO
Un esempio di una busta paga è allegato.
Il trattamento di fine rapporto (TFR) è un ulteriore elemento salariale che spetta a ogni lavoratore e che ammonta a circa una mensilità per ogni anno. Il trattamento di fine rapporto viene trattenuto nell’azienda che lo dovrà rivalutare annualmente e viene liquidato in caso di risoluzione del rapporto di lavoro. In alcuni casi (acquisto della prima abitazione e spese mediche) il lavoratore può richiedere un anticipo fino al 70% del TFR maturato. Dal 2006 i lavoratori dipendenti devono decidere entro sei mesi dall’inizio di un nuovo rapporto di lavoro se lasciare il TFR maturato in azienda (con successiva liquidazione diretta al lavoratore) oppure se farlo versare in un fondo di previdenza integrativa. Se non viene comunicata espressamente una decisione (scritta), il TFR viene attribuito automaticamente a un fondo di previdenza integrativa. La decisione “a favore del fondo previdenziale integrativo” è irreversibile e non può essere ritratta nemmeno in occasione di ulteriori rapporti di lavoro. Dal 1° marzo 2015 i lavoratori avranno a disposizione una terza opzione di utilizzo del trattamento di fine rapporto che prevede per tre anni fino al 30 giugno 2018, la liquidazione mensile della quota del trattamento di fine rapporto direttamente in busta paga.
ESEMPIO
Patrick G. lavora da otto anni come magazziniere in un supermercato. Vorrebbe comprarsi una macchina nuova e chiede a tal fine un anticipo del 50% del tfr maturato. Il capo del personale gli comunica che la legge non prescrive anticipi per l’acquisto di una macchina. L’impresa può però decidere liberamente e anche senza motivazione di concedere l’anticipo al lavoratore.
PAROLA CHIAVE
„Trattamento fine rapporto“ in Wikilabour:
www.wikilabour.it/TFR%20%28trattamento%20di%20fine%20rapporto%29.ashx
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