Attuale
Sentirsi a casa in ospedale
La mostra del corso pittura per pazienti di radioterapia alla clinica Bonvicini
“Mi sono sentita subito a casa, qui alla clinica Bonvicini”, dice Christine Völser, in rappresentanza dei partecipanti al corso pittura del reparto radioterapia. In casa e non alla clinica Bonvicini! Un bel complimento per questa iniziativa nell’ambito dell’oncologia integrativa.
Christine Völser ringrazia
Proprio una festa. Tante persone, vestite in modo elegante e con un bicchiere di spumante in mano, un vero vernissage. Al punto che chi entrava venerdì 17 giugno nel corridoio del reparto di radioterapia della clinica Bonvicini aveva l’impressione di trovarsi in una galleria d’arte.
Per l’ultima volta prima di lasciare il suo incarico Ulrich Seitz, direttore dell’ufficio ospedali, ha fatto gli onori di casa e invitato a questa bella serata. Il suo sentito ringraziamento è andato a Sigrid Trojer che con passione e competenza ha accompagnato i partecipanti in questi mesi di avvicinamento alla pittura ed è andato infatti a tutti i pazienti della radioterapia che hanno aderito a questa iniziativa. “Le loro opere che possiamo ammirare questa sera”, diceva Seitz, “sono la prova che dall’esperienza negativa del tumore possono uscire gioia, forza e creatività.”
Anche l’assessora Martha Stocker ha ribadito lo stesso concetto. Il cancro è sempre legato a momenti di disperazione, di tristezza e di dolore, ma allo stesso tempo può far nascere speranza, fiducia e creatività. “E tutti questi quadri così pieni di colore e di gioia di vivere ne sono la prova.”
Il dottor Paolo Bonvicini, titolare della clinica Bonvicini che da diversi anni ormai ospita il reparto di radioterapia dell’ospedale di Bolzano, è un convinto fautore dell’oncologia integrativa. “Sicuramente andiamo avanti in questa direzione”, diceva presentando già una parte del programma autunnale, sempre per i pazienti di radioterapia e le loro famiglie. Ci saranno incontri del tipo onco-psicologico per coppie per dare conforto in questo momento non facile per il loro rapporto. Barbara Sartoni della UISP comincerà con un corso di terapia del movimento in collaborazione con Valentina Vecellio di Merano. E altro ancora.
È fondamentale offrire ai pazienti anche un aspetto ludico-umano nel quotidiano clinico, ha sottolineato il dottor Martin Maffei, direttore del reparto di radioterapia. Aiuta i pazienti a sopportare meglio le cure. Il suo particolare ringraziamento è andato a Anita e Anna che per la clinica Bonvicini hanno curato la parte organizzativa del corso di pittura, prendendosene cura con il cuore.
Per l’artista Sigrid Trojer è stata la prima volta che ha lavorato con malati di tumore. Un’esperienza profonda e intensa. “Non solo i partecipanti se ne sono tornati a casa pieni di colore e di sensazioni positive”, ha ribadito, “ma anch’io.”
A fine serata Valentina Vecellio e le sue “ragazze” del corso di terapia di movimento di Merano, hanno dimostrato agli ospiti rquanto positivo sia l’effetto di questa terapia. Il loro intermezzo scherzoso è stata la dimostrazione di quanto sia importante il movimento, l’aerobica, il bodybuilding, la coordinazione e la flessibilità soprattutto per le pazienti ginecologiche nella fase postacuta della terapia tumorale.
Per l’ultima volta prima di lasciare il suo incarico Ulrich Seitz, direttore dell’ufficio ospedali, ha fatto gli onori di casa e invitato a questa bella serata. Il suo sentito ringraziamento è andato a Sigrid Trojer che con passione e competenza ha accompagnato i partecipanti in questi mesi di avvicinamento alla pittura ed è andato infatti a tutti i pazienti della radioterapia che hanno aderito a questa iniziativa. “Le loro opere che possiamo ammirare questa sera”, diceva Seitz, “sono la prova che dall’esperienza negativa del tumore possono uscire gioia, forza e creatività.”
Anche l’assessora Martha Stocker ha ribadito lo stesso concetto. Il cancro è sempre legato a momenti di disperazione, di tristezza e di dolore, ma allo stesso tempo può far nascere speranza, fiducia e creatività. “E tutti questi quadri così pieni di colore e di gioia di vivere ne sono la prova.”
