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PERCORSI DI LETTURA | 2015

Mo Yan
Le canzoni dell‘aglio
Nella provincia dello Shandong, in un luogo di fantasia chiamato ironicamente Tiantang, ossia Paradiso, i contadini si ribellano e prendono d’assalto la sede del distretto. L’esasperazione che li ha scatenati nasce dall’indifferenza e dagli abusi dei dirigenti del Partito che, dopo averli spinti a coltivare esclusivamente aglio a scapito di altre colture tradizionali, si mostrano poi incapaci di acquistarlo e, soprattutto, di trovare una soluzione per uscire dalla crisi che sia «dalla parte del popolo»; anzi, riattivano vecchi comportamenti di sfruttamento feudale. L’aglio che marcisce invenduto sotto i cocenti raggi del sole esala un tanfo di putrefazione che avvolge tutto il romanzo, come una grande metafora. Alla vicenda politica (realmente accaduta), si accompagna quella privata dell’infelice amore fra Gao Ma e Jinju, che è stata promessa in sposa a un uomo anziano e malato per permettere a suo fratello maggiore, che è zoppo, di trovare a sua volta una moglie.
La glasnost politica, iniziata dal segretario del Partito Hu Yaobang, contro la corruzione e per la democrazia, si concluderà tragicamente con la repressione del 4 giugno 1989. Anche la rivolta descritta nel romanzo sarà brutalmente repressa, e alla fine resterà soltanto la lingua protocollare della ritualistica di Partito a decretare la verità dei fatti avvenuti.
[10 4 CIN MO - 4180007391] Mo, Yan
Le canzoni dell‘aglio / Mo Yan
a cura di Maria Rita Masci
Torino: Einaudi, stampa 2014
[4], 361 p.; 23 cm
Tit. orig.: Tian tang suan tai zhi ge
ISBN 978-88-06-21854-6
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