Buono e sano col Dr. Michael Kob

Ravioli agli asparagi e tofu

Poche calorie tante vitamine
La ricetta è vegana, vegetariana, priva di colesterolo e di lattosio. Gli asparagi sono una verdura molto sana, ipocalorica, ma ricca di importanti sali minerali come il Calio e vitamine (vitamina A, E, K). Il Tofu è un alimento ricco di proteine ed è un derivato della soja. Ha un gusto neutro e può quindi essere impiegato in vari modi.
Ingredienti (per 4 persone):


Per la pasta:
200 gr di farina di grano duro
1 cucchiaio di olio di oliva
1 cucchiaio di maizena e fecola di patate
½ cucchiaio di sale
100 ml di acqua calda


Per il ripieno:
200 gr di asparagi
80 gr di tofu
una pizzico di sale
pangrattato
sale per l’acqua di cottura
margarina o olio d’oliva
Preparazione:
1.
Mescolare la farina di grano duro con il sale e la fecola, l’acqua calda e l’olio d’oliva e impastare fino ad ottenere un impasto eleastico. Formare una pagnotta, avvolgerla con la pellicola e tenerla almeno 30’ in frigorifero.
2.
Nel frattempo lavate bene gli asparagi, sbucciateli e togliete le estremità dure. Cuocerli in acqua bollente o al vapore per almeno 15 minuti.
3.
Tagliare gli asparagi in piccoli pezzi e passarli con il frullino ad immersione assieme al tofu sbriciolato e un pizzico di sale. Se il ripieno risultasse troppo liquido, aggiungere un po’ di pangrattato; se fosse troppo secco diluirlo con un po’ d’acqua (o latte di soja).
4.
Togliere la pagnotta di pasta dal frigo e tagliarla in quattro parti. Distendere con un mattarello ogni parte su una superfice infarinata in modo da ottenere dei rettangoli di sfoglia sottile oppure passare la pasta con la macchina fino ad ottenere delle sfoglie di ca 2-3 mm di spessore.
5.
Mettere un cucchiaino di ripieno a una distanza di ca 4 cm su due rettangoli di pasta. Spennellare d’acqua i margini dei rettangoli di pasta e coprirli con le altre due sfoglie. Schiacciare con le dita i bordi intorno ai ripieni e tagliare con una rotella o con uno stampo per ravioli (a una tazzina da caffè) i singoli ravioli. Schiacciare ancora una volta bene i bordi e mettere i ravioli su una superfice infarinata.
6.
Cucinarli a fuoco basso per ca 4-5 minuti in acqua salata. Toglierli delicatamente dall’acqua con una schiumarola e distribuirli sui piatti.
7.
Condirli con un po’ di margarina fusa o olio d’oliva e decorare con delle punte d’asparago.
I ravioli così realizzati possono essere anche congelati e utilizzati successivamente. Per cuocerli, immergerli ancora congelati direttamente nell’acqua bollente.
La Soia non è cancerogena!
La soia e i suoi derivati (latte di soia, Tofu, Tempeh, Miso) contengono i cosiddetti isoflavonoidi, delle sostanze simili agli ormoni che hanno un effetto equilibrante sulla produzione di estrogeni. La convinzione che gli isoflavonoidi favoriscano e stimolino il cancro al seno è purtroppo ancora molto diffusa. È stato infatti dimostrato che non è così. Un consumo moderato di prodotti di soia durante un trattamento ormonale può al contrario diminuire i disturbi simili a quelli della menopausa e contrastare il rischio di recidive.
Dr. Michael Kob dietologo