Il dottor Paolo Bonvicini, titolare della clinica Bonvicini che da diversi anni ormai ospita il reparto di radioterapia dell’ospedale di Bolzano, è un convinto fautore dell’oncologia integrativa. “Sicuramente andiamo avanti in questa direzione”, diceva presentando già una parte del programma autunnale, sempre per i pazienti di radioterapia e le loro famiglie. Ci saranno incontri del tipo onco-psicologico per coppie per dare conforto in questo momento non facile per il loro rapporto. Barbara Sartoni della UISP comincerà con un corso di terapia del movimento in collaborazione con Valentina Vecellio di Merano. E altro ancora.
È fondamentale offrire ai pazienti anche un aspetto ludico-umano nel quotidiano clinico, ha sottolineato il dottor Martin Maffei, direttore del reparto di radioterapia. Aiuta i pazienti a sopportare meglio le cure. Il suo particolare ringraziamento è andato a Anita e Anna che per la clinica Bonvicini hanno curato la parte organizzativa del corso di pittura, prendendosene cura con il cuore.
Per l’artista Sigrid Trojer è stata la prima volta che ha lavorato con malati di tumore. Un’esperienza profonda e intensa. “Non solo i partecipanti se ne sono tornati a casa pieni di colore e di sensazioni positive”, ha ribadito, “ma anch’io.”
A fine serata Valentina Vecellio e le sue “ragazze” del corso di terapia di movimento di Merano, hanno dimostrato agli ospiti rquanto positivo sia l’effetto di questa terapia. Il loro intermezzo scherzoso è stata la dimostrazione di quanto sia importante il movimento, l’aerobica, il bodybuilding, la coordinazione e la flessibilità soprattutto per le pazienti ginecologiche nella fase postacuta della terapia tumorale.
Intervista al dottor Paolo Bonvicini:“Credo nell’oncologia integrativa”
Dott. Paolo Bonvicini
Il dottor Paolo Bonvicini è il responsabile della clinica privata Bonvicini. Da diversi anni la sua struttura ospita la terapia radiologica del servizio sanitario pubblico.
Martha Stocker: “Questa mostra è la dimostrazione che si possano trovare speranza , gioia e felicità anche nei momenti difficili della nostra vita.”Chance: La scienza ha fatto passi da gigante nel combattere il cancro, ma sembra che ci voglia anche altro...
Dott. Bonvicini: Oggi siamo in grado di offrire le migliori terapie ai nostri pazienti, seguiamo i protocolli più all’avanguardia e abbiamo a disposizione le apparecchiature più sofisticate. Ma tutto questo non basta. Dobbiamo offrire di più. Dobbiamo dare loro un sostegno umano e psicologico senza il quale anche la migliore terapia potrebbe fallire. E questo non solo a chi è malato ma anche a chi gli sta vicino.
Chance: La clinica Bonvicini è una struttura privata e lo stesso ospita già da diversi anni un reparto importante del servizio sanitario pubblico, la radioterapia.
Dott. Bonvicini: Lo spostamento del reparto di radioterapia da noi, in un ambiente privato, non è avvenuto per caso. Qui possiamo offrire ai pazienti un ambiente diverso da quello ospedaliero. Un ambiente più tranquillo, meno “clinico”, se capisce cosa intendo dire. Meno i pazienti tumorali debbano stare in ospedale, meglio è. Qui trovano un ambiente alternativo, più famigliare. La struttura è più piccola, non si sentono persi o in balia di qualche cosa che gli fa paura perché ricorda la malattia. Io credo nell’oncologia integrativa e credo che meglio collaborano i diversi partner, l’ospedale, gli oncologi, noi, il territorio, meglio possiamo accompagnare i pazienti nel loro ritorno alla normalità.
Chance: Quindi non si vede in concorrenza con il servizio sanitario pubblico come clinica privata?
Dott. Bonvicini: Assolutamente no. A parte che come si fa di parlare di concorrenza in un settore come il nostro? È l’opposto: noi siamo complementari, ognuno di noi può aiutare a modo suo e meglio ancora insieme per portare queste persone alla guarigione e a riprendersi in mano la loro vita.
Chance: Il corso pittura è stato solo un inizio?
Dott. Bonvicini: Un inizio molto positivo direi! Ci ha fatto capire che questa strada è quella giusta e che si può e bisogna fare di più. In autunno partiamo con una serie di iniziative che aiuteranno le persone a trovarsi a proprio agio presso la nostra struttura e che le incoraggeranno a vivere meglio il loro quotidiano. Iniziative indirizzati a chi è malato ma anche a chi sta vicino alla persona malata. Il servizio sanitario pubblico offre la miglior terapia acuta, noi come struttura privata possiamo sfruttare la nostra maggiore flessibilità per migliorare la fase postacuta.