Il lavoro nero è il tema scelto dalle autrici che approfondiscono numerosi aspetti della problematica, come ad esempio l’elemento sociale ed economico. Creano un collegamento tra l’individuo e la società, tra il presente e il futuro. La giuria ha apprezzato molto il messaggio chiaro con il quale le autrici dimostrano anche lungimiranza, soprattutto se si considera la loro età. La comprensione della problematica è adeguata e le conclusioni corrette e coerenti.
Alla giuria è piaciuto in particolare l’equilibrio tra analisi e stile di scrittura personale: dopo un’illustrazione essenziale della situazione le autrici traggono infatti le proprie conclusioni prendendo una loro posizione. Piacciono inoltre l’atteggiamento fondamentalmente positivo e l’evidenziazione della propria responsabilità verso la vita lavorativa e il futuro.
La realizzazione è riuscita e le autrici hanno creato un’opera molto espressiva con un riferimento attuale. Lo stile minimalistico dei disegni e le descrizioni essenziali sono originali e adeguati.

La scultura del piccolo gruppo simboleggia una visione molto ironica del futuro. La descrizione della situazione dell’individuo che a causa dell’ambiente distrutto non può più lasciare la propria abitazione, che viene alimentato con sondini e lavora dalla propria amaca, è pienamente riuscita.

La giuria elogia in particolare la forza espressiva dell’opera, l’estremismo e la fantasia nella creazione. Tra comodità apparente e completa solitudine le autrici si occupano degli effetti del progresso tecnologico, della digitalizzazione e dell’automazione sulla nostra vita e sul nostro lavoro. La scultura rispecchia l’assurdità di un mercato del lavoro che non ha più bisogno di forza lavoro umana.

Con questo lavoro le autrici illustrano gli sviluppi attesi e le loro possibili conseguenze. A parte questo non prendono però nessuna posizione e non propongono soluzioni e nemmeno conclusioni personali.