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I circondari hanno votato

Riunione dei soci in Val Venosta/ Interviste ai presidenti
Una retrospettiva fotografica sull’anno scorso, il saluto del Comune di Silandro attraverso la referente per il sociale, Dunja Tassiello, lo spoglio dei voti e una interessante relazione della dott.ssa Susanne Pragal sul tumore al colon. Ecco il programma dell’assemblea del circondario Val Venosta a Silandro che si è tenuto lo scorso 24 febbraio.
In questo modo, o comunque in un modo molto simile, si saranno svolte anche le assemblee elettive degli altri circondari dell’Assistenza Tumori. Una cosa balzava all’occhio: tra le circa 40 persone presenti in sala solo sei uomini! Più o meno lo specchio della situazione dell’Assistenza Tumori su scala provinciale. Un decimo solo dei soci sono uomini. Il paradosso è che sono più gli uomini ad ammalarsi di tumore che le donne! Questo squilibrio nel rapporto di genere evidenzia un problema che sicuramente sarà al centro dell’agenda di tutti i nuovi direttivi e del direttivo generale nei prossimi quattro anni. Come anche la necessità di trovare delle nuove strategie per poter integrare i nuovi soci di età relativamente giovane.
Conferenze, gite, la grigliata assieme al circondario Merano, le feste in occasione del Natale e durante l’estate, i corsi di movimento e di nuoto, di pittura e di cucina. Certo, il circondario Val Venosta lo scorso anno è stato molto attivo e in tanti hanno approfittato dell’offerta.
La rappresentante del comune di Silandro, Dunja Tassiello, nel suo saluto ha toccato un tema che gli ultimi anni si è imposto sempre con maggiore forza. Il tumore è una malattia che colpisce tutta la famiglia. La diagnosi cambia improvvisamente la vita non solo alla persona malata, ma anche a chi sta attorno.“ Si soffre, spera e lotta insieme e l’Assistenza Tumori riesce a stare accanto non solo all’ammalato ma anche a chi condivide la sua vita. “E anche il Comune vuole occuparsi di queste persone!“
Per quanto riguarda le votazioni, i consiglieri uscenti così come la presidente, Helga Wielander, sono stati tutti riconfermati. Parliamo di Margareth Telser, da otto anni la referente per questioni etiche; Rebekka Wallnöfer, responsabile per sport, riabilitazione e tutto ciò che ha a che fare con la creatività; Elisabeth Platzgummer, garante di una collaborazione in team sempre all’insegna della democrazia e della concretezza; Bernhard Staffler, cassiere e fondamentale elemento di equilibrio nelle scelte del direttivo e infine Katherina Pichler, la consigliera più giovane, responsabile per gli aggiornamenti. Joachim Stecher non si è ricandidato ma rimane ricoprendo il ruolo di intermediario con l’Alta Val Venosta. Per quanto riguarda il dottor Heinrich Stecher, che non si è ricandidato, ha promesso di restare a disposizione per le moderazioni. Nuovo consigliere è Robert Peer. L’assemblea è stata accompagnata da Josef Sprenger e dalla sua fisarmonica.
Dr.ssa. Susanne Pragal: Vincere la propria pigrizia!
Tutto quello che c’è da sapere sul tumore al colon
Durante lo spoglio dei voti, l’internista dott.ssa Susanne Pragal dell’ospedale di Silandro ha tenuto una relazione sul tumore al colon.
È un tipica malattia del benessere e va messa in stretta correlazione con la cultura alimentare dei paesi industrializzati o dei paesi dove tradizionalmente si consuma tanta carne rossa come l’Argentina, gli Stati Uniti, l’Australia o la Nuova Zelanda. Dove invece si consuma tanto pesce, tanta verdura e frutta i casi sono molti meno, come per esempio in Giappone, in Spagna, in Finlandia, in Grecia o in India. Non ci sono invece statistiche sulla situazione nei paesi africani.
