Tema

I Colloqui sul Tumore a Brunico

"Il cancro non è una storia di medici ma di pazienti!"
"Lei ha un tumore!" Più di 2.000 persone all’anno in Alto Adige si devono confrontare con questa diagnosi. Quattro parole che capovolgono l’esistenza da un momento all’altro. Cancro – come prevenirlo, come curarlo e come conviverci, ecco il tema dei Primi Colloqui sul Tumore a Brunico, il 3 febbraio scorso.
Nel 2030 ci saranno 21 milioni di malati di tumore in tutto il mondo, oggi ce ne sono 15 milioni. All’anno sono più di 2.000 i nuovi casi in provincia, ma il numero dei decessi è in calo. Nella maggior parte dei casi, e questo è un fatto, il cancro non è più una condanna di morte. E questo ancora di più se noi modifichiamo il nostro stile di vita e se prendiamo sul serio la prevenzione e tutti gli screening offerti dal servizio sanitario. Il dr. Christoph Leiter, direttore del Day Hospital oncologico di Brunico, e l’avvocato Andreas Leiter che insieme a L'ATAA e a mamazone hanno organizzato questo evento in concomitanza con la giornata mondiale del cancro, il 4 febbraio, hanno subito messo in chiaro questo fatto. I Primi Colloqui sul Tumore a Brunico sono stati un successo e hanno dimostrato quanto sia attuale questo tema. La sala del centro UFO era gremita fino all’ultimo posto, il programma fitto. Il pubblico, formato da (ex) malati e persone semplicemente interessate al tema, ha seguito con grande attenzione le relazioni degli specialisti e le due interviste con i pazienti, Walter Lücker e Zerina Pilav, che hanno racontato la loro storia alla giornalista Verena Duregger.
Un fatto è stato sottolineato diverse volte: il cancro va combattuto in squadra. La miglior arma si chiama interdisciplinarietà. Medico di base, oncologo, specialista, radiologo, personale sanitario e onco-psicologo affrontano questa guerra fianco a fianco con il paziente, con al centro il paziente. “Il cancro non è una storia di medici, ma la storia dei pazienti!”
Da quest’ottica era ovvio che toccasse ad un paziente aprire la conferenza. Walther Lücker, alpinista e giornalista sul palco con Verena Duregger per raccontare la sua esperienza con la malattia.Ad occuparsi dei diversi ambiti importanti nella terapia del cancro erano il dr. Hannes Nösslinger del reparto di dietologia dell’ospedale di Merano, il primario di chirurgia dell’ospedale di Brunico, il dr. Günther Sitzmann, il direttore di radioterapia a Bolzano, il dr. Martin Maffei, il primario di ginecologia dell’ospedale di Brunico, il dr. Martin Steinkasserer, il dr. Anton Huber, onco-psicologo all’ospedale di Brunico. Infine Tobias Hürter, filosofo e vicedirettore della rivista “Hohe Luft“ che ha tentato un approccio filosofico al tema della malattia tumorale.
Sinistra: Walther Lücker intervistato da Verena Duregger: "Prendete la prevenzione sul serio!"– Destra: Zerina Pilav: 22 anni, fiducia totale nei medici e sempre pensare in positivo
I pazienti
Walther Lücker: "Non arrendersi mai"
Ha scalato tante cime e montagne altissime nel corso della sua vita, il giornalista-alpinista Walther Lücker, da solo o in compagnia, per esempio di Hans Kammerlander. La cima più difficile l’ha affrontata l’anno scorso. “Lei ha un tumore.“ Quattro parole che l’hanno fatto precipitare in un crepaccio. Le lettere con l’invito all’esame del sangue occulto le ha ricevute ogni anno e puntualmente cestinate. All’epoca la prevenzione gli sembrava qualcosa per gli altri, di sicuro non per uno come lui, sempre a contatto con la natura. Forte. Oggi si impegna per fare pubblicità per la prevenzione. Un tumore al colon con metastasi al fegato. Due operazioni, la prima con un percorso drammatico. A seguire, la chemioterapia e la terapia con anticorpi.
Qualche settimana prima dell’operazione si è ritirato in montagna per fare il punto della situazione. È stata soprattutto la domanda del perché che non ha lasciato pace al sessantottenne, che nel 2001 ha deciso di trasferirsi in Alto Adige. Guardandosi indietro, oggi vede soprattutto i medici e il personale sanitario, la loro empatia. “Non mi sono mai sentito abbandonato, e non mi sono mai arreso“, racconta Lücker a Verena Duregger. “Io non perderò i cappelli e non avrò nausee mi sono detto prima delle 16 chemioterapie e così è stato!” Qualche effetto collaterale lo ha subito lo stesso, sangue dal naso, insonnie, lacrimazione eccessiva…il prezzo da pagare per guarire. “Ma sicuramente non sono qui per tener lezione“, ha continuato Lücker. Una cosa però sì, e qui si è rivolto soprattutto ai (pochi) uomini presenti in sala, nemmeno un quinto del pubblico: “Prendete la prevenzione e gli screening sul serio!”

