Attuale

Occuparsi anziché preoccuparsi

Serata a Merano con relazioni sul tema prevenzione e medicina complementare

Che cosa succede se si incontrano un medico “convenzionale” e un medico della medicina complementare? Ci sarà un interessante scambio di opinioni! Questa è stata perlomeno l’impressione di coloro che la sera del 7 ottobre hanno assistito alle due relazioni: quella del primario e direttore di Senologia dell’ospedale di Merano, Herbert Heidegger, e quella del ginecologo e medico complementare Rudolf Gruber che hanno parlato di prevenzione e dell’approccio olistico della medicina complementare in oncologia.
A giocare in casa era il primario di Ginecologia presso l’ospedale di Merano, volto ben noto ai partecipanti, o meglio alle partecipanti, visto che in sala in mezzo a tante donne erano presenti solo quattro uomini. E così il dott. Heidegger ha lasciato volentieri il campo ossia la maggior parte della serata all’ospite di Brunico, dott. Rudolf Gruber.

Il numero dei casi di cancro va crescendo e nei prossimi decenni il numero di pazienti oncologici raddoppierà. Questa è la brutta notizia; la bella notizia è che viviamo sempre più a lungo. In Alto Adige le donne vivono in media 85 anni, gli uomini 80. Le due cose sono strettamente correlate. Con l’avanzare dell’età aumenta in fatti anche la probabilità di ammalarsi di cancro. La diagnosi di tumore però non è più da tempo una condanna a morte. La maggior parte dei tipi di cancro sono curabili grazie alla diagnosi precoce e alle possibilità offerte nel campo della prevenzione.

Alcune cifre aggiornate: ogni anno in Alto Adige si ammalano di cancro al seno 380 donne e 25 di cancro al collo dell’utero. Ca. il 70% delle donne si sottopone regolarmente al pap-test. Chi fa moto in modo regolare rischia il 20-30% in meno di ammalarsi di cancro rispetto a coloro che si muovono poco o per niente; anche il rischio di metastasi cala di circa il 50% se si fa movimento con regolarità. Il 15% di tutti i casi di cancro sono causati proprio dalla sedentarietà. Chi passeggia per più di due ore la settimana riduce del 30% il rischio di morire di cancro.

“Nel mio reparto”, dice il dott. Herbert Heidegger, “abbiamo, così dicono le statistiche, l’87% di pazienti che dopo 5 anni sono ancora libere da malattia! Questo dipende naturalmente anche dalle migliori terapie, ma soprattutto dalla combinazione di diagnosi precoce e prevenzione”. La prevenzione del cancro, afferma il direttore del Centro di Senologia di Merano, dipende dal rapporto che ognuno di noi ha con sé stesso. Fattori come la prevenzione di certi comportamenti, ma anche il contesto sociale e fattori ambientali così come le campagne informative, svolgono un ruolo importante.

Lo screening da solo non basta. Lo afferma anche il medico convenzionale Heidegger: “Solo il 50% dei tumori al seno vengono diagnosticati con lo screening; questo dato dimostra che lo screening da solo non è sufficiente. Tanto più, che il 15% dei noduli al seno non vengono individuati con la mammografia.” Sempre più donne sotto i 50 anni si ammalano di cancro al seno e a questa età non viene proposto lo screening. Molte donne si accorgono da sole del cancro oppure il nodulo viene individuato durante una ecografia. I costi dell’ecografia non vengono però assorbiti dal Servizio Sanitario, anche se l’esame viene consigliato dai ginecologi.

“La mia salute costa qualcosa”, così il primario di Ginecologia di Merano parlando di diagnosi precoce personalizzata. Questo significa riconoscere la propria eventuale situazione di rischio e agire di conseguenza. Ciò significa considerare i fattori genetici (casi di cancro in famiglia), condurre uno stile di vita responsabile (secondo i dieci punti dell’ OMS), seguire i programmi di prevenzione, screening, pap-test, vaccino contro il papilloma-virus ( che ora viene offerto – a proprie spese- anche ai ragazzi sopra i 12 anni). Si tratta quindi di occuparsi in modo attivo della propria salute senza cadere nel panico. Occuparsi e non preoccuparsi, questo è il suo motto.

Uno stato di salute ideale non esiste, afferma il dott. Gruber che fin da piccolo, da figlio di contadini della valle Aurina, ha sempre vissuto in stretto rapporto con la natura. Dopo aver frequentato la Scuola di Agraria a Ora, ha studiato Medicina, si è specializzato in Ginecologia, per poi occuparsi di medicina naturale, erboristeria, bioterapia e metodo Kneipp.
“la salute di ogni essere umano è unica!”. Questa è la premessa da cui parte il dott. Gruber.