È il secondo tumore per frequenza sia negli uomini che nelle donne, dopo il tumore alla prostata e il tumore al seno. Un tumore che aumenta con l’età, superata la soglia dei 55/60 anni. E proprio in questo frangente si notano cambiamenti sociali importanti, ha ribadito la dott.ssa Pragal. “25 anni fa un paziente di 75 anni era vecchio e non lo si sottoponeva più ad una terapia. Oggi si è vecchi a 90 anni e un paziente di 85 anni in forma viene sottoposto a chemioterapia!” E quindi constatare che i casi di tumore sono in aumento, da un certo punto di vista, è anche una notizia buona. Perché? Semplicemente perché significa che diventiamo sempre più vecchi, e essendo vecchi stiamo sempre meglio. Quindi ci ammaliamo di più di tumore causa l’età avanzata ma curiamo anche sempre di più tumori in età avanzata e viviamo di più pur essendo malati di tumore!
Il tumore al colon è comunque un tumore evitabile. Chi vive in modo sano, mangia poca carne, pochi grassi, tanta verdura e frutta, cereali integrali e beve poco alcool ha molte meno possibilità di ammalarsi. “Non fumare, non ubriacarsi, vincere la pigrizia, muoversi almeno 30 minuti al giorno, ecco la ricetta contro il tumore al colon.“ Muoversi, ha spiegato la dott.ssa Pragal vuole dire passeggiare, fare le scale, utilizzare i piedi o la bicicletta per dei piccoli tragitti e lasciare la macchina a casa. Il tumore al colon è un tumore che risponde molto bene alla prevenzione. Si sviluppa molto lentamente e chi controlla regolarmente il sangue occulto nelle feci o fa ogni dieci anni (cinque nei casi di familiarità) una colonscopia dovrebbe riuscire a scoprire questo tumore comunque in uno stadio molto precoce dove la prognosi di guarigione è del cento percento.
Anche il dr. Heinrich Stecher, consigliere uscente, ha richiamato i soci ad un comportamento responsabile. “Ci sono delle cose che non riusciamo a influenzare, il nostro colore di pelle, i nostri geni…Il cancro è una malattia molto grave, ma ci sono più persone che muoiono ogni anno di infarto, il 50% non sopravvive al primo anno. Il tumore invece con un po’ di senso responsabilità verso noi stessi è possibile prevenirlo!”
Anni movimentati – Una grande sfida
Ida Schacher è stata confermata alla guida del circondario Val Pusteria.
Anche nei prossimi quattro anni, Ida Schacher sarà alla guida del circondario Val Pusteria e della sezione Alta Pusteria. Negli ultimi quattro anni ha svolto con modestia e tantissimo impegno il ruolo di presidente provinciale dell’Assistenza Tumori Alto Adige.
Chance: Ida, quattro anni fa ha accettato un incarico al quale non aveva mai ambito.
Ida Schacher: La mia competenza sono i rapporti umani, non sono portata per le pubbliche relazioni. Sono la prima a dirlo. Ma ugualmente mi sono davvero impegnata a svolgere al meglio i compiti da presidente di un’associazione così importante com’è l’ATAA. Non è stato sempre facile, anche per motivi logistici, abitando a San Candido. Sono stati anni movimentati ed è stata una grande sfida.
Chance: Cosa si porta via da questi quattro anni?
Ida Schacher: È stato un compito importante che mi ha regalato tanti momenti e tanti incontri particolari. Mi è costato tanta forza e tanto tempo, ma questo era ovvio. Ho potuto costruire tanti contatti con l’amministrazione, con i politici, con i medici, con gli ospedali. Anche con l’estero, con l'Austria e la provincia di Belluno che ci prende come modello. Con il centro tumori ad Aviano e con le Frecce Tricolori, che lì hanno la loro base.
Chance: Che immagine si è fatta della situazione sanitaria in Alto Adige?
Ida Schacher: Un’ottima immagine! I nostri pazienti possono essere tranquilli, qui in Alto Adige abbiamo delle ottime possibilità di terapia. Abbiamo degli ottimi reparti e day hospital, medici e personale sanitario molto competenti e molto disponibili!
Chance: E come ha vissuto l’Assistenza Tumori?
