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Un centro d’eccellenza in periferia

La ginecologia all’Ospedale di Brunico: senologia, fertilità ed endometriosi

Quello di Brunico non è un grande ospedale, ma tra i piccoli ospedali dell’Alto Adige è il più grande ed è l’unico degli ospedali periferici a poter effettuare ancora interventi chirurgici di tumore della mammella. Gravitano sulla struttura gli utenti della Val Pusteria ma anche della Val Badia e di Cortina, un bacino sufficientemente ampio per raggiungere gli standard previsti sia per numero di nuove diagnosi sia per numero di interventi, che sono cinquanta l’anno. Non possono però venire operati pazienti che richiedono un trattamento di onco-plastica.
La diagnosi, il trattamento e, eventualmente, anche il follow-up di patologie benigne e maligne della mammella sono fatte in stretta collaborazione con la Radiologia e, a livello provinciale, con i servizi di Patologia, Oncologia e Radioterapia. Anche il cancro alla cervice dell’utero, in una fase precoce, viene operato a Brunico. La ginecologia oncologica è certificata Iso, fra la diagnosi e il trattamento intercorrono meno di tre settimane. Prima della riforma della chirurgia tumorale in Alto Adige, erano cinque i chirurghi ad effettuare le operazioni al seno in reparto, ora ne è rimasto uno solo, il dottor Herbert Hanni ad arrivare ai 50 interventi richiesti dalla certificazione.
Il fulcro del reparto diretto dal primario, Dott. Bruno Engl, però è un altro. Brunico è l'unico centro pubblico di eccellenza in Italia per la diagnosi e il trattamento dell'endometriosi. Si tratta di una malattia comune, benigna, ma di solito molto dolorosa, in cui il rivestimento uterino fuoriesce della cavità uterina, nella pelvi, nei muscoli uterini o in organi adiacenti come intestino, vescica o anche polmone. Questa mucosa è soggetta alle stesse fluttuazioni ormonali durante il ciclo di quelle all'interno dell'utero e può crescere in modo tale da distruggere o danneggiare altri organi.
A circa il 40% delle donne con problemi di infertilità, è stata diagnosticata proprio l’endometriosi. E qui sta il secondo fulcro della ginecologia a Brunico. Il reparto dal 1993 è un centro per la cura della sterilità, certificata dal 2003 secondo la norma UNI EN 9001: 2008. "Centro di Medicina della Riproduzione e Crioconservazione di gameti"è il nome ufficiale. Il sessanta per cento delle coppie trattate proviene dall’ Alto Adige, l’undici per cento dal Trentino, il resto dal nord e centro Italia.
I numeri parlano da soli: 250 i trattamenti ormonali per inseminazioni, 260 cicli con embrioni congelati (crioconservazione) e 780 inseminazioni artificiali solo nel 2013. A Brunico anche lo sperma e i follicoli, o tessuto ovarico possono essere crioconservati, cioè congelati. E proprio in questo contesto, spiega il responsabile del programma sterilità, il dott. Johann - Georg Brugger, il reparto funziona anche con i malati di cancro.
Il cancro colpisce sempre più anche persone giovani. Cancro testicolare, linfoma, melanoma, leucemia colpiscono giovani donne e uomini ancor prima di aver potuto pianificare la loro vita familiare. Brunico offre un servizio di “pronto intervento” funzionale a questo tipo di patologie, perché a seconda del tipo di tumore, è necessario intervenire nel giro di pochi giorni per assicurare comunque la fertilità dei soggetti malati. A condizione però, che il paziente abbia una relazione stabile.