Tema

I Colloqui sul Tumore a Brunico

"Il cancro non è una storia di medici ma di pazienti!"
"Lei ha un tumore!" Più di 2.000 persone all’anno in Alto Adige si devono confrontare con questa diagnosi. Quattro parole che capovolgono l’esistenza da un momento all’altro. Cancro – come prevenirlo, come curarlo e come conviverci, ecco il tema dei Primi Colloqui sul Tumore a Brunico, il 3 febbraio scorso.
Nel 2030 ci saranno 21 milioni di malati di tumore in tutto il mondo, oggi ce ne sono 15 milioni. All’anno sono più di 2.000 i nuovi casi in provincia, ma il numero dei decessi è in calo. Nella maggior parte dei casi, e questo è un fatto, il cancro non è più una condanna di morte. E questo ancora di più se noi modifichiamo il nostro stile di vita e se prendiamo sul serio la prevenzione e tutti gli screening offerti dal servizio sanitario. Il dr. Christoph Leiter, direttore del Day Hospital oncologico di Brunico, e l’avvocato Andreas Leiter che insieme a L'ATAA e a mamazone hanno organizzato questo evento in concomitanza con la giornata mondiale del cancro, il 4 febbraio, hanno subito messo in chiaro questo fatto. I Primi Colloqui sul Tumore a Brunico sono stati un successo e hanno dimostrato quanto sia attuale questo tema. La sala del centro UFO era gremita fino all’ultimo posto, il programma fitto. Il pubblico, formato da (ex) malati e persone semplicemente interessate al tema, ha seguito con grande attenzione le relazioni degli specialisti e le due interviste con i pazienti, Walter Lücker e Zerina Pilav, che hanno racontato la loro storia alla giornalista Verena Duregger.
Un fatto è stato sottolineato diverse volte: il cancro va combattuto in squadra. La miglior arma si chiama interdisciplinarietà. Medico di base, oncologo, specialista, radiologo, personale sanitario e onco-psicologo affrontano questa guerra fianco a fianco con il paziente, con al centro il paziente. “Il cancro non è una storia di medici, ma la storia dei pazienti!”
Da quest’ottica era ovvio che toccasse ad un paziente aprire la conferenza. Walther Lücker, alpinista e giornalista sul palco con Verena Duregger per raccontare la sua esperienza con la malattia.Ad occuparsi dei diversi ambiti importanti nella terapia del cancro erano il dr. Hannes Nösslinger del reparto di dietologia dell’ospedale di Merano, il primario di chirurgia dell’ospedale di Brunico, il dr. Günther Sitzmann, il direttore di radioterapia a Bolzano, il dr. Martin Maffei, il primario di ginecologia dell’ospedale di Brunico, il dr. Martin Steinkasserer, il dr. Anton Huber, onco-psicologo all’ospedale di Brunico. Infine Tobias Hürter, filosofo e vicedirettore della rivista “Hohe Luft“ che ha tentato un approccio filosofico al tema della malattia tumorale.
Sinistra: Walther Lücker intervistato da Verena Duregger: "Prendete la prevenzione sul serio!"– Destra: Zerina Pilav: 22 anni, fiducia totale nei medici e sempre pensare in positivo
I pazienti
Walther Lücker: "Non arrendersi mai"
Ha scalato tante cime e montagne altissime nel corso della sua vita, il giornalista-alpinista Walther Lücker, da solo o in compagnia, per esempio di Hans Kammerlander. La cima più difficile l’ha affrontata l’anno scorso. “Lei ha un tumore.“ Quattro parole che l’hanno fatto precipitare in un crepaccio. Le lettere con l’invito all’esame del sangue occulto le ha ricevute ogni anno e puntualmente cestinate. All’epoca la prevenzione gli sembrava qualcosa per gli altri, di sicuro non per uno come lui, sempre a contatto con la natura. Forte. Oggi si impegna per fare pubblicità per la prevenzione. Un tumore al colon con metastasi al fegato. Due operazioni, la prima con un percorso drammatico. A seguire, la chemioterapia e la terapia con anticorpi.
Qualche settimana prima dell’operazione si è ritirato in montagna per fare il punto della situazione. È stata soprattutto la domanda del perché che non ha lasciato pace al sessantottenne, che nel 2001 ha deciso di trasferirsi in Alto Adige. Guardandosi indietro, oggi vede soprattutto i medici e il personale sanitario, la loro empatia. “Non mi sono mai sentito abbandonato, e non mi sono mai arreso“, racconta Lücker a Verena Duregger. “Io non perderò i cappelli e non avrò nausee mi sono detto prima delle 16 chemioterapie e così è stato!” Qualche effetto collaterale lo ha subito lo stesso, sangue dal naso, insonnie, lacrimazione eccessiva…il prezzo da pagare per guarire. “Ma sicuramente non sono qui per tener lezione“, ha continuato Lücker. Una cosa però sì, e qui si è rivolto soprattutto ai (pochi) uomini presenti in sala, nemmeno un quinto del pubblico: “Prendete la prevenzione e gli screening sul serio!”