Ida Schacher: Sempre di più come una grande famiglia. La collaborazione con i circondari è ottima. Con i consiglieri ci siamo conosciuti anche privatamente e questo è importante, bisogna conoscersi per portare avanti dei progetti importanti!
Chance: È sarà disponibile per altri quattro anni a guidare l’ATAA?
Ida Schacher: Se c’è bisogno non mi tirerò certo indietro. Ma se ci sarà qualcun altro di competente sarò felice di passare le consegne. Potrei dedicarmi di più ai pazienti della mia sezione. Ho avuto tanta gratitudine in questi anni e devo dire che oggi sono più ricca dentro che quattro anni fa.
Chance: Se dovesse rimanere presidente provinciale che cosa si prefigge?
Ida Schacher: Di certo sarei più tranquilla e sicura che quattro anni fa. Dovremmo investire nelle relazioni pubbliche e nella comunicazione, nella ricerca e nella prevenzione. Bisognerà spiegare ancora meglio ai cittadini quanto sia importante la prevenzione. Vorrei attivare più soci, convincerli ad impegnarsi nell’associazione. L’obiettivo principale comunque sarà, come sempre del resto, migliorare sempre di più la qualità di vita dei nostri pazienti. Loro sono la cosa più importante, non li abbandonerei per niente al mondo!
Parlare ai pazienti giovani
Helga Wielander: Presidente del circondario Val Venosta
Da consigliera cooptata è diventata immediatamente presidente. Il circondario Val Venosta è lontano dal centro. Non è facile trovare un proprio programma e non isolarsi dagli altri circondari.
Chance: Lei è stata catapultata dal nulla alla guida del circondario. Non sarà stato facile…
Helga Wielander: Per niente! Dopo il mio prepensionamento avevo deciso di dedicare gli anni guadagnati al volontariato. Mai avrei pensato di trovarmi alla guida del circondario. Ho dovuto iniziare a conoscere tutto da zero, ho dovuto capire cosa ci si aspettava da me…
Chance: La cosa più difficile?
Helga Wielander: Il mio problema più grande è stato entrare in contatto con delle persone molto malate. Ero insicura, non sapevo come comportarmi, ma devo dire che alla fine tutto è stato molto più semplice di quello che pensassi. Sono convinta anche che tutte queste persone mi abbiano dato molto di più di quello che io ho potuto dare loro. Il mio più grande problema è non riuscire a guarire le persone.
Chance: Però può contribuire a fare sì che non si ammalino!
Helga Wielander: Questo è vero, e infatti la prevenzione mi sta molto al cuore. Siamo stati fortunati ad avere avuta al nostro fianco negli ultimi otto anni il dottor Stecher con la sua competenza e la sua sensibilità.
Chance: Si è ricandidata a tempo scaduto…
Helga Wielander: È vero … ma ormai ci sono e ci rimango.
Chance: Cosa si è prefissata per i prossimi quattro anni?
Helga Wielander: Dobbiamo cercare di essere ancora più disponibili. I soldi sono importanti, ma quello che davvero è necessario è essere presenti come associazione e capire di cosa hanno bisogno i nostri soci.
Chance: I bisogni dei malati sono cambiati negli ultimi anni.
Helga Wielander: Giusto. Ci sono sempre più persone malate ancora inserite nel ciclo lavorativo. Hanno appena messo su famiglia. Queste persone non possono neanche sfruttare certe cose che noi offriamo. O non ne sentono il bisogno.
Chance: Questione di tempo a disposizione e di interessi.
Helga Wielander: Abbiamo fatto diversi tentativi con orari diversi, mattina, pausa pranzo, pomeriggio. Manca la sera. Mi dispiace che tanti soci giovani non possano approfittare dei nostri corsi. Funzionano spesso da veri gruppi di auto-aiuto. Sarà il mio obiettivo più importante dei prossimi anni: riuscire a coinvolgere i soci giovani.
Aiutare per me è una necessità
Mariangela Berlanda guiderà per altri quattro anni il circondario Oltradige Bassa Atesina. Il 27 aprile compie 83 anni, ma non si sente per nulla stanca o troppo anziana e i soci l’hanno riconfermata come presidente.
Chance: Lei è stata in prima linea fin dal primo giorno di fondazione dell’Assistenza Tumori. Non si stanca mai?
Mariangela Berlanda: Sono gli altri che mi hanno voluto ancora come presidente. Come faccio a dire di no? La loro fiducia mi dà forza. E se dovessi accorgermi che non ce la faccio più, sarò la prima a tirarmi indietro.
Chance: La mancanza di nuove leve è comunque un problema strutturale dell’ATAA. In futuro ci sarà qualcuno in grado di sostituirla?
Mariangela Berlanda: Abbiamo la fortuna di avere volti nuovi nel nostro direttivo, ma non posso affidare il mio compito a qualcuno che deve ancora imparare tutto. Ci vuole tempo!
Chance: Guardando indietro, ci sono cose che non rifarebbe? Quali invece le cose positive?
Mariangela Berlanda: Devo dire che se io mi programmo qualcosa lo faccio. E se comincio qualcosa di nuovo mi riesce.
Chance: Anche l’anno scorso è stata lanciata in una nuova iniziativa…
Mariangela Berlanda: Intende la corsa di beneficenza? Sì, ed è andata benissimo, malgrado il brutto tempo!
Chance: Qual è il suo compito più importante?
Mariangela Berlanda: Entrare in contatto con i malati il prima possibile. Subito, già all’ospedale. Per far capire loro che non sono da soli! E ce ne sono sempre di più. Nel circondario i malati sono 800. Anche ieri (metà marzo, n. d. red.) ho saputo di due casi nuovi. Due persone giovani…
Chance: In effetti ci sono sempre più malati che hanno meno di 40 anni. Cambia qualcosa nelle modalità di approccio a persone così giovani?
Mariangela Berlanda: La miseria è sempre la stessa. Lo shock, la paura, il sentirsi in balia di qualcosa. Devono sapere che non sono soli. Aiutare gli altri per me è un obbligo morale.
Diventeremo ancora più uniti
Maria Claudia Bertagnolli è la nuova presidente del circondario Bolzano Salto Sciliar
Appena eletta consigliera è subito diventata presidente, succedendo a Monika Gurschler. Lei è Maria Claudia Bertagnolli. In pensione da un anno, dopo un periodo di riorientamento è pronta a impegnarsi nel volontariato. Da ex collaboratrice dell’assessorato alla cultura e dell’intendenza scolastica è ricca di esperienza nei rapporti con il pubblico e nel lavoro di programmazione.
Chance: Maria Claudia, ha già pensato ai suoi primi passi da new entry?
Maria Claudia Bertagnolli: Di certo non andrò a cambiare tutto. Intanto vedo come mio compito capire e imparare cos’è l’Assistenza Tumori, cosa fa, chi sono le persone con cui collaborerò. Fatto questo, deciderò assieme alla mia vice e al mio direttivo il da farsi.
Chance: Anche lei è stata malata.
Maria Claudia Bertagnolli: Più di dieci anni fa ho avuto un tumore al seno. E faccio parte delle fortunate che hanno superato tutto. Ho vissuto tutto. L’operazione, la chemio, la radioterapia e quindi riuscirò ad immedesimarmi nei soci.
Chance: Lei è da sempre sensibile ai bisogni degli altri ed è stata impegnata già precedentemente nel sociale.
Maria Claudia Bertagnolli: Per anni ho coperto la funzione di vicedirettrice dell’associazione per psicosintesi, sono socia della prima ora dei donatori di musica e ancora oggi mi commuovo quando entro nella sala d’attesa di oncologia, ovvero nella sala concerti Carlotta Nobile. Inoltre da un anno frequento un corso per accompagnatori del movimento hospice.
Chance: Quale sarà il suo compito più importante?
Maria Claudia Bertagnolli: Sarà senz’altro il rapporto con i malati. Ascoltare il silenzio, capirsi con uno sguardo o una stretta di mano, senza parole. Essere disponibile a 360 gradi per tutti e tutto. Questo incarico è una grande sfida per me, un ruolo che devo imparare, passo dopo passo, con pazienza e modestia.
Chance: Bolzano sembra essere un circondario complicato. Molto eterogeneo. La città e la campagna e gli altopiani, il mondo italiano e il mondo tedesco.
Maria Claudia Bertagnolli: Devo rinfrescare un po‘ il mio tedesco, ma ci sono e ascolterò tutti. Vorrei che ognuno parlasse la propria lingua e ognuno capisse quella dell’altro. Diventeremo più uniti.
Sono più credibile
Martha Feichter, presidente della sezione Bassa Pusteria
Fa parte dell’ATAA dal 2000, anno in cui ha perso quattro persone care per malattia, tra cui suo fratello. Tre anni fa è toccato anche a lei. Con l’aiuto del suo direttivo è riuscita comunque a restare in carica e a svolgere al meglio il suo compito, e adesso si è ricandidata.
Chance: Ha distribuito tante parrucche negli ultimi anni. Adesso è toccato anche a lei.
Martha Feichter: Sì, tre anni fa anch’io ho sentito “Lei ha un tumore“. Sono stata operata per un cancro all’utero, ho fatto la chemio e la radioterapia.
Chance: Prima conosceva la malattia solo dall’esterno.
Martha Feichter: Ovviamente dopo averla vissuta sulla propria pelle tutto è più chiaro e si riesce a immedesimarsi meglio in chi ne è colpito. Soprattutto ho imparato cosa significa vivere giorno per giorno. A questo punto credo di poter essere un aiuto ancora migliore per i nostri pazienti, sarò più credibile quando dirò: capisco cosa stai vivendo.
Chance: Non si è tirata indietro durante la sua malattia.
Martha Feichter: Sapevo che una persona su tre o su quattro è destinata ad ammalarsi. E io sono stata uno di loro. Sono andata subito dal medico e non sono rimasta così scioccata, sono stata in grado di razionalizzare. Ho avuto piena fiducia nei medici, non ho cercato terapie alternative. Ho sfruttato la possibilità delle terapie complementari e ho sempre avuto un atteggiamento positivo. L’unico momento difficile è stato il mese di attesa dell’esame citologico.
Chance: È stata sempre presente nel circondario, anche durante le terapie.
Martha Feichter: L’Assistenza Tumori è un lavoro per me e anche una missione. Senza l’aiuto degli altri non ci sarei riuscita. Mi ha aiutato anche a distrarmi. Ho continuato a rendermi utile anche in famiglia, da nonna. E le volte che non sono riuscita a muovermi ho lavorato con la testa. La nostra segretaria e il dottor Unterkircher mi sono stati di grande aiuto.
Chance: Che progetti vuole portare avanti nei prossimi quattro anni?
Martha Feichter: Spererei in più partecipazione alle nostre manifestazioni. L’interesse c’è. Azioni come i “cuscini cuore” o la distribuzione di reggiseni ci promuovono. I primi Colloqui sul Cancro a Brunico sono stati un successone. Ma spesso i contatti che riusciamo ad avviare non hanno seguito. Nessuno vuole impegnarsi, nessuno ha tempo. Dobbiamo essere ancora più attivi per i nostri pazienti.
Chance: Secondo lei c’ è anche un problema generazionale?
Martha Feichter: Senz’altro. È difficile parlare ai giovani. Sono troppo presi tra famiglia, lavoro e poi anche la malattia. Dobbiamo inventarci qualcosa!
Ci vuole un po’ di freschezza!
Monika Gurschler non si è più ricandidata alla presidenza.
Il suo impegno più grande è sempre stata la vendita delle rose e di questa si occuperà anche in futuro da semplice consigliera. Per otto anni Monika Gurschler è stata la presidente del circondario Bolzano Salto Sciliar.
Chance: Otto anni con un compito tutt’altro che facile.
