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Diritti e doveri dei lavoratori |

Copertura previdenziale e previdenza integrativa
La copertura previdenziale è una delle principali colonne del sistema di assicurazione sociale. Deve garantire agli anziani una vita senza preoccupazioni sostituendo al raggiungimento dell’età pensionabile il reddito da lavoro con una pensione. I contributi previdenziali degli occupati vengono versati all’INPS (Istituto Nazionale della Previdenza Sociale) ed utilizzati per liquidare le pensioni. La base economica dell’assicurazione previdenziale obbligatoria è il cosiddetto contratto generazionale, grazie al quale i lavoratori di oggi finanziano con i loro contributi le pensioni dei pensionati, nell’attesa che la generazione futura assicurerà anche a loro le pensioni. L’attuale andamento demografico evidenzia però che in futuro calerà la quota di giovani che potrebbero finanziare le pensioni di domani. Per questo motivo è stato necessario innalzare più volte l’età pensionabile nel corso degli ultimi decenni, cambiando anche la base imponibile per la maturazione del diritto alla pensione.
La legge n. 214 del 22/12/2011 ha introdotto numerose novità:
Il calcolo della quota pensionistica viene effettuato a partire dal 1° gennaio 2012 solamente secondo il sistema contributivo.
Sono necessari almeno 20 anni di contributi per poter percepire una pