Verso la speranza

EDGE – Bisturi virtuale

Radioterapia e radiochirurgia all’Istituto Clinico Humanitas di Milano

Un dosaggio multiplo, fasci di raggi proiettati con precisione sub-millimetrica, tessuto sano protetto da un sistema di sottili lamelle di piombo sincronizzate, trattamenti di pochi minuti per pochi giorni e la possibilità di trattare metastasi cerebrali, ma anche carcinomi primitivi del polmone, della cavità addominale o della prostata in via radiochirurgica.
La macchina miracolosa si chiama EDGE e si trova a Milano all’Istituto Clinico Humanitas, è l’unica del suo genere in Italia.
Il primo EDGE è stato presentato nel 2013 alla clinica universitaria di Heidelberg, dove un’equipe internazionale ha sviluppato la rivoluzionaria tecnologia lamellare dinamica TomoEDGE. EDGE è di casa dal 2014 presso la clinica Humanitas, il cui reparto di radioterapia diretto dalla professoressa Marta Scorsetti dispone in tutto di sei macchine per la tecnica VMAT, volumatric modulated arc therapy.
Grazie ad EDGE, sottolinea infatti Scorsetti, “siamo in grado di curare uno spettro molto vasto di lesioni neoplastiche in tempi sempre più rapidi e tramite una radioterapia diventata di precisione ed individualizzata, in modo sempre meno invasivo. “
L’acceleratore lineare EDGE è in grado di tracciare sia i movimenti fisiologici del tumore che dei pazienti in modo contemporaneo, adattandone l’emissione dei raggi grazie ad un software supersofisticato, l’optical surface matching. La tecnologia lamellare dinamica impedisce il danneggiamento di tessuti e organi sani e il rilascio di radiazioni si interrompe non appena va oltre l’area da trattare.
“Questa tecnologia ci permette di lavorare con una dose molto più alta di raggi, riducendo i tempi di trattamento a pochi minuti, da due a quattro”, precisa Scorsetti. Il trattamento non è per niente invasivo o doloroso. Il paziente non è radioattivo e può lasciare l’ambulatorio poco dopo il trattamento per continuare la sua vita e le sue attività quotidiane. Marta Scorsetti: “Questo si traduce in qualità di vita!“
La radioterapia con EDGE si svolge in pochi giorni consecutivi. Prima di iniziare, la superficie del corpo viene scannerizzata tramite TAC per definire la posizione esatta del tessuto da trattare. Il paziente viene poi immobilizzato con l’aiuto di una maschera termoplastica aperta oppure con dei cuscini. A seconda del tumore sono necessari tra i due e i sei trattamenti. Per il polmone sono in genere tre o quattro, il pancreas necessita da quattro a sei sedute, mentre per il trattamento di micro-metastasi cerebrali possono bastare anche due sedute.

EDGE non ha rivoluzionato soltanto la radioterapia. L’ acceleratore lineare sostituisce sempre di più il trattamento chirurgico di tumori non resecabili in modo tradizionale, per esempio a causa della condizione fisica compromessa di un paziente. La professoressa Scorsetti spiega: “La popolazione invecchia sempre di più, il trenta percento dei pazienti è sopra i settant’anni. Le terapie devono adeguarsi a questo scenario!” Non sempre la chirurgia è la migliore delle terapie oncologiche. Questo vale per esempio per i fumatori, i pazienti obesi o affetti da problemi cardiaci e ipertensione arteriosa e gli anziani… persone che non sono candidate ad un’anestesia generale. “La radioterapia stereotattica o radiochirurgica offre un’alternativa valida all’intervento per questo tipo di pazienti!”
La precisone di EDGE permette l’eliminazione di metastasi cerebrali, al fegato, ai polmoni, all’intestino, e al pancreas come anche di tumori primitivi di ridotto volume come per esempio il tumore alla prostata ed è molto indicato anche nella terapia di tumori del distretto capo-collo, permettendo di risparmiare le ghiandole, spiega la direttrice del reparto di radioterapia dell'Istituto Clinico Humanitas. I raggi ad altissimo dosaggio fungono da bisturi virtuali.

“Nel trattamento di tumori alla prostata e al polmone si impiegano dei cosiddetti beacon, minuscoli marker che emanano delle onde elettromagnetiche e che vengono piazzati nell’organo colpito dove funzionano come una specie di GPS.” Aiutano a controllare l’esatta posizione del tumore e evitano danni collaterali sul tessuto circostante, in particolare i nervi. I pazienti con tumore alla prostata rischiano in questo modo forse un progressivo e lento rallentamento delle funzioni, ma non una totale disfunzione, essendo la radiochirurgia più conservativa della chirurgia tradizionale. Il reparto di radioterapia si serve anche di un sessuologo/ andrologo per definire la terapia di questi pazienti. Grazie alla precisione della radiochirurgia i pazienti con tumori del distretto capo-collo dopo il trattamento con EDGE non lamentano più effetti collaterali quali secchezza delle fauci e riduzione della salivazione.
Le metastasi cerebrali, spesso non operabili o se operabili con conseguenze molto pesanti per il paziente dovute all’intervento chirurgico, possono essere eliminate in pochi minuti e ambulatorialmente. “Al paziente viene adattata una maschera termoplastica al viso lasciando liberi gli occhi, grazie alla quale riusciamo costantemente controllare la superficie del viso e i movimenti.”

Ulteriore campo di impiego dell'acceleratore lineare di ultima generazione EDGE è la terapia di metastasi ossee e surrenali dove la radioterapia con EDGE ha un impatto positivo sul dolore e può essere utilizzata anche a scopo palliativo.
Prima dell’inizio terapia, spiega la dottoressa Marta Scorsetti, il medico riceve il paziente per un colloquio approfondito per scegliere assieme la terapia migliore e più adatta al singolo paziente. “Conoscere a fondo il paziente, le sue esigenze, il suo stato d’animo, le sue perplessità e le sue paure per noi è fondamentale per decidere la terapia fatta su misura.”
In Humanitas si lavora con EDGE dal 2014 e nel frattempo ci sono le prime statistiche per verificare il successo dei trattamenti. La prof.essa Marta Scorsetti: “Il controllo locale dopo due anni ha evidenziato che dei pazienti con metastasi cerebrali e tumori al polmone il 90% e dei pazienti con tumore al fegato il 94% non ha avuto recidive.
L’equipe del reparto di radioterapia all’ Istituto Clinico Humanitas a Rozzano presso Milano conta dodici radio-oncologi, sette medico-fisici e venti assistenti medico-tecnici. Per la radioterapia ci sono sei apparecchiature in uso dal lunedì a venerdì. All’anno vengono trattati all’incirca 2.800 pazienti provenienti da tutta l’Italia. La clinica è convenzionata con il sistema sanitario nazionale e accetta anche pazienti da fuori regione. Le liste d’attesa sono contenute, da 7 a 14 giorni.

Dott.ssa Marta ScorsettiDott.ssa Marta Scorsetti


Commento

Cari lettori e lettrici,


La vostra, Nicole Dominique Steiner
Ho aspettato tre settimane per avere finalmente l’appuntamento per un'intervista telefonica. Mi sono preparata, mi sono informata su Internet ed ero molto orgogliosa di poter presentare ai miei lettori EDGE, l’apparecchio più moderno del mondo per la radioterapia, l’unico di questo tipo in Italia (a livello mondiale sono poche decine). La direttrice del reparto di Radioterapia e Radiochirurgia del Policlinico Humanitas a Rozzano (Milano), la Dott.ssa Marta Scorsetti, infatti si è presa il tempo di spiegarmi in modo esaustivo le funzioni di questa macchina.

Cinque giorni dopo l’intervista, ho ricevuto un invito alla presentazione del nuovo acceleratore lineare del reparto di radioterapia del Servizio Sanitario Altoatesino. "Versa HD", l’unico apparecchio del genere nel Triveneto. In prima battuta non sapevo che fare, poi mi sono decisa: troverete due articoli sulla radioterapia. EDGE è veramente il massimo della tecnologia, è un pochino più veloce del nuovo acceleratore di Bolzano… ma possiamo davvero ritenerci fortunati: l’Alto Adige offre ai suoi cittadini i trattamenti più moderni e, fatta eccezione per alcuni casi molto particolari, i nostri pazienti hanno la certezza di ottenere qui le migliori terapie possibili.

La terza edizione della Chance si presenta quindi con una veste scientifica, pur restando accessibile a tutti. Abbiamo affrontato il tema principale, il tumore alla prostata, da diversi punti di vista: medico, psicologico e umano. Un primario di Urologia (dott. Lusuardi di Bressanone), un onco-psicologo (dott. Anton Huber di Brunico), il gruppo altoatesino di autoaiuto per uomini e un destino. Il fatto che il fotografo Othmar Seehauser ed io abbiamo potuto essere presenti al quarto incontro del gruppo auto-aiuto “der baum – aktiv nach Prostataerkrankung” è stato per noi un grande onore. Grazie della fiducia. E spero che in un futuro non troppo lontano nascano altri gruppi del genere, e magari anche in lingua italiana.

La sera prima della chiusura di redazione, stavo controllando il materiale da portare al grafico, quando è arrivata la notizia della morte del professore Umberto Veronesi. Anche se “La Chance” non è legata all’attualità quanto un quotidiano, mi sembra doveroso ricordare il grande oncologo italiano, uno dei più grandi a livello internazionale. Ricorderemo anche Ursula Goldmann Posch, fondatrice di “mamazone”, un'altra persona che ha dedicato la vita alla lotta contro il cancro.

Infine come dimenticare che tra poco ci saranno di nuovo la festa di Natale e l’Anno Nuovo? Il mondo non è migliorato nell’ultimo anno, i rapporti internazionali sono più complicati di prima, il Medio Oriente è sempre una polveriera e l’immigrazione resta un tema irrisolto. Inoltre, i vari attacchi terroristici dell’ultimo anno hanno fatto tremare anche l'Europa e ci hanno fatto capire quanto sia fragile l’equilibrio tra guerra e pace. Vi auguro ciononostante pace interiore, serenità e speranza. Godetevi l’inverno e la calma che portano (o dovrebbero portare) con sé gli ultimi giorni dell’anno, per poi poter affrontare con nuovo coraggio e forza le sfide dell’anno nuovo.


Dott. Nicole Dominique Steiner DirettriceDott. Nicole Dominique Steiner Direttrice