Zerina Pilav: "L’ovvio che diventa una conquista"
Una bella ragazza, sicura di sé e con un sorriso luminoso. Zerina Pilav, 22 anni e idee molto chiare. Per esempio sulle parole bandite dal suo vocabolario: palliativo, terminale e anche compassione. Il suo motto è “Fuck cancer“ e non sopporta di dover programmare con largo anticipo come passare il suo tempo. “Il momento giusto è sempre quello che sto vivendo. Adesso.” Nel 2015 Zerina ha perso la madre, morta di tumore.
Qualche mese dopo, dopo essere stata diverse volte al pronto soccorso e sempre stata mandata a casa, perché si pensava che il suo malessere fosse dovuto al lutto, la diagnosi: un angiosarcoma, un tumore all’interno del cuore, incidenza meno dello 0.05%. La sua vita di oggi consiste in tante piccole conquiste. Andare da sola in macchina alla chemioterapia per esempio. Il suo atteggiamento verso tutti i tipi di terapia è positivo, e la sua fiducia nei medici è totale. L’ospedale e il Day Hospital sono diventati la sua seconda casa. Il dottor Christoph Leitner, direttore del Day Hospital per lei è un faro. Nessuna distanza è troppo lontana per lei. Brunico, Innsbruck, il centro Nazionale di Adroterapia a Pavia …16 sedute di radioterapia già concluse. Zerina sprigiona ottimismo e raccontando la sua storia vuole incoraggiare altri malati. Non si lamenta e prende la vita con tutte e due le mani, sicura del supporto da parte dei suoi medici e di suo marito. Il giorno della diagnosi il suo Fabi le ha chiesto di sposarlo, all’inizio di quest’anno le nozze. Quando è possibile viaggiano, nell’album di fotografie di Zerina ci sono immagini di lei un po’ ovunque: a New York, a Miami, città europee e la prossima meta sarà il Messico.
“Carpe diem, io vivo e mi godo il momento.“ Una foto mostra lei con suo marito che le scrive ”ti amo“ sulla testa nuda. Zerina ha perso i capelli, ma si è inventata un gioco con le parrucche, ci tiene a farsi vedere e a sentirsi bella. Come ultima domanda Verena Duregger vuole sapere qual è il suo più grande desiderio. Non c’è dubbio: “Tempo!”
Tavola rotonda con gli specialisti: Da sx.: Dr. Christoph Leitner, dr. Martin Steinkasserer, dr. Martin Maffei, dr. Günther Sitzmann e Verena Duregger

I medici

Dr. Christoph Leitner: È un privilegio poter lavorare con i malati oncologici
Come direttore del Day Hospital vive a strettissimo contatto con i suoi pazienti. Il dr. Christoph Leitner, organizzatore e moderatore dei 1° Colloqui sul cancro a Brunico, ha accennato ad un tema spesso dimenticato quando si parla di cancro. Come vivono medici e personale sanitario il contatto quotidiano con persone malate di tumore? È un privilegio lavorare in ambito oncologico, ribadisce Leitner, “Ma è importante anche per noi avere un supporto.” Se lo danno a vicenda, parlando con degli (onco) psicologi e anche parlando con i loro pazienti. “Il mio lavoro è molto gratificante. Molto facile quando va bene, ma estremamente difficile quando va male.” La cosa più importante, sottolinea Leitner, è la totale sincerità nel rapporto con i pazienti.