La via che porta alla salute o meglio al mantenimento della salute è la somma di molti fattori, spiega al pubblico il dott. Gruber. Disintossicazione, riconoscere e ovviare agli scompensi, trovare un ritmo di vita congeniale alla propria persona, trovare la propria connessione con la terra (ma anche con il cielo), percepire il sonno come il più importante regolatore dei ritmi dell’organismo, fare movimento in modo regolare, il potere (guaritore) delle erbe e dell’acqua che attivano le cellule sane ma deboli e pigre. Il principio fondamentale della medicina complementare è il mantenimento della salute, il rapporto consapevole con il proprio corpo e non la semplice lotta contro i sintomi.

Sarebbe ideale se la medicina complementare venisse impiegata prima dell’insorgere della malattia, per prevenire la malattia. La medicina complementare considera l’essere umano in tutti i suoi aspetti.

“Avere fame una volta al giorno, sentirsi stanchi una volta al giorno, sudare una volta al giorno – queste sono delle buone premesse per mantenersi sani” spiega il dott. Gruber. Ci sono molte erbe che aiutano a rafforzare le funzioni e anche il sistema immunitario dell’organismo. Nell’erboristeria, sottolinea il medico complementare, fa riferimento agli insegnamenti di Kneipp e del monaco erborista Josef Weidinger. “Mi sono anche occupato in modo approfondito di medicina cinese”, spiega, “ma le nostre radici affondano nella medicina europea!”

L’intenzione del dott. Gruber non era quella di presentare al pubblico la panacea per tutti i mali o delle alternative alla medicina convenzionale, ma bensì di portare all’attenzione del pubblico una molteplicità di approcci, in modo da potersi rapportare in modo responsabile con la propria salute e con il proprio corpo con l’obiettivo di mantenerci in salute e per sapere come riportare in equilibrio l’organismo in caso di malattia. Sarebbe ideale che la medicina convenzionale e quella complementare collaborassero e si fondessero, esattamente come hanno fatto le due relazioni. Ad es. il medico complementare potrebbe prescrivere ad un paziente sotto chemioterapia l’echinacea per prevenire le afte in bocca. Molte erbe aiutano un organismo debole a riacquisire le forze e a riattivare le proprie capacità di autoguarigione, così come pure l’agopuntura e i massaggi.

Sotto l’appunto “Sani durante tutto l’anno” il dott. Gruber ha spiegato l’azione di varie erbe e come le stagioni e i mesi influenzino le funzioni corporee e il nostro stato generale.

Il mese di dicembre ad esempio è il mese della contemplazione, in cui si dovrebbe portare tutto in equilibrio e fare una pulizia interiore. Anche questa è una premessa per restare sani! D’aiuto in questo caso possono essere: il coriandolo, il garofano, l’amaro svedese, la zuppa d’orzo o la frutta cotta. Gennaio invece è il mese delle vie aeree e del sistema immunitario. Bisognerebbe trascorrere infatti molto tempo all’aperto esponendosi all’aria secca del mese più freddo dell’anno, assumere semi e germogli, usare gli oli essenziali di cirmolo, abete rosso, pino mugo o larice.

Queste conoscenze non sono nulla di nuovo e venivano usate in modo più o meno inconsapevole dai nostri progenitori, ma sono andate perse nella vita sempre più cittadina e tecnologica e con l’allontanamento dalla natura.

Attuale

È una cosa che riguarda tutti!

Tre tipi di prevenzione – Relazione del dott. Christoph Mayr

La prevenzione del cancro non si effettua solo con lo screening ma inizia fin dall’infanzia. Una relazione sulle varie forme di prevenzione tenuta dal chirurgo Christoph Mayr.
Il dott. Mayr ha illustrato il tema prevenzione in modo approfondito, interessante e soprattutto con un linguaggio comprensibile. La cosiddetta prevenzione primaria inizia prima dell’insorgere della malattia e ha come scopo quello di impedire a monte lo sviluppo della malattia. Si rivolge a gruppi di persone a rischio, a persone sane e a persone che non presentano sintomi, inizia occupandosi dello stile di vita e dell’alimentazione e passa per il vaccino contro il Pappilloma-virus e contro l’epatite B.

