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L’Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi Civili Alto Adige

Karl Thaler
Karl Thaler


Sezione autonoma altoatesina dal 1972, esiste da più di quaranta anni, i soci hanno tra i 18 e i 65 anni e il lavoro dell’associazione consiste soprattutto nell’attività informativa per quanto riguarda integrazione, handicap, scuola, pensione d’invalidità. La sezione altoatesina dell’ANMIC è autonoma e ne va fiera.
Dal 2006 il presidente dell’ANMIC Alto Adige è Karl Thaler. Lui non fa parte della categoria degli invalidi civili ma conosce alla perfezione tutto l’apparato amministrativo pubblico, avendo lavorato per più di 35 anni nell’amministrazione comunale. Da assessore responsabile per il sociale a sindaco di Sarentino, e poi da presidente dell’IPES, Istituto per l’Edilizia Sociale. L’ANMIC conta in Alto Adige circa 5.300 soci anche se ovviamente gli invalidi civili sono molti di più.
Chi è un invalido o mutilato civile? Sono persone comprese tra un’età di 18 e di 65 anni che a causa di malattia o handicapnon sono in grado o sono in grado solo parzialmente di svolgere un lavoro (a ritmo normale). In questa categoria ricadono anche i malati di tumore. L’associazione sopporta i soci nell’attestazione di invalidità e nelle richieste di sussidio. Solo a partire da un grado di invalidità del 74% (efino a 99%) la persona ha diritto ad una pensione d’invalidità parziale. Altri diritti scattano a partire da livelli inferiori di invalidità, per esempio l’esenzione ticket (dal 67%), il congedo retribuito straordinario per cure (dal 51%) o l’iscrizione nelle liste di collocamento per disoccupati (dal 46%). Il minimo nazionale della pensione d’invalidità per persone che non sono occupate resta sotto i 300 Euro, in Alto Adige invece la Provincia Autonoma porta questo sussidio fino a 430,84 Euro.
Anche il limite di reddito per chi ha diritto alla pensione d’invalidità parziale oassoluto è più alto in Alto Adige che in altre parti d’Italia, sempre tenendo conto se la persona lavora (massimo reddito annuale di 9.477,26 Euro) o non lavora (massimo reddito annuale di 4.738,63 Euro). Chi ha il 100% d’invalidità ha inoltre il diritto di libera circolazione sui mezzi pubblici e riceve la pensione d’invalidità se è al di sotto di un reddito annuale di 16.127,30 Euro. La percentuale dell’invalidità viene accertata e controllata da un apposita commissione medica di cui fa parte anche un medico di fiducia dell’ANMIC.
Esiste il problema dei falsi invalidi civili anche in Alto Adige? “No“, risponde in modo categorico il presidente Karl Thaler. “Nessun controllo ha mai smascherato un falso invalido.“ Quello che invece può succedere e che infatti succede, è che arrivino delle persone con un’invalidità accertata altrove in Italia che secondo i parametri in vigore in AltoAdige qui non rientrano nella categoria.
Dal 1999 sono stati istituito dei controlli campione su tutto il territorio, spiega Karl Thaler. Si tratta di circa 200.000 controlli l’anno a livello nazionale. La Provincia autonoma ha la competenza primaria nel settore e può far partire questi controlli in modo del tutto indipendente. Ogni anno circa il 6% degli aventi diritto, grosso modo 350 persone, viene controllato su base casuale.
Circa l’1% dei neonati entra direttamente nella categoria degli invalidi civili. L’invalidità civile può essere causata anche da un tumore, dalla sclerosi multipla, dal Parkinson, dall’Aids, da emicrania, da diabete, da Sindrome di Down e altre malattie.
La legge 104 del 1992 che regola la materia non tiene ancora conto di alcuni disturbi quali per esempio la sclerosi multipla. Sono malattie fortemente aumentate negli ultimi anni e che colpiscono sempre più persone in età relativamente giovane. Il presidente Karl Thaler: “Stiamo rielaborando le tabelle per adattarle alla nuova situazione. Ci sono circa 190 nuove malattie che causano invalidità civile. Solo l’anno scorso abbiamo avuto 18 nuovi iscritti, tutte persone giovani che soffrono di sclerosi multipla.“
La commissione medica che controlla i casi non fa delle vere e proprie visite mediche, ma controlla la documentazione preparata in diversi centri in Alto Adige. Di solito vengono accettati soltanto documenti di provenienza altoatesina. Solo se accompagnati dalla specifica richiesta del medico curante, vengono accettati anche documenti relativi a visite specialistiche fuori provincia.
L’ANMIC riceve dalla pubblica amministrazione l’elenco delle persone che sono accertate come invalidi civili e si mette in contatto con loro per chiedere se vogliono iscriversi. Negli ultimi anni il numero dei soci è cresciuto, soprattutto anche da parte della popolazione tedesca, che inizia sempre di più a riconoscersi nell’ANMIC. “Sia chiaro però“, precisa Thaler, “chi è invalido civile non deve per forza essere socio nostro.“
Ogni settimana il presidente Karl Thaler gira per la provincia e riceve i soci in orari prestabiliti a Merano, Silandro, Bressanone, Brunico, Laives e Egna. L’ANMIC informa su tutte le materia collegate all’invalidità civile. Anche i genitori di figli con handicap possono rivolgersi ad una delle sedi dell’associazione.
La materia viene interamente regolata dalla legge 104 del 1992, legge che il presidente come tutti i collaboratori dell’ANMIC conosce a memoria e che sa interpretare benissimo. Quello che invece non fa l’ANMIC è dell’attività di intrattenimento o ludica. Non organizza corsi, né favorisce la socializzazione tra i soci organizzando regolari incontri. Una volta all’anno i soci partono per una gita insieme, mentre a Natale ci si incontra per la cena di Natale. I 13 membri del consiglio si incontrano invece ogni due mesi per discutere la situazione. Una volta all’anno il consiglio invita i medici di fiducia per un confronto.
Molto importante è inoltre, spiega il presidente Thaler, la cura dei contatti con tutti gli organi pubblici, l’ufficio di collocamento, il reparto del sociale, l’USL ecc. In Alto Adige l’ANMIC ha scelto di non tenere un proprio ufficio di collocamento accanto a quello provinciale. Thaler: “In questo modo ci sentiamo più liberi di rappresentare i nostri soci e non entriamo in conflitto con l’ufficio di collocamento.“
Tra i soci molti sono già soci dell’Assistenza Tumori e si avvalgono dell’aiuto prezioso dell’ANMIC nella richiesta di un invalidità civile dovuto alla malattia tumorale.