Dr. Hannes Nösslinger: "Sarebbe così semplice…"
In fondo sarebbe davvero semplice. Mangiare solo cibi freschi, preparati con riguardo, senza grassi, con poco sale. Frutta e verdura in abbondanza, poca carne, soprattutto bianca, pesce, poco alcool e tanto movimento, possibilmente all’aria aperta. Chi vive così previene tante malattie, non solo il tumore: diabete, malattie cardio-vascolari e altre patologie. Dalla fine della seconda guerra mondiale, spiega l’alimentarista Nösslinger, il consumo di carne è triplicato. Oggi ne vengono consumati in media tre etti a persona al giorno mentre non dovrebbero essere più di cinque etti a settimana. L’obesità è l’epidemia del mondo occidentale, solo il 46% della popolazione europea non è sovrappeso. Il dr. Nösslinger ha anche smentito alcuni pregiudizi. La presenza di pesticidi ed erbicidi o di additivi negli alimenti non è di per sé cancerogena. Le vitamine B2, B6 e B12 e l’acido folico stabiliscono il DNA, ma in concentrazione elevata sono cancerogeni. “Bisogna sempre chiedere al medico prima di assumere integratori.”

Dr. Günther Sitzmann: Niente mezze verità e niente campana di vetro!
Ritrovamenti archeologici dimostrano che già nel 1.200 a. C. si curavano malattie tumorali. Ippocrate chiamava questo tipo di malattia karkinos = cancro. E il romano Aulus Celsus descrisse nel suo trattato medico del 25 d. C. dei gonfiori che dopo essere stati rimossi ricrescevano. Il primario di chirurgia dell’ospedale di Brunico, dr. Günther Pfitzmann, ha scelto come introduzione alla sua relazione sul concetto dell’approccio multidisciplinare un excursus storico. Il cancro sembra essere vecchio come l’umanità, con la differenza che secoli fa solo poche persone arrivavano ad un’età tale da poter sviluppare un cancro. In questo senso il cancro va visto in correlazione con lo sviluppo della medicina e l’aumento dell’aspettativa di vita. Oggi una diagnosi ed un programma di terapia sono sempre il risultato di numerosi esami e considerazioni effettuati da un team multidisciplinare, che redige per ogni paziente un profilo individuale. Tutti insieme, chirurgo, specialista, radiologo, patologo, onco-psicologo decidono insieme. “E insieme significa anche insieme al paziente, ha sottolineato Sitzmann. ”Non dobbiamo servire solo delle mezze verità ai pazienti o metterli sotto una campana di vetro.” E poi: “Il punto più importante nell’impostazione di una terapia è sempre la qualità di vita. Se ho un paziente di ottant‘anni che è in forma, posso operarlo nonostante la sua età, se questo aumenta la sua qualità di vita.”

Dr. Martin Maffei: La radioterapia che diventerà radiochirurgia
Nell’ambito di una terapia tumorale la radioterapia svolge un ruolo sempre più importante. Grazie agli acceleratori lineari è possibile indirizzare dei raggi sempre più potenti in modo sempre più preciso esattamente sulla lesione neoplastica senza che venga compromesso il tessuto sano. “I raggi danneggiano il patrimonio genetico delle cellule. Una cellula sana è in grado di riparare questi danni, una cellula tumorale invece no“, ha precisato il dr. Maffei, direttore del servizio di radioterapia alla Clinica Bonvicini Bolzano. La radioterapia sta sostituendo sempre di più le cure finora tradizionali dei tumori, diventando unica terapia per combattere determinati tumori e metastasi (dove un intervento chirurgico è impossibile), ma anche nel caso di tumori benigni, di infiammazioni acute e croniche o in modo palliativo nella terapia del dolore. Radioterapia a fasci esterni, radioterapia con tecnica 3 D, radioterapia stereotassica ad intensità modulata, acceleratori di ioni e di protoni… sta al medico spiegare al paziente di cosa si tratta esattamente. Una cosa è certa: In futuro la radioterapia diventerà sempre più radiochirurgia.