Monika Gurschler: Mi è sempre piaciuto e ho sempre potuto approfittare dell’ottima collaborazione del direttivo. Bolzano è un circondario difficile, è vero. Tutto è molto distante e ci sono grandi differenze tra la città e le zone rurali, i soci hanno bisogni diversi a seconda di dove si trovano. Non è sempre facile organizzare tutto in tutte e due le lingue. Certo, a Merano o a Bressanone è più facile.
Chance: Ci sono diversi nuovi consiglieri dopo le elezioni.
Monika Gurschler: Sì e ne sono molto felice. Ci voleva una ventata di freschezza. I nuovi consiglieri porteranno delle novità.
Chance: Cosa porta via di questi otto anni?
Monika Gurschler: Non mi sono mai esposta molto in pubblico. Sono una persona tranquilla che fa il suo lavoro in silenzio. Ho vissuto tanta solidarietà, mi è piaciuto lavorare in team e la cosa più bella: ho conosciuto tante persone che non avrei mai incontrato.
Chance: E cosa farà adesso?
Monika Gurschler: Oh, di certo non mi annoierò. E poi sono ancora consigliera e devo occuparmi delle rose.
Chance: Ha già sgomberato il suo ufficio e passato le consegne?
Monika Gurschler: Sì, tutto fatto. Devo ammettere che ho avuto un po’ di magone quando ho lasciato l’ufficio. Ma sono felice sapere che sia tutto in mani più giovani!
La parola giusta e il gesto giusto
Nives Fabbian resta presidente del circondario Valle Isarco
Per anni Nives Fabbian è stata il braccio destro di Renate Daporta, presidente del circondario e presidente provinciale. Nell’ultimo quadriennio poi ha preso in mano le redini del Circondario.
Chance: Uno sguardo all’ indietro e uno in avanti. Cosa vede?
Nives Fabbian: Ho cercato di proseguire quanto cominciato da Renate Daporta.
Chance: È stata una personalità forte. È stato difficile subentrale?
Nives Fabbian: Diciamo che ho sperato di essere all’altezza del compito. All’inizio temevo che fosse un problema il fatto che sono italiana, l’unica italiana nel direttivo. Anche se parlo perfettamente il tedesco.


Chance: Perché il circondario ha quasi solo soci di lingua tedesca?
Nives Fabbian: Esatto. Ma sono stata accettata da subito. E adesso mi hanno confermato la loro fiducia.
Chance: Cosa vede come suo compito principale?
Nives Fabbian: Il contatto personale con i nostri soci. Saper trovare la parola giusta, il gesto giusto. Questa è la cosa più importante. E poi raccogliere ogni cent possibile per aiutare i soci anche in modo concreto.
Chance: A proposito, sono cambiati i soci negli ultimi anni?
Nives Fabbian: Ci sono sempre più donne giovani, donne con bambini piccoli, con un lavoro.
Chance: E allora la malattia acquista ancora un’altra dimensione?
Nives Fabbian: Sì, perché accanto alla paura e alla disperazione ci sono anche i problemi di natura finanziaria. Una grande sfida per l’Assistenza Tumori!
Chance: Il circondario Val d’Isarco organizza da anni un mercatino di Natale e uno di Pasqua molto famosi.
Nives Fabbian: Facciamo del nostro meglio per preparare delle cose belle da vendere e per trovare sempre nuovi sponsor accanto a chi ci sostiene da anni come per esempio l’ottico Brugger, la Brimi, la ditta Beton Eisack, la compagnia teatrale di Sciaves e tanti altri. E poi ci sono le rose. Io quest’anno sono stata per la 21esima volta a vendere rose in piazza. Dal 1997!
Chance: E i prossimi quattro anni?
Nives Fabbian: Saranno più semplici. Ho acquisito un metodo di lavoro e procedo tranquilla. Sono felice dei nuovi soci nel direttivo, e finalmente c’è anche un uomo, Andreas Hofer, e finalmente qualcuno della val Gardena. Saremo un buon team e porteremo avanti i nostri progetti per aiutare i soci.