Prima dell'inizio della chemioterapia o radioterapia, è possibile rimuovere alle donne un campione di tessuto ovarico contenente follicoli non maturati per congelarlo a 196 gradi sotto zero in azoto liquido. Tuttavia, questa soluzione è possibile solo per le donne sotto i 35 anni.
Se il tempo a disposizione prima dell’inizio della terapia antitumorale è superiore alle tre settimane, la paziente può subire un trattamento ormonale e può far congelare ovuli maturi o embrioni. Gli uomini possono depositare lo sperma. Il tessuto ovarico viene rimosso attraverso laparoscopia, anche il prelievo delle uova è una procedura chirurgica in sala operatoria. In base al protocollo di trattamento, questi pazienti possono, dopo un periodo che va da due a quattro anni, effettuare una fecondazione in vitro e, quindi, essere sicuri che la salute del loro bambino non sia stata danneggiata da radiazioni o agenti citotossici.
La FIVET (fecondazione in vitro) e il laboratorio di criobiologia, le attrezzature dove vengono conservati i materiali congelati e le sale operatorie attrezzate per l'esecuzione delle tecniche chirurgiche mini-invasive, sono di ultima generazione e sempre tecnicamente aggiornati. Privacy e controllo assoluto sono prerequisiti per qualsiasi trattamento di fertilità. Sperma e uova di ciascuna coppia sono etichettati con codice a barre identico, che viene letto automaticamente in digitale durante la fecondazione in vitro. Se non c’è conformità è immediatamente dato l'allarme. La confusione è dunque da escludere.
Dietro i laboratorio per la fecondazione in vitro, ci sono su un tavolo delle piccole "incubatrici" per la maturazione embrionale. In quattro o cinque giorni l'ovulo fecondato matura a 37 gradi Celsius, fino a quando non è pronto per l'impianto o la crioconservazione. Ogni coppia può decidere se vuole impiantare uno o due embrioni. Per ottenere un buon embrione, dice il dottor Brugger, devono essere fecondati almeno sei ovociti. Gli embrioni fecondati possono essere riattivati per un’ulteriore gravidanza in un secondo momento. Il congelamento e lo scongelamento sono processi estremamente delicati.

In ogni trattamento di fertilità, il paziente deve essere seguito non solo dal medico, ma anche dallo psicologico; le coppie e le pazienti sono seguiti dalla psicologa del reparto, la dott.ssa Barbara Kaute.
Il reparto di ginecologia dell’ospedale di Brunico comprende anche un reparto maternità. Nel 2013 sono 604 i bambini nati a Brunico. Attualmente nel reparto operano dieci medici, tra cui sei medici specialisti, due assistenti medici che devono fare ancora l’esame specialistico, e due in formazione. Nel laboratorio FIVET lavorano due biologi e un assistente tecnico.
Il reparto di Ginecologia di Brunico ha un accordo con l'Università di Ferrara per la formazione specialistica e collabora con il Dipartimento di Andrologia presso l'Università di Padova in progetti di ricerca. Il servizio infermieristico del reparto è fornito da una ventina di infermieri e due assistenti: la coordinatrice del servizio infermieristico è la breastnurse Gabriele Auer, la sua vice è Petra Kircher.
Fino a nuovo avviso, i pazienti sottoposti a chemioterapia sono ancora curati in ginecologia. È responsabile di questi servizi Christine Erlacher. Qui ogni giorno si sottopongono a trattamenti di chemioterapia 3-4 pazienti, altri 5-6 sono trattate con bisfosfonati per rimediare alla perdita di massa ossea (osteoporosi) causata dalla terapia anti-ormonale (vedi articolo pag. 16, n. d. red.)
Le pazienti operate al seno vengono ricoverate in stanza assieme alle pazienti ginecologiche "generali". A parte la radioterapia, l'intero programma di follow-up è effettuato a Brunico. Su richiesta, la Ginecologia fa da tramite per contatti con altri centri in Italia nel caso le pazienti vogliono sentire altre opinioni estendendo il campo del confronto.
Dal mese di agosto inoltre, Brunico è collegato alle videoconferenze settimanali del tumorboard, in cui vengono discussi i casi e viene scelta collegialmente la terapia. In precedenza, questo veniva fatto attraverso il contatto diretto con il primario di Oncologia di Bolzano, Dr. Claudio Graiff.

Il chirurgo, dottor Herbert HanniIl chirurgo, dottor Herbert Hanni


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“Le nostre attrezzature sono al top!“

Intervista con il Primario di Ginecologia di Brunico, Dott. Bruno Engl

L’attività chirurgica in ambito oncologico è stata un po’ limitata dalla riforma della chirurgia tumorale in Alto Adige, ma il reparto di Ginecologia di Brunico è l’unico centro per l’endometriosi in Italia e uno dei pochi centri per la fertilità del Nord Italia.
Chance: Quello di Brunico è ancora considerato un ospedale di riferimento, anche se è il più piccolo...