Dr. Martin Steinkasserer: Il cancro non è il male assoluto!
In Austria e anche in Alto Adige muoiono più persone all’anno di suicidio che donne per un tumore al seno. Il tumore al seno, che è il più frequente tumore nelle donne è comunque meno frequente delle malattie cardio-vascolari. In modo un po’ provocatorio il dr. Martin Steinkasserer, primario di ginecologia all’ospedale di Brunico, ha fatto ragionare il pubblico su queste affermazioni. “Grazie alla prevenzione e agli screening, oggi ogni donna può vincere il tumore al seno! Bisogna riconoscere“, ha ribadito Steinkasserer, „che le donne sono più furbe degli uomini! Conoscono meglio il loro fisico e prendono più sul serio la prevenzione.” Il tumore al seno a differenza del tumore alle ovaie è ben diagnosticabile in uno stadio precoce. Il primario ha invitato caldamente le ragazze ma anche i ragazzi a sottoporsi al vaccino contro il papillomavirus. Poi ha riconosciuto che anche se la prognosi è positiva, come nel caso di una diagnosi precoce, la consapevolezza di avere un tumore sia sempre uno shock per la paziente. “La paura di essere consumata da questa malattia, la paura dell’ospedale, dell’operazione, di un’eventuale invalidità, del cambiamento del fisico e della morte è sempre in agguato ed è compito del medico curante prendersi cura della paziente in questa situazione, di capirla e di sorreggerla.“

Dr. Anton Huber: Ogni crisi è sempre anche un’occasione
“Non ho nessuna competenza per parlare della morte, io parlo della vita ai miei pazienti!“ Questo è in breve il concetto di terapia dell’onco-psicologo dr. Anton Huber. Per questo la sua domanda preferita ai pazienti è: “Quanto bene sta lei?” Solo il 50-60% dei pazienti oncologici ha bisogno di una terapia onco-psicologica. Huber lavora seguendo il concetto delle risorse. È convinto del beneficio della terapia di gruppo e dell’auto-aiuto. A Brunico è supervisore di tre gruppi: Insieme al dr. Hartmann Aichner conduce il primo gruppo auto-aiuto per soli uomini, tutti malati di tumore alla prostata, “Der Baum“. Poi ci sono il gruppo “La mia seconda vita” e il gruppo di scrittura creativa di malati di tumore e pazienti del dolore. Il suo intento è portare i suoi pazienti ad una concezione realistica del loro stato e di aiutarli a venire a capo delle domande inevitabili, “Dove ho sbagliato e Perché proprio a me?” La paura, ha spiegato l’onco-psicologo al pubblico, “è la sorella gemella della speranza, un emozione vitale, che ci porta ad agire. Ogni crisi è sempre anche un’occasione.“ Anche se ci fa soffrire.
Sinistra: Dr. Hannes Nösslinger: "L'obesità è l'epidemia del mondo occidentale. La migliore prevenzione è mangiare sano!"– Destra: Anche l'assessora Martha Stocker è venuta a Brunico: "Chi vive in simbiosi con il suo fisico riesce a captare in anticipo dei segnali premonitori!"