Zerina Pilav: "L’ovvio che diventa una conquista"
Una bella ragazza, sicura di sé e con un sorriso luminoso. Zerina Pilav, 22 anni e idee molto chiare. Per esempio sulle parole bandite dal suo vocabolario: palliativo, terminale e anche compassione. Il suo motto è “Fuck cancer“ e non sopporta di dover programmare con largo anticipo come passare il suo tempo. “Il momento giusto è sempre quello che sto vivendo. Adesso.” Nel 2015 Zerina ha perso la madre, morta di tumore.
Qualche mese dopo, dopo essere stata diverse volte al pronto soccorso e sempre stata mandata a casa, perché si pensava che il suo malessere fosse dovuto al lutto, la diagnosi: un angiosarcoma, un tumore all’interno del cuore, incidenza meno dello 0.05%. La sua vita di oggi consiste in tante piccole conquiste. Andare da sola in macchina alla chemioterapia per esempio. Il suo atteggiamento verso tutti i tipi di terapia è positivo, e la sua fiducia nei medici è totale. L’ospedale e il Day Hospital sono diventati la sua seconda casa. Il dottor Christoph Leitner, direttore del Day Hospital per lei è un faro. Nessuna distanza è troppo lontana per lei. Brunico, Innsbruck, il centro Nazionale di Adroterapia a Pavia …16 sedute di radioterapia già concluse. Zerina sprigiona ottimismo e raccontando la sua storia vuole incoraggiare altri malati. Non si lamenta e prende la vita con tutte e due le mani, sicura del supporto da parte dei suoi medici e di suo marito. Il giorno della diagnosi il suo Fabi le ha chiesto di sposarlo, all’inizio di quest’anno le nozze. Quando è possibile viaggiano, nell’album di fotografie di Zerina ci sono immagini di lei un po’ ovunque: a New York, a Miami, città europee e la prossima meta sarà il Messico.
“Carpe diem, io vivo e mi godo il momento.“ Una foto mostra lei con suo marito che le scrive ”ti amo“ sulla testa nuda. Zerina ha perso i capelli, ma si è inventata un gioco con le parrucche, ci tiene a farsi vedere e a sentirsi bella. Come ultima domanda Verena Duregger vuole sapere qual è il suo più grande desiderio. Non c’è dubbio: “Tempo!”
Tavola rotonda con gli specialisti: Da sx.: Dr. Christoph Leitner, dr. Martin Steinkasserer, dr. Martin Maffei, dr. Günther Sitzmann e Verena Duregger

I medici

Dr. Christoph Leitner: È un privilegio poter lavorare con i malati oncologici
Come direttore del Day Hospital vive a strettissimo contatto con i suoi pazienti. Il dr. Christoph Leitner, organizzatore e moderatore dei 1° Colloqui sul cancro a Brunico, ha accennato ad un tema spesso dimenticato quando si parla di cancro. Come vivono medici e personale sanitario il contatto quotidiano con persone malate di tumore? È un privilegio lavorare in ambito oncologico, ribadisce Leitner, “Ma è importante anche per noi avere un supporto.” Se lo danno a vicenda, parlando con degli (onco) psicologi e anche parlando con i loro pazienti. “Il mio lavoro è molto gratificante. Molto facile quando va bene, ma estremamente difficile quando va male.” La cosa più importante, sottolinea Leitner, è la totale sincerità nel rapporto con i pazienti.

Dr. Hannes Nösslinger: "Sarebbe così semplice…"
In fondo sarebbe davvero semplice. Mangiare solo cibi freschi, preparati con riguardo, senza grassi, con poco sale. Frutta e verdura in abbondanza, poca carne, soprattutto bianca, pesce, poco alcool e tanto movimento, possibilmente all’aria aperta. Chi vive così previene tante malattie, non solo il tumore: diabete, malattie cardio-vascolari e altre patologie. Dalla fine della seconda guerra mondiale, spiega l’alimentarista Nösslinger, il consumo di carne è triplicato. Oggi ne vengono consumati in media tre etti a persona al giorno mentre non dovrebbero essere più di cinque etti a settimana. L’obesità è l’epidemia del mondo occidentale, solo il 46% della popolazione europea non è sovrappeso. Il dr. Nösslinger ha anche smentito alcuni pregiudizi. La presenza di pesticidi ed erbicidi o di additivi negli alimenti non è di per sé cancerogena. Le vitamine B2, B6 e B12 e l’acido folico stabiliscono il DNA, ma in concentrazione elevata sono cancerogeni. “Bisogna sempre chiedere al medico prima di assumere integratori.”

Dr. Günther Sitzmann: Niente mezze verità e niente campana di vetro!
Ritrovamenti archeologici dimostrano che già nel 1.200 a. C. si curavano malattie tumorali. Ippocrate chiamava questo tipo di malattia karkinos = cancro. E il romano Aulus Celsus descrisse nel suo trattato medico del 25 d. C. dei gonfiori che dopo essere stati rimossi ricrescevano. Il primario di chirurgia dell’ospedale di Brunico, dr. Günther Pfitzmann, ha scelto come introduzione alla sua relazione sul concetto dell’approccio multidisciplinare un excursus storico. Il cancro sembra essere vecchio come l’umanità, con la differenza che secoli fa solo poche persone arrivavano ad un’età tale da poter sviluppare un cancro. In questo senso il cancro va visto in correlazione con lo sviluppo della medicina e l’aumento dell’aspettativa di vita. Oggi una diagnosi ed un programma di terapia sono sempre il risultato di numerosi esami e considerazioni effettuati da un team multidisciplinare, che redige per ogni paziente un profilo individuale. Tutti insieme, chirurgo, specialista, radiologo, patologo, onco-psicologo decidono insieme. “E insieme significa anche insieme al paziente, ha sottolineato Sitzmann. ”Non dobbiamo servire solo delle mezze verità ai pazienti o metterli sotto una campana di vetro.” E poi: “Il punto più importante nell’impostazione di una terapia è sempre la qualità di vita. Se ho un paziente di ottant‘anni che è in forma, posso operarlo nonostante la sua età, se questo aumenta la sua qualità di vita.”