Quando è troppo, prego
Oskar Asam è da sei anni alla guida del circondario Merano Burgraviato
È l’unico uomo tra le presidentesse dei circondari. Negli ultimi sei anni, da quando ha preso l’incarico per il circondario di Merano si è distinto per la sua creatività, le sue tante idee, il suo impegno e anche lo charme con cui ha conquistato tutti. Si è ricandidato, ma ad una condizione.
Chance: Oskar Asam, candidato sì ma…
Oskar Asam: Faccio due anni, non di più. In questi due anni voglio tirare su chi mi seguirà. Bisogna prepararsi. Io stesso ho dovuto saltare nell’acqua fredda e non è stato facile. Abbiamo avuto dieci candidati per queste elezioni e spero che, con coraggio, possa farsi avanti qualcuno.
Chance: Se guarda indietro cosa vede?
Oskar Asam: Soltanto belle cose! Abbiamo potuto aiutare tante persone e questa è la cosa più importante. Abbiamo iniziato tante cose nuove. Qi Gong, il corso di ceramica, la pittura. Il corso di trucco per donne durante la chemio. Abbiamo rinnovato la sede, che è diventato un vero luogo d’incontro per i soci.
Chance: E per lei personalmente?
Oskar Asam: Poter collaborare nel direttivo dell’Assistenza Tumori mi ha fatto maturare molto. Ho conosciuto tante persone che altrimenti non avrei mai incontrato e di questo faccio tesoro. Ho vissuto delle cose tristi e drammatiche e ho imparato a conviverci. Voglio essere presente il più possibile.
Chance: Come riesce a sopportare il peso di certe situazioni?
Oskar Asam: Se vedo che per me è troppo, prego. E poi vado avanti.
Chance: È contento di qualcosa in particolare?
Oskar Asam: Si, siamo riusciti a creare dal nulla una sezione molto attiva in Val Passiria. Due donne, all’epoca neanche parte del consiglio, si sono mosse. Da gennaio ci sono degli incontri settimanali e almeno una volta al mese partecipo anch’io con la nostra segretaria. E entro breve ci sarà anche lì un corso di Qi Gong e la possibilità di fare il linfodrenaggio. E sono sicuro che troveremo delle cose nuove da proporre anche anche ai soci di Merano.
Chance: Qualcosa in particolare?
Oskar Asam: Dobbiamo modernizzarci. Nuovi smartphone per migliorare la comunicazione. Dobbiamo parlare meglio ai giovani e secondo me urge un cambiamento degli statuti…
Chance: È l’unico uomo tra le sette presidenti donne. È un problema?
Oskar Asam (ride): No, per niente. A me piacciono le donne. Mi impegno molto per capirle e per immedesimarmi in loro e chiedo loro di darmi fiducia!
A marzo il Consiglio Direttivo Centrale uscente si è riunito lper l'ultima volta

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Non solo una moda

Digiuno salutare: solo sotto controllo medico | Liberare energia e purificarsi
Con che cosa c’entrano un’attrice e un ex professore di pedagogia religiosa alla facoltà di teologia di Bressanone? Tutti i due praticano regolarmente il digiuno salutare. Un tema molto discusso che è stato approfondito durante un convegno della cooperativa EOS.
"Chi vuole rimanere forte, sano e giovane sia moderato, eserciti il corpo, respiri aria pura e curi i suoi mali più con il digiuno che con la medicina”, consigliava già Ippocrate (460-370 a.C.) Il digiuno salutare ha una tradizione millenaria ed è stato riscoperto a metà dello scorso secolo, per esempio dal medico Otto Buchinger (1878–1966) che aveva sviluppato un concetto multidisciplinare di digiuno sotto controllo medico che tiene conto della dimensione clinica, spirituale e psicosociale della persona. Il digiuno è anche diventato una moda ma non è una pratica che si dovrebbe affrontare da soli e soprattutto va intrapreso solo dopo averne discusso con il proprio medico.
Durante il convegno, moderato dal direttore dell'accademia EOS, Ulrich Seitz, sono state affrontate le diverse dimensioni del digiuno. Anja Kruse, attrice che da anni lo pratica ha parlato dei benefici sperimentati da lei personalmente. Georg Reider ha approfondito poi la dimensione spirituale, il teologo e direttore del Centro TAU di Appiano è addirittura diplomato come “supervisore di digiuno”. Andrea Ciro Chiappa ha presentato infine i benefici del digiuno dal punto di vista medico. Chiappa è alimentarista e a sua volta supervisore medico di digiuno.