Tema

Vivere sani, prevenire il cancro

La conferenza stampa dell’Assistenza Tumori per la giornata mondiale del cancro
Il 50% degli uomini e il 44% delle donne si ammalano nel corso della loro vita di tumori, così dicono le statistiche. È possibile però a evitare questo destino! Grazie ad uno stile di vita responsabile ognuno può contribuire a minimizzare il suo rischio personale di ammalarsi di tumore. Durante la conferenza stampa dell’Assistenza Tumori, organizzata in concomitanza della giornata mondiale contro il cancro a febbraio, quattro medici esperti hanno parlato delle strategie per ridurre il rischio personale di ammalarsi e hanno presentato i dati attuali riguardo alle malattie tumorali in Alto Adige.
Ogni giorno le cellule del nostro corpo si dividono. Questo implica il rischio che il materiale genetico venga danneggiato, inducendo a sua volta la formazione di cellule tumorali. Ma la formazione di un tumore è dovuta a una predisposizione genetica, o dipende dal caso e dal proprio stile di vita? Tutti e tre questi fattori svolgono un ruolo importante. Oggi però sappiamo che in alcune forme neoplastiche il rischio di ammalarsi è fortemente determinato dal proprio stile di vita. Se si evitano alimenti e comportamenti che oggi sappiamo essere cancerogeni, siamo in grado di contribuire a minimizzare la probabilità di ammalarci di cancro. ”Avere uno stile di vita sano non significa solo rinunciare a qualcosa, ma significa soprattutto prendersi cura di se stessi in maniera ragionevole e accurata,” sottolinea Ida Schacher, presidente dell’ATAA. “La salute è il nostro bene più prezioso e dovrebbe essere un piacere contribuire a salvaguardarlo. Fare sport assieme agli amici piuttosto che guardare la televisione. Baciarsi senza il sapore di fumo, prendere il sole senza scottarsi e festeggiare senza sentirsi male il giorno dopo per l’eccessivo consumo di alcol!”

Fattori di rischio e programmi di screening in Alto Adige.
„Studi scientifici dimostrano che singoli tumori possono essere attribuiti a diversi fattori di rischio “, spiega il dr. Guido Mazzoleni, primario dell’anatomia patologica e istologia presso l’ospedale di Bolzano. Così per esempio il fumo, il sovrappeso, il poco movimento, il consumo di alcol o alcuni effetti ambientali, comportano un rischio tumorale più elevato. Uno stile di vita sano, nonché la partecipazione ai programmi di screening rappresentano un metodo efficace per prevenire o almeno diagnosticare precocemente alcune malattie neoplastiche. Attualmente in Alto Adige vengono proposti tre programmi di screening: il pap-test per la diagnosi precoce del tumore alla cervice, effettuato dal 30,7 % delle donne invitate, la mammografia con una partecipazione del 49,7% e l’esame del sangue occulto nelle feci per la diagnosi precoce del tumore al colon con una partecipazione del 39,3%.

Frequenza e tipi di tumore in Alto Adige.
In Alto Adige in un anno si ammalano di cancro 2.833 persone, di cui 1.546 appartengono al sesso maschile e 1.287 a quello femminile (periodo 2008-2012).
Nella popolazione maschile il cancro alla prostata è il più frequente, seguito dal tumore al colon retto e ai polmoni. Le donne si ammalano soprattutto di tumore al seno, seguito da cancro al colon retto e poi quello ai polmoni. In media in un anno 1.357 altoatesini muoiono a causa di una malattia tumorale (periodo 2009-2013), di cui 745 uomini e 612 donne. I tumori più letali sono il tumore ai polmoni nei maschi e quello al seno per le donne.
La notizia positiva è che negli ultimi anni l’incidenza (la probabilità di ammalarsi di cancro) è diminuita, soprattutto nella popolazione maschile. Fra le altre cose questo si può ricondurre a una modifica dello stile di vita, in particolare per quanto riguarda il fumo. Sono stati segnalati anche cambiamenti nel tasso di mortalità: la popolazione maschile ha avuto una diminuzione dei decessi, dato invariato in quella femminile. Oltre ai programmi di screening, mirati ad una diagnosi precoce dei tumori, per il tumore della cervice esiste anche un programma di prevenzione: il vaccino contro il papilloma-virus.