Dott. Engl: Noi, come tutti gli altri ospedali specialistici in Alto Adige, continue-remo a operare al seno. Prima erano in cinque i chirurghi che eseguivano questi interventi. Oggi ogni chirurgo deve raggiungere la soglia dei 50 interventi in conformità agli standard di certificazione. Noi eseguiamo più o meno 50 interventi all'anno. Io preferirei personalmente avere diversi chirurghi esperti da utilizzare, con esperienza e che siano abituati a questo tipo di interventi. Io stesso mi sono ritirato, per lasciare posto a un team più giovane. Adesso è il Dr. Hanni che opera le pazienti affette da cancro al seno, e se lui non c'è, al suo posto c’è il dottor Brugger.
Chance: Quali sono le conseguenze più importanti della Riforma?
Dott. Engl: Temo che siamo diventati meno attrattivi per i medici più giovani, i numeri della certificazione spaventano...
Chance: Ma il suo è un reparto di spicco...
Dott. Engl: Le nostre attrezzature sono assolutamente al top! La laparoscopia, i sistemi per la crioconservazione, la telemedicina, l'intera attrezzatura di laboratorio sono conformi ai migliori standard. Inoltre siamo in grado di identificare il linfonodo sentinella tramite l’impiego di verde di indocianina (ICGA) risparmiando così alle nostre pazienti il passaggio in medicina nucleare a Bolzano il giorno prima dell’intervento.
Chance: La ginecologia oncologica non è comunque la vostra maggiore attività.
Dott. Engl: Il nostro pane quotidiano sono il trattamento dell'endometriosi, la diagnosi e la terapia. Siamo l'unico centro di eccellenza per questa patologia in tutta Italia. Stiamo lavorando in questo campo in modo interdisciplinare con l’urologia e la radiologia, siamo coinvolti in progetti di ricerca con diverse università e abbiamo a favore nostro numerose pubblicazioni durante tutto l'anno.
Chance: E siete l'unico centro per la fertilità in Alto Adige e uno dei pochissimi centri pubblici di questo genere nel Nord Italia.
Dott. Engl: Siamo il terzo più grande centro di questo tipo, ogni anno abbiamo dai 1.000 ai 1.300 casi. Questo settore sta diventando sempre più importante. In primo luogo, perché il desiderio di avere dei figli si è spostato più in là nel tempo, dal punto di vista anagrafico. In una donna di più di 30, 35 anni i problemi di fertilità non sono rari. In secondo luogo perché la fecondazione in vitro, e in particolare la crioconservazione di spermatozoi, ovuli e embrioni, dà un barlume di speranza ai giovani malati di cancro e in genere a persone giovani con patologie che per un certo periodo di tempo vengono trattati con farmaci molto forti, con corrispondenti effetti collaterali o con patologie che portano alla sterilità. Nel cancro, le possibilità di guarigione sono aumentate notevolmente grazie allo screening e alla diagnosi precoce. Il problema della fertilità è presente e bisogna affrontarlo dopo il completamento della terapia. Dal momento che in questi casi l’urgenza è importante e che la terapia del cancro deve iniziare il più presto possibile, abbiamo istituito un servizio di emergenza specialmente per questi casi.
Chance: La Corte Costituzionale Italiana il 9 aprile scorso ha emesso una sentenza che permette anche in Italia la feconda-zione eterologa, cioè con ovociti e spermatozoi donati in caso di sterilità di uno dei due partner della coppia.
Dott. Engl: Una decisione importantissima. Finora le coppie sterili dovevano recarsi all’estero per ricorrere alla fecondazione eterologa. Contiamo già più di 50 prenotazioni per i colloqui informativi in materia che inizieranno a metà novembre; colloqui in cui chiarire tutti gli aspetti di natura medica ma anche psicologici ed etici.
Chance: Che limite di età sarà previsto per le coppie che chiederanno una fertilizzazione in vitro eterologa? E si sa già da dove proverranno le donazioni?
Dott. Engl: Tutti questi dettagli dovranno essere decisi dalla giunta provinciale
entro la fine dell’anno per attuare la sentenza della Corte Costituzionale, dopodiché noi possiamo partire. Secondo me l’età sarà fissata a 45 anni per tutti i due i partner. Per quanto riguarda le donazioni, riceviamo già adesso molte mail da diversi centri operativi all’estero.
Chance: Qual è il tasso di successo della fecondazione artificiale?
Dott. Engl: Questo dipende da molti fattori, come per esempio l'età della donna: più ha superato la soglia dei 30 anni, più è difficile. Poi c’è il tipo di infertilità maschile, ecc. Poi bisogna distinguere tra la fertilizzazione in vitro e l’impianto di un embrione. Nella fertilizzazione in vitro il nostro tasso di successo è del 27 %, in Italia si gira attorno a 24 %, in Germania a 26 %! In confronto: Il tasso di successo in via naturale, cioè tramite un rapporto non protetto, si gira attorno a 15 – 20 %. Nel trapianto di embrioni umani invece, utilizzando tutte le opzioni terapeutiche, in media il tasso di successo è più alto, cioè del 60 - 80%.

Il primario, Dott. Bruno EnglIl primario, Dott. Bruno Engl