Il digiuno salutare non è una dieta e non persegue l’obiettivo della perdita di peso. Questo è importante! “Il digiuno”, ha spiegato Georg Reider, “è un occasione favolosa per maturare sotto l’aspetto esistenziale e umano.“ È in un certo senso un ricorso alle proprie risorse, un nutrirsi di se stessi e questo sia dal punto di vista spirituale che medico. Nel Centro TAU vengono regolarmente proposte delle settimane di digiuno. “È possibile inserire un digiuno accompagnato anche nel ritmo quotidiano di una settimana lavorativa, passando il fine settimana nel Centro Tau e incontrandosi tutte le sere dopo il lavoro con il gruppo di digiuno e con il supervisore.“ Il centro organizza anche digiuni per diabetici, per persone che soffrono di emicrania o di disturbi cardio-circolatori.
“C'è spazio per un digiuno salutare anche nella vita di tutti i giorni - e anche in una regione dalle grandi tradizioni culinarie com’è l’Alto Adige“, ha sottolineato Andrea Ciro Chiappa, socio dell’accademia tedesca del digiuno, da 15 anni supervisore medico di digiuno e ex collaboratore della clinica Buchinger al Lago di Costanza. Al contrario sostiene che l‘Alto Adige con la sua natura incontaminata sia un luogo ideale per questa pratica. “La combinazione di digiuno e movimento nella natura, passeggiate, cultura e un ambiente calmo è perfetta per rigenerare corpo e anima e ricaricare le batterie per affrontare un quotidiano pieno di stress e sfide.“
L'attrice tedesca Anja Kruse è buddista. Il suo primo incontro con il digiuno salutare risale al 1989 nella Clinica Buchinger. Da allora lo pratica ogni anno e sempre con supervisione. “Alla fine del ciclo di digiuno mi ritrovo sempre piena di energia, riesco a lavorare senza pause, a conciliare una tournée di teatro con delle riprese televisive, riesco a imparare i miei testi con una facilità incredibile e mi sento testa, anima e corpo leggeri.”
ll digiuno non significa patire la fame. Chi decide praticare il digiuno - sempre però sotto controllo di un supervisore qualificato - può consumare all’incirca 500 calorie al giorno, in forma di tisane, brodi vegetali e spremute o centrifughe. Bere tanta acqua è molto importante, come anche il movimento all’aria aperta.
Anche la ricerca sul cancro si occupa del tema del digiuno. Da alcuni anni sono stati iniziati dei test negli Stati Uniti presso l’Università di Los Angeles sotto la guida del professore Valter Longo e anche alla Charité di Berlino con pazienti sottoposti a chemioterapia che praticano un digiuno di 36 ore prima del trattamento e poi fino a 24 ore dopo la somministrazione dei preparati citostatici. I primi risultati parlano di un effetto positivo sul quadro ematologico, inoltre anche il classico quadro degli effetti collaterali quali affaticamento, debolezza e nausea sembra attenuarsi.
Gli scienziati pensano che il digiuno temporaneo rafforzi il sistema immunitario e che soprattutto la riduzione di zuccheri danneggi le cellule cancerogene rendendo più efficace l’azione dei citostatici. Le prime pubblicazioni scientifiche a riguardo non usciranno prima del 2019.
Andrea Ciro Chiappa è comunque convinto assertore dell’effetto positivo del digiuno preventivo, anche per quanto riguarda le malattie tumorali. “Bisogna immaginarsi il nostro organismo come un frigo pieno. Accanto agli alimenti freschi ce ne sono anche di scaduti. Il digiuno fa ordine, elimina quanto è scaduto, libera energia creativa per corpo e anima, rafforzando il sistema immunitario.“
Anja Kruse, Andrea Ciro Chiappa, Georg Reider, Ulrich Seitz