Attuale

La pelle non dimentica

Settimana europea del melanoma: la prevenzione è la migliore difesa
In Alto Adige viene registrata la più alta incidenza di tumori maligni della pelle di tutta Europa. Con una diagnosi precoce la prognosi di guarigione è molto alta, tuttavia è meglio proteggersi dal tumore alla pelle. Nell'ambito del mese di maggio, mese della prevenzione dei tumori cutanei l’Assistenza Tumori Alto Adige ha informato su come prevenire il cancro della pelle.
La statistica parla chiaro e i numeri sono agghiaccianti: in Alto Adige viene registrata la più alta incidenza di tumori maligni della pelle di tutta Europa. In media un europeo su cinque sviluppa un tumore maligno della pelle nel corso della vita. In Alto Adige questa media scende a uno su quattro! Da notare che non stiamo parlando solo del melanoma ma di tutti i tumori maligni della pelle. Quindi anche del basalioma, la più frequente forma maligna dei tumori della pelle che non causa metastasi ma prolifera molto, causando dei veri e propri buchi nella pelle. E parliamo anche del carcinoma cutaneo spinocellulare, dopo il melanoma il tumore della pelle più pericoloso che si sviluppa soprattutto sulla cute danneggiata dal sole.
Uno dei motivi è sicuramente l’irraggiamento. L’Alto Adige conta molti giorni di sole all’anno. Ma non solo. Si presuppone che anche l’altitudine possa essere una delle cause. Come anche il fatto che gli altoatesini siano una popolazione “outdoor”. Proprio per questo bisogna imparare ad esporsi al sole in modo responsabile. Chi si espone in continuazione nelle ore più calde e senza protezione adeguata al sole, rischia. Tra le 11 e le 15 il sole diretto dovrebbe essere tabù.
Come stare al sole? Maglietta sottile, possibilmente a maniche lunghe, occhiali da sole, protezione solare adatta e – questo vale soprattutto per bambini e per uomini pelati o con capelli radi – un cappello. Ma attenzione! L’ombra da sola non basta. Anche all’ombra siamo esposti ai raggi ultravioletti dannosi. Un’ora senza protezione all’ombra corrisponde ad un quarto d’ora di sole diretto, spiega Schacher. “Per i bambini la crema solare mai sotto il fattore 50 e mai completamente nudi al sole. I bambini vanno assolutamente protetti nel modo migliore. E ci devono pensare gli adulti!”
Infatti la generazione dei trentenni e quarantenni di oggi è molto a rischio, proprio quella generazione di bambini che correvano nudi e abbronzati su è giù per le spiagge e per le piscine. Ci vogliono infatti tra i venti e i trent’anni perché si facciano vedere i danni genetici riportati e perché si formino i tumori.
Il solarium non è un’alternativa per chi non può fare proprio a meno della tintarella - sarebbe come andare volontariamente alla ricerca del tumore. In Europa già da qualche anno l’uso è vietato ai minori di 18 anni.
Le visite di controllo da solo non bastano per evitare il tumore della pelle, perché si tratta di una prevenzione secondaria, cioè aiuta a scoprire il tumore in uno stadio precoce, prima che si siano sviluppate delle metastasi. A partire dai 35 anni è consigliabile farsi visitare da un dermatologo almeno ogni due anni, ma inoltre bisogna auto-controllare la propria pelle e i nei.
È importante sapere che lesioni pigmentate irregolari vanno fatte controllare dagli specialisti. Esiste la cosiddetta regola dell’ABCD che può aiutare i profani a individuare le lesioni che potrebbero essere pericolose.
A asimmetria
B bordi
C colori
D diametro


Una lesione asimmetrica, o con bordi irregolari, o con più colori, o di dimensioni > 5 mm, o che si evolve, è una lesione che merita un controllo dermatologico. La presenza di una di queste caratteristiche non vuol necessariamente dire che siamo di fronte ad un melanoma, si tratta però di un campanello d’allarme che deve spingere a controlli accurati.
Ogni cambiamento della pelle come prurito o sanguinamento, arrossamento improvviso persistente o ruvidità, potrebbero indicare altre forme di cancro della pelle come il basalioma o il carcinoma cutaneo spinocellulare.
Solo una visita dal medico di famiglia o dal dermatologo può dare certezza e togliere ogni dubbio con la possibilità di curare il tumore della pelle in tempo.