Sole, ma solo con protezione.
L’incidenza dei tumori della pelle è in aumento. Essi si possono suddividere in tre tipi, il melanoma, il carcinoma cutaneo spinocellulare e il basalioma. Il melanoma è il tumore maligno della pelle più pericoloso; i raggi ultravioletti e bagni di sole senza protezione aumentano notevolmente il rischio di melanoma. L’Alto Adige segna il numero di ammalati di melanoma più alto in Europa. „Tra cinque – dieci anni il melanoma si troverà al quarto posto dei tumori con metastasi nella popolazione di carnagione chiara.
Una simile incidenza del melanoma si può riscontrare anche localmente in Alto Adige e nel Tirolo del Nord “, spiega il professor dr. Klaus Eisendle, primario di dermatologia presso l’ospedale di Bolzano. Questo reparto esegue ca. 5.000 escissioni in anestesia locale all’anno: la metà di queste con esito maligno e le restanti vengono rimosse per sospetto di malignità.
Di sette casi sospetti, uno risulta essere melanoma. Programmi di screening per tutta la popolazione sarebbero un metodo efficace di diagnosi precoce. Però ognuno di noi può contribuire a ridurre il rischio melanoma: farsi le lampade è molto nocivo per la nostra pelle, una protezione solare coerente riduce il rischio soprattutto nei bambini.
”Un utilizzo intelligente dell’esposizione solare è consigliabile: giocare e fare sport all’aperto va bene, ma stare a lungo a pelle scoperta sotto il sole, non va bene” sottolinea Eisendle. Un’adeguata protezione solare inoltre è anche un ottimo rimedio anti-invecchiamento.

Come un’alimentazione adeguata riduce il rischio tumore.
„Il 30 - 40% delle malattie tumorali si può ricondurre a cattive abitudini alimentari" , spiega il dr. Michael Kob del servizio dietetica e nutrizione clinica dell’ospedale di Bolzano. L’obesità è un fattore di rischio per almeno 13 tipi di tumore. Il rischio di ammalarsi di tumore al colon aumenta con un elevato consumo di grassi, di alcol e un’elevata assunzione di sostanze che si generano nelle carni grigliate e affumicate.
Il consumo di carne e la frequenza di tumore al colon ad essa correlata è scientificamente provato. ”Un’alimentazione equilibrata e la combinazione di determinati alimenti può contribuire a rafforzare le proprie difese, stimolare il processo di guarigione e sollevare il generale benessere”, sottolinea il dietologo. Un’alimentazione sana, festeggiare senza abuso di alcol ed controllare il proprio peso corporeo sono tre fattori che riescono a minimizzare il rischio ore.

Il movimento è indispensabile per star bene anche durante la terapia
Fondamentale per il nostro benessere è praticare regolare attività fisica. "Numerosi studi scientifici dimostrano che le persone che praticano regolarmente sport e/o fanno regolare attività fisica, manifestano malattie tumorali fino al 30% in meno rispetto alla popolazione inattiva e sedentaria “, spiega il dr. Stefan Resnyak, primario del servizio provinciale di medicina dello sport.
Per la persona sana viene raccomandata un’attività fisica di 150 min. alla settimana ad intensità moderata oppure 75 min. alla settimana ad intensità intensa. Inoltre si raccomanda due volte alla settimana l’allenamento di forza che coinvolga i grandi gruppi muscolari. Se non fosse possibile, ricordate: ogni attività fisica anche minima è meglio di nessuna attività – e anche per chi non ha ancora mai praticato sport – non è mai troppo tardi per iniziare. L’attività fisica praticata regolarmente riesce a contrastare tanti effetti negativi e collaterali della malattia e della terapia ed ha inoltre un effetto positivo anche sulla prognosi.
L’attività fisica prima, durante e dopo un trattamento oncologico è sicura. “Questo non implica però che l’allenamento non abbia mai effetti negativi e che non possa essere applicato alla pari delle persone sane. Bisogna ridurre al minimo il rischio di incidenti e reazioni avverse. Ci vuole una programmazione dettagliata e una consulenza specialistica da parte del medico curante ed eventualmente di altri specialisti”, ribadisce il dr. Resnyak.
È da tener conto inoltre che lo stato fisico di una persona è soggetto a grandi cambiamenti e variazioni sia in base al tipo di tumore che al tipo di trattamento oncologico, tanto da richiedere regolari controlli medici per un’ottimale prescrizione personalizzata sia del tipo di movimento che dell’intensità e della durata delle singole sedute, tutto ciò per ottenere il miglior risultato terapeutico .
A parte alcune controindicazioni la terapia del movimento dopo l’intervento chirurgico, e/o la terapia adiuvante, l’attività fisica dovrebbe essere iniziata appena possibile.
È importante essere seguiti con un programma di movimento individualmente predisposto (p.es. in gruppi AFA-attività fisica adattata).

