Attuale

Selvaggina e vino

Festival culinario a Dobbiaco a sostegno dell’Assistenza Tumori

L'Hotel Hubertushof a DobbiacoL'Hotel Hubertushof a Dobbiaco

Piatti squisiti e vini speciali sono stati al centro del 4° Festival della selvaggina e del vino svoltosi a Dobbiaco con ottanta persone, tutti ospiti all’hotel Hubertushof. Il ricavo della serata è andato a favore della sezione Alta Pusteria.
Per la quarta volta Ida Schacher, presidente provinciale e presidente della sezione Alta Pusteria dell’Assistenza Tumori Alto Adige, ha potuto organizzare questa “serata gourmet” assieme al comitato organizzatore, formato dal dott. Johann Steiner, da Peppo Trenker, Arnold Wolf e Christoph Trenker. Come gli anni precedenti, i proprietari del Hubertushof, Elisabeth und Walter Baur, hanno offerto la location e l’aperitivo a tutti gli invitati.

Il cuoco Hans Hofmann e il suo team hanno realizzato delle autentiche prelibatezze con la selvaggina messa a disposizione da Peppo Trenker. Ogni portata è stata accompagnata da un vino particolare di origine altoatesina. Alessandra, la figlia di Elisabeth e Walter Baur, di professione sommelier, ha introdotto i vini raccontandone le particolarità. I vini sono stati messi a disposizione da Diether Karadar e Arnold Wolf.

Celso De Martin e Günther Rabensteiner di Monguelfo sono stati incaricati di occuparsi dell'animazione a base di musica e sketch.

I partecipanti alla serata hanno voluto dare un segno di solidarietà con la loro presenza. Il ricavato è un sostegno prezioso alle varie attività della sezione Alta Pusteria dell’Assistenza Tumori per i malati.

La presidente Ida Schacher ha ringraziato tutti coloro che hanno contribuito a rendere questa serata unica e ha illustrato brevemente i diversi ambiti dell’attività dell’associazione.
"La sezione Alta Pusteria dell‘Assistenza Tumori si occupa al momento di ca. 230 soci ordinari. Li seguiamo nelle diverse fasi della malattia e diamo loro supporto umano, psicologico, sociale e finanziario." Tutto questo ha sottolineato la presidente, ci è permesso grazie al sostegno morale e anche finanziario di tante persone che credono nel nostro lavoro.”

Attuale

Anche questo è Natale...

Non dimentichiamoci di chi ha bisogno della nostra solidarietà


Il Natale non è uguale per tuttiIl Natale non è uguale per tutti

Natale è alle porte. Natale è la festa dell’amore e della gioia, con le sue luci, l’albero addobbato, il presepio, i mercatini e i regali, gli occhi brillanti dei bambini e degli adulti, che tornano a essere bambini, quando sentono i canti e le musiche di Natale...

Ma non è così per tutti. Molta gente resta all’ombra di tutte queste luci. Gente che fa parte della nostra società, ma anche gente, sempre più numerosa, che viene da fuori, che è di passaggio, che non ha perso la speranza di una vita migliore, di una vita semplice ma dignitosa, una vita liberata dalla paura e dalla fame.

Hanno dovuto lasciare dietro di loro tutto quello che gli era caro e familiare. Natale è anche il momento per ricordare coloro che non hanno motivo di gioire. Perché sono malati, perché sono soli, in preda alla disperazione, senza speranza, in fuga.

Anche Giuseppe e Maria erano soli la notte in cui il loro bambino doveva nascere. Anche loro hanno trovato le porte chiuse. Se a Natale li ricordiamo, dobbiamo anche non dimenticare gli altri, coloro che sono in viaggio, senza sapere se, quando e dove alla fine arriveranno.

Questo testo ci è stato trasmesso dai volontari del "binario 1"

Nicole Dominique Steiner

Perché soprattutto siamo tutti essere umani

Il dramma dei rifugiati si è avvicinato a noiIl dramma dei rifugiati si è avvicinato a noi

”In nessun caso dovremmo ridurre al silenzio la voce della gente. La compassione per tutte le creature, è ciò che rende veramente unico l’uomo“.
Albert Schweitzer
Un’istantanea: noi volontari siamo stretti a famiglie con bambini, giovani uomini, padri che hanno lasciato le loro famiglie, minorenni, donne in gravidanza, sul binario 3 della stazione di Bolzano.

La maggior parte di queste persone viene dall’Eritrea o dalla Somalia, dopo mesi o addirittura anni di latitanza. Con gli occhi ansiosi molti si guardano intorno, alcuni non hanno altro che i vestiti che indossano. Un giovane uomo accanto a me trema nella sua t-shirt a maniche corte. Vuole andare in Germania, come tutti qui, vicino alla stazione. Là ha dei familiari, le speranze di un futuro migliore. Vuole raggiungere la speranza con l’Eurocity per Monaco. E poliziotti bloccano le porte. Nonostante il biglietto valido, non è possibile salire su questo treno. Tiriamo il fiato, le lacrime ci salgono agli occhi, ci sentiamo impotenti, non riusciamo a capire.

Da quel momento sono passati settimane e mesi. La felicità e la tristezza si susseguono l’una all’altra, alla stazione di Bolzano. A volte non possiamo fare molto, possiamo regalare solo un po’ di umanità ascoltando, o solo per il fatto di essere lì. Ridiamo e piangiamo con questa gente che ha interrotto la fuga a Bolzano. Siamo contenti di dar loro delle giacche, un po’ di frutta, porgergli una mano. La popolazione altoatesina ha dimostrato molta solidarietà. A volte qualcuno è disperato e arrabbiato, si sente solo o impotente, vorrebbe fare di più, ma non sa come. Apprezziamo gli abbracci delle persone che lasciano la stazione ferroviaria di Bolzano, sperando che sia la volta buona per loro, che arrivino in modo sicuro nella loro "nuova" vita. Da molto tempo, i molti volontari non sono attivi solo alla stazione di Bolzano, ma anche nelle diverse strutture per i profughi. I problemi del mondo che conoscevamo solo attraverso gli organi d’informazione, adesso sono arrivati nel nostro piccolo Alto Adige. Forse per questa ragione c’è tanta solidarietà.

Non vi è dubbio che l’ondata d’immigrazione che stiamo vivendo in questi mesi in Europa rappresenta una sfida senza precedenti: non ci sono mai state così tante persone in fuga nel mondo, come nel 2015. Non possiamo dimenticare le immagini di persone che stanno annegando nel Mediterraneo. Il dramma dei rifugiati si è avvicinato a noi negli ultimi mesi e settimane, e continuerà così. La solidarietà è grande, ma c’è anche chi erige recinti, chiude le porte, posta commenti razzisti, e chiede, ma questo è un vero rifugiato politico o invece spinto solo da problemi economici? La paura dell’ignoto si sta diffondendo, la paura che qualcuno ci porti via qualcosa. L’Europa s’irrigidisce sui suoi interessi nazionalistici, si discute di quote. Così si perdono valori fondamentali come la solidarietà o la protezione della dignità di ogni essere umano.

Dobbiamo rimettere l’uomo al centro, confrontarci alla pari, mostrando umanità e anche prendendoci le nostre responsabilità.

I volontari del “binario1”
www.binario1bz.it