Attuale

Un cuore grande

Dal 2008 Ferdinand Seiwald ha donato quattro buoi all’Assistenza Tumori
È proprietario di autobus, contadino, allevatore, ha una passione per i cavalli, il 30 marzo 2011 è stato nominato altoatesino del giorno da Radio Südtirol 1 e ha un gran cuore! Ferdinand Seiwald, del maso Gruber di Colle di Dentro in Val Casies, ha donato già quattro volte all’Assistenza Tumori l’incasso per la vendita all’asta di un bue a S. Lorenzo.
È un uomo orgoglioso. Ferdinand Seiwald è orgoglioso dei suoi buoi, dei quattro cavalli norici, dei finimenti tipici per la monticazione che custodisce a casa in una vetrina di vetro sotto la scala in entrata. Dell’impresa di trasporti che ha creato dal nulla e che oggi copre tutto il trasporto locale dalla Val Casies a San Candido e Brunico e del fatto di avere la stessa età di Luis Durnwalder. Si alza come sempre alle cinque di mattina per andare in stalla. E non traspare assolutamente che questo robusto 76enne abbia subìto in febbraio la frattura del collo del femore.
In questo momento in stalla ha tredici capi da macello e sette buoi che passeranno l’estate alla Kämpferalm a 2.100 m. Da due anni non tiene più bestie da latte. Ma in stalla c’è comunque sempre molto da fare.
Ogni tre anni Ferdinand Seiwald dona in beneficenza un bue per l’Assistenza Tumori. La prima volta è stato nel 2008. Il bue venne battuto all’asta per 7.400 euro. Nel 2011 per 7.350 euro, nel 2014 per 10.000 e quest’anno si è raggiunto il record a quota 10.396,98 euro. “La carne“, dice con entusiasmo Ferdinand Seiwald, “è così tenera che la si taglia senza coltello!“
Ferdinand Seiwald viene da una famiglia numerosa. Erano undici figli, di cui due coppie di gemelli, e, a parte il più vecchio, tutti gli altri sono ancora in vita. Nella bella stube rivestita di legno sono appese le foto dei genitori, dei fratelli e delle sorelle. “Quando iniziavano le doglie – ricordaSeiwald - il papà attaccava il cavallo per correre a prendere l’ostetrica.“ Quando ritornava, il più delle volte era già tutto finito. Altri tempi!
Ferdinand Seiwald nella stalla con i suoi buoi
Ferdinand Seiwald è un uomo di solidi principi. Non parla senza pensare, ma riflette su ogni parola. Gli piacciono i proverbi, la saggezza contadina e li fa propri. “Aiuta gli altri e verrai aiutato“, è ad es. uno dei suoi modi di dire. Oppure: “Se gli altri stanno bene, allora sto meglio anch’io“. Oppure ancora: “Se ho mangiato, questo non significa che gli altri siano sazi.“ E vive secondo questi principi. “Se mi guardo attorno e vedo che uno ha il cancro, un altro ce l’ha per la seconda volta, e altri ne muoiono, allora penso: io sto bene e se dono in beneficenza un bue, ho sempre ancora tutto quello che mi serve; ma posso aiutare dove c’è bisogno!“ E in beneficenza viene dato sempre il bue più grande! È una questione d’onore.
I buoi della Val Casies devono trascorrere almeno due estati sull’alpeggio prima di poter essere venduti e non possono avere più di 36 mesi. L’asta di Pasqua dei buoi che si tiene in marzo a S. Lorenzo, è ogni volta una festa e in molti vi accorrono anche solo per guardare.