Dr. Martin Maffei: La radioterapia che diventerà radiochirurgia
Nell’ambito di una terapia tumorale la radioterapia svolge un ruolo sempre più importante. Grazie agli acceleratori lineari è possibile indirizzare dei raggi sempre più potenti in modo sempre più preciso esattamente sulla lesione neoplastica senza che venga compromesso il tessuto sano. “I raggi danneggiano il patrimonio genetico delle cellule. Una cellula sana è in grado di riparare questi danni, una cellula tumorale invece no“, ha precisato il dr. Maffei, direttore del servizio di radioterapia alla Clinica Bonvicini Bolzano. La radioterapia sta sostituendo sempre di più le cure finora tradizionali dei tumori, diventando unica terapia per combattere determinati tumori e metastasi (dove un intervento chirurgico è impossibile), ma anche nel caso di tumori benigni, di infiammazioni acute e croniche o in modo palliativo nella terapia del dolore. Radioterapia a fasci esterni, radioterapia con tecnica 3 D, radioterapia stereotassica ad intensità modulata, acceleratori di ioni e di protoni… sta al medico spiegare al paziente di cosa si tratta esattamente. Una cosa è certa: In futuro la radioterapia diventerà sempre più radiochirurgia.

Dr. Martin Steinkasserer: Il cancro non è il male assoluto!
In Austria e anche in Alto Adige muoiono più persone all’anno di suicidio che donne per un tumore al seno. Il tumore al seno, che è il più frequente tumore nelle donne è comunque meno frequente delle malattie cardio-vascolari. In modo un po’ provocatorio il dr. Martin Steinkasserer, primario di ginecologia all’ospedale di Brunico, ha fatto ragionare il pubblico su queste affermazioni. “Grazie alla prevenzione e agli screening, oggi ogni donna può vincere il tumore al seno! Bisogna riconoscere“, ha ribadito Steinkasserer, „che le donne sono più furbe degli uomini! Conoscono meglio il loro fisico e prendono più sul serio la prevenzione.” Il tumore al seno a differenza del tumore alle ovaie è ben diagnosticabile in uno stadio precoce. Il primario ha invitato caldamente le ragazze ma anche i ragazzi a sottoporsi al vaccino contro il papillomavirus. Poi ha riconosciuto che anche se la prognosi è positiva, come nel caso di una diagnosi precoce, la consapevolezza di avere un tumore sia sempre uno shock per la paziente. “La paura di essere consumata da questa malattia, la paura dell’ospedale, dell’operazione, di un’eventuale invalidità, del cambiamento del fisico e della morte è sempre in agguato ed è compito del medico curante prendersi cura della paziente in questa situazione, di capirla e di sorreggerla.“

Dr. Anton Huber: Ogni crisi è sempre anche un’occasione
“Non ho nessuna competenza per parlare della morte, io parlo della vita ai miei pazienti!“ Questo è in breve il concetto di terapia dell’onco-psicologo dr. Anton Huber. Per questo la sua domanda preferita ai pazienti è: “Quanto bene sta lei?” Solo il 50-60% dei pazienti oncologici ha bisogno di una terapia onco-psicologica. Huber lavora seguendo il concetto delle risorse. È convinto del beneficio della terapia di gruppo e dell’auto-aiuto. A Brunico è supervisore di tre gruppi: Insieme al dr. Hartmann Aichner conduce il primo gruppo auto-aiuto per soli uomini, tutti malati di tumore alla prostata, “Der Baum“. Poi ci sono il gruppo “La mia seconda vita” e il gruppo di scrittura creativa di malati di tumore e pazienti del dolore. Il suo intento è portare i suoi pazienti ad una concezione realistica del loro stato e di aiutarli a venire a capo delle domande inevitabili, “Dove ho sbagliato e Perché proprio a me?” La paura, ha spiegato l’onco-psicologo al pubblico, “è la sorella gemella della speranza, un emozione vitale, che ci porta ad agire. Ogni crisi è sempre anche un’occasione.“ Anche se ci fa soffrire.
Sinistra: Dr. Hannes Nösslinger: "L'obesità è l'epidemia del mondo occidentale. La migliore prevenzione è mangiare sano!"– Destra: Anche l'assessora Martha Stocker è venuta a Brunico: "Chi vive in simbiosi con il suo fisico riesce a captare in anticipo dei segnali premonitori!"