Anmic
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In vacanza con amici

Soggiorno estivo all‘Hotel Waldruhe di San Martino in Casies

La Val CasiesLa Val CasiesMaria, Emanuela e JohannaMaria, Emanuela e Johanna

Dietro la casa, il bosco. Solo trecento metri su per la collina e sei già in mezzo agli alberi. Sull’altro lato della valle un sentiero che sale dolcemente fino a raggiungere la cresta. Non è facile trovare un posto migliore dell’hotel Waldruhe a San Martino in Casies. Maria, Emanuela e la coppia Johanna e Karl Ritsch ne sono convinti.
Sono praticamente inseparabili quei quattro. Maria e Emanuela dividono la stanza, si sono conosciute lì, una parla tedesco e l’altra italiano. Problemi? Nessuno. “Quando ci si capisce e ci si intende bene, cosa c’è di più bello?“, chiede Maria. Proprio così!
Ad eccezione di Emanuela tutti avevano già preso parte almeno ad un soggiorno estivo organizzato dall’Assistenza Tumori. Sull’Adriatico e anche al Lago di Garda. “Ma qui a San Martino è ancora più bello“, dice Johanna. “In montagna ci si riposa meglio.“ I Ritsch e Maria sono anche vicini di casa e passano molto tempo insieme. Già da quando Karl e Maria andavano tutte le mattine insieme a Bolzano per sottoporsi alla terapia radiologica. “Karl è stato per me come un padre, sempre premuroso“, dichiara Maria e Karl protesta ridendo, perché lui di anni ne ha “solo” 72 e lei 74.
Johanna e Karl si sentono proprio a casa nell’albergo scelto dell’Assistenza Tumori, l’Hotel Waldruhe, gestito con tanto passione e cura da Christine Schaller. Fino a metà degli anni Ottanta anche loro avevano un alberghetto così, il “Justinerhof“ ad Appiano. Stesso numero di letti, stessa conduzione familiare con Karl in cucina e Johanna alla reception, stessa attenzione per i particolari e per la cucina. Loro sanno quanto importante sia la cucina per un albergo e qui al Waldruhe tutti giorni arriva qualche cosa di buono.
Anche Maria è prodiga di complimenti per la cucina del Waldruhe, e anche lei è una che se ne intende. Per 25 anni ha cucinato per l’asilo di Missiano e ancora adesso, a casa,sta tutti i giorni dietro i fornelli per preparare da mangiare ad almeno dieci persone, tra figli e nipoti. Doppiamente bello quindi, almeno per una volta, mettersi a tavola e trovare tutto pronto!
Emanuela ha lavorato nell’ufficio dell’officina del marito. Non è da molto che si è iscrittaall’Assistenza Tumori. Per dire la verità ha avuto un po‘ di paura, paura di essere emarginata. Invece si sente veramente a suo agio, si sente accettata da tutti e parte integrante della “grande famiglia“ che sa essere questa associazione. Non voleva neanche partire per il soggiorno vacanza, ma adesso sta già programmando di partecipare addirittura a due soggiorni l’anno prossimo. Di nuovo in montagna, e poi le piacerebbe andare al Lago di Garda.
La sera il gruppo si allarga, anche Alois di Gais in Val Pusteria e Dorothea e Margaretha di Bolzano fanno infatti parte del gruppo dell’Assistenza Tumori. Loro hanno qualche anno in meno e di giorno fanno delle gite in montagna. Ma la sera si ritrovano tutti insieme seduti al bar - e non nel separé per gli ospiti dell’albergo perché nel bar c’è più vita - a giocare a carte e a chiacchierare.
Le donne stanno attente che non si parli solo di malattie, perché il vizio di mettere a confronto operazioni, cure e quant’altro, è un vizio soprattutto maschile. “Noi donne li aiutiamo a dimenticare, a prendersi una vacanza anche dallamalattia e dai brutti pensieri“, dice Maria.
Christine Schaller ospita per la prima volta un gruppo dell’Assistenza Tumori. “È un gruppo bellissimo“, sostiene. “Si nota che si sentono parte di una grande famiglia e che c’è tanta voglia di star bene insieme."Edè vero, stanno bene insieme, sono contenti e sanno godersi tutto ciò che di bello, e di buono, questo soggiorno a San Martino offre. Apprezzano iI paesaggio, la compagnia e tutte le comodità offerte dall’albergo appena ristrutturato.
Passeggiatina o camminata la mattina dopo una bella colazione, e poi pranzo e riposino. Il pomeriggio un po’ di sole in giardino e poi i cinquecento metri quadrati di wellness con tanto di piscina, vasca di idromassaggio e sauna. Nove giorni all’insegna dello star bene e del relax, che altro si potrebbe desiderare?