Oltre che dal patrimonio genetico che ci appartiene fin dalla nascita e da fattori ambientali, l’insorgere del cancro dipende soprattutto dal modo in cui ci occupiamo di noi stessi e del nostro corpo. Il sovrappeso, la carenza di movimento fisico, il fumo, l’uso eccessivo di alcol, l’eccesso di cibo e soprattutto di cibo non sano, sono tutti fattori di rischio. Il consumo di carne rossa e lavorata (insaccati, carne affumicata e salmistrata), i conservanti, i grassi animali in genere, l’eccesso di zuccheri e il consumo carente di frutta e verdura, indeboliscono il nostro organismo.

Garanzie comunque in questo settore non ce ne sono. Dice il dott. Mayr: ”Anch’io parto dal presupposto che potrei ad un certo punto ammalarmi di cancro e questo dipende semplicemente dal fatto che invecchiamo sempre di più. E ad essere sincero, mi spaventa molto di più l’eventualità di avere un ictus o di ammalarmi di demenza!” Il cancro, se diagnosticato in fase precoce, almeno può essere curato!

Coloro che mangiano poca carne e molto pesce, come ad es. i giapponesi e i coreani, oppure chi è addirittura vegano, non per forza sono al riparo dalla malattia. Anche in questi paesi si registra un aumento dei casi di cancro al colon. Non è necessaria la rinuncia assoluta, ma la giusta misura. “Già Paracelso affermava “sola dosis facit venenum’” afferma il dott. Mayr citando il famoso medico medioevale. “Solo la dose fa il veleno”.


La colonscopia è un esame che fa parte della prevenzione secondaria.La colonscopia è un esame che fa parte della prevenzione secondaria.

La prevenzione secondaria interviene invece quando la malattia è in fase iniziale, quando ancora non è sintomatica. Serve a diagnosticare precocemente la malattia e a impedire che progredisca. La prevenzione secondaria comprende tutte le visite offerte dal servizio sanitario pubblico come la mammografia e il pap-test per le donne, l’analisi per l’individuazione del sangue occulto nelle feci e eventualmente la colonscopia e il test PSA per gli uomini.

Quest’ultimo dà oltretutto adito a discussioni poiché un valore di PSA alto non può essere dovuto solo da un cancro alla prostata ma anche ad una semplice infiammazione.

Lo screening, quindi visite preventive per una larga parte della popolazione, ha senso solo per tumori frequenti e che crescono lentamente, ossia per quelle forme di tumore che hanno un’alta possibilità di guarigione. Per es. il cancro al seno può essere diagnosticato in fase precoce con la palpazione e la mammografia.

Lo screening per il cancro al seno, così come viene effettuato attualmente, secondo il dott. Mayr, andrebbe però rivisto poiché sta aumentando il numero delle donne che si ammalano sotto i 40 anni di età.

La prevenzione secondaria funziona bene per il cancro al colon, essendo una forma che progredisce molto lentamente. In Alto Adige l’analisi del sangue occulto nelle feci viene offerta appena da due anni, mentre in altre regioni italiane viene effettuata da molto più tempo. Tutti i cittadini tra i 50 e i 70 anni vengono invitati ogni due anni ad effettuare questo semplice test da fare da soli. Se l’esito fosse positivo viene effettuata una colonscopia. Il cancro al colon diagnosticato in fase precoce può essere curato al 100%.

I polipi all’intestino e gli stadi pre-cancerosi possono essere eliminati già durante la colonscopia. Secondo la dott.ssa Lucia Piazzi, Primaria facente funzione di Gastroenterologia all’ospedale di Bolzano, i dati più recenti confermerebbero il successo di questo screening. Nel 2013 al 47% delle persone che si sono sottoposte a colonscopia dopo un test positivo di analisi delle feci, è stata diagnosticata una forma pretumorale o un cancro al colon. Senza questi esami preventivi questi pazienti non avrebbero scoperto in tempo il cancro, poiché inizia a essere sintomatico quando è ormai troppo tardi.

La prevenzione terziaria inizia in fase acuta, ossia dopo la diagnosi della malattia. Lo scopo in questa fase è evitare recidive, metastasi e danni legati alla patologia. In primo piano non ci sarà più solo l’aspetto medico in senso stretto. La medicina complementare è in grado di rinforzare il paziente con l’ausilio di preparati a base di erbe, con l’agopuntura o l’omeopatia; associazioni come la l' Assistenza Tumori oltre a un supporto medico (linfodrenaggio, ginnastica curativa, terapia del movimento) offre anche un supporto sociale ed economico, per aiutare il paziente a reinserirsi nella vita quotidiana.
Il dott. Christoph Mayr, dopo aver concluso gli studi a Innsbruck, lavora dal 1997 presso l’ospedale di Bolzano; dal 2002 è medico specialista di chirurgia generale, ha conseguito un master in senologia nel 2001 a Siena ed è membro del centro di senologia.