Conoscere il proprio corpo


Conoscere il proprio corpo fa parte della prevenzione. Chi vive in simbiosi con il suo fisico riesce a captare dei piccoli segnali che potrebbero indicare una malattia in uno stadio precoce. Perdita di peso e stanchezza sono sintomi di uno stato già avanzato.

1. Linfonodi gonfi: Di solito un effetto collaterale e innocuo di un’infezione. Se persiste più di 15 giorni bisogna contattare il medico. Potrebbe essere un indizio per un tumore ai linfonodi.
2. Sanguinamenti sospetti: Sangue nelle feci o nelle urina (indizio di un tumore al colon o alla vescica), sanguinamenti dalla vagina dopo la menopausa (tumore dell’apparato genitale femminile, p. es. all’utero o alla cervice uterina).
3. Uscita di liquido da pene (tumore alla prostata) o dal seno (carcinoma mammaria).
4. Cambiamenti nell’aspetto di pelle del seno o del capezzolo (carcinoma mammaria).
5. Ferite che non guariscono (tumore alla pelle).6. Nei che cambiano aspetto o colore, si gonfiano, crescono, diventano irregolari o iniziano a sanguinare. Ognuno di questi sintomi può essere l’indizio di un tumore alla pelle.
7. Problemi di deglutazione (tumore alla laringe o all’esofago)
8. Persistente raucedine (tumore alla laringe)9. Cambiamenti di voce (tumore alla laringe)
10. Cambiamenti persistenti della digestione e delle feci, frequenti diarree o frequente stitichezza (tumore al colon).
11. Frequenti e insoliti mal di testa (tumore al cervello)
12. Disturbi neurologici (tumore al cervello)
Due domande al …
… ddr. Klaus Eisendle


Chance: Un europeo su cinque si ammalerà di tumore alla pelle, e in Alto Adige addirittura uno su quattro. Perché?
Dr. Klaus Eisendle: Gli altoatesini vivono in un bellissimo ambiente naturale e montanaro e sono un popolo “out-door“. Vanno sempre in montagna, praticano tanti sport all‘aria aperta, camminano… Senza un’adeguata protezione solare – almeno 30, meglio 50 - e senza l’abbigliamento adeguato, maniche lunghe, cappellino e occhiali da sole questo è molto pericoloso, ancora di più in montagna, dove l’irradiazione è ancora più forte. Ogni scottatura con bollicine aumenta il rischio di ammalarsi di tumore alla pelle. Ma c’è anche un’altra ragione: siamo una delle regioni in Europa con l’aspettativa di vita più alta. I danni alla pelle si sommano e più vecchi siamo più alto è il rischio di sviluppare un tumore maligno della pelle. Il cosiddetto cancro nero, il melanoma è spesso letale. Ma non dimentichiamo i lati positivi del sole. La luce del sole produce serotonina, l’ormone della felicità, il sole lenisce gli eczemi e favorisce la produzione della vitamina D. Quindi stare al sole fa anche bene, ma sempre con protezione e mai tra le ore 11 e 15.
Chance: Non è ancora previsto uno screening per il tumore della pelle…
Dr. Klaus Eisendle: No, purtroppo no. E quindi è molto importante osservare attentamente la propria pelle per poter notare dei mutamenti e farli vedere al medico. È raccomandabile, a partire dai 40 anni, prenotare ogni due anni una visita di controllo dal dermatologo per far controllare la pelle e i nei. La fascia d’età più a rischio sono i 35 -40enni, che spesso da piccoli passavano tanto tempo scoperti in piscina o in spiaggia.
… dr. Guido Mazzoleni


Chance: L’Alto Adige ha la fama di essere molto all’avanguardia per quanto riguarda la terapia tumorale. In quanto alla prevenzione invece sembra essere indietro. Meno di un terzo delle donne invitate fanno il pap-test e appena la metà fa la mammografia, e anche il test del sangue occulto lo fanno solo il 39% degli aventi diritto. Come se lo spiega?
Dr. Guido Mazzoleni: Per il sangue occulto ha ragione, invece bisogna correggere un po‘ i numeri delle donne che fanno il pap-test e la mammografia. Perché quei numeri non tengono conto di tutte le donne che fanno questi accertamenti privatamente. Comunque sia: finché non raggiungiamo il 100% di copertura dobbiamo continuare a pubblicizzare la prevenzione.
Chance: Ci sono altri screening che però non vengono pagati, o solo parzialmente, dall’Azienda Sanitaria…
Dr. Guido Mazzoleni: Giusto. Per le ragazze di 12 anni è previsto il vaccino contro il papilloma-virus che è la causa principale del tumore al collo dell’utero ma anche di tutta una serie di altri tumori. I ragazzi e gli uomini fino all’età di 26 anni possono vaccinarsi a spese loro. Questo vaccino protegge le donne soprattutto dal tumore al collo dell’utero e i maschi dal tumore al distretto capo-collo, all’ano e al pene. E soprattutto a chi ha casi di tumore al colon in famiglia, consiglio a prenotare una colonscopia ogni cinque anni.
… dr. Michael Kob


Chance: Nella prevenzione dei tumori non conta solo quanto mangiamo ma soprattutto anche come e cosa mangiamo?
Dr. Michael Kob: Giusto! Il sovrappeso fa male perché scombina il metabolismo e l’equilibrio ormonale e gli ormoni hanno un ruolo importante nella formazione dei tumori. Un surplus di insulina per esempio porta ad una crescita sregolata delle cellule. Chi mangia troppa carne, e soprattutto troppa carne rossa e carni trasformate come salumi o speck è a rischio di tumore. Lo stesso vale per l’assunzione di alimenti non freschi, mal conservati o andati male. Il nostro menu dovrebbe consistere di tanta verdura, anche cruda, insalata, frutta fresca, legumi, frutta secca, pochi zuccheri e pochi grassi.
Chance: Come si calcola il peso giusto?
Dr. Michael Kob: Il cosiddetto body mass index (BMI) indica il peso corretto in correlazione all’altezza. Si divide il peso in kg per il quadrato dell’altezza in metri. Per esempio: 69 kg diviso per 1,70 m per 1,70 = 23,8. Il peso normale è tra i valori di 18,5 a 24,9. Si parla di sovrappeso sopra 25 e di obesità sopra 30.
… dr. Stefan Resnyak


Chance: Per prevenire il cancro non bisogna essere un atleta da competizione.
Dr. Stefan Resnyak: Assolutamente no. Ma ognuno può contribuire a non ammalarsi muovendosi, possibilmente ogni giorno per almeno venti minuti. Lo stesso vale del resto anche per patologie come diabete, Alzheimer, malattie cardiovascolari, osteoporosi ecc. È una prevenzione sicura e a costo zero. L’attività fisica non è solo fare sport. Ognuno, ad ogni età, può camminare, fare le scale, andare in bici, fare Qi Gong, ballare, correre, nuotare… E soprattutto: non è mai troppo tardi per cominciare!


Chance: Il movimento non aiuta solo a prevenire?
Dr. Stefan Resnyak: No, infatti, aiuta anche a prevenire la recidiva, influisce in modo positivo sulla terapia, ne riduce gli effetti collaterali ed è un ottimo rimedio contro la sindrome da affaticamento. Si dice che il movimento quotidiano aumenti la possibilità di guarigione del 40%. Bisogna cominciare appena possibile dopo un intervento chirurgico e ovviamente sotto controllo medico. La cosa migliore è cercarsi un gruppo per praticare il movimento in compagnia e motivarsi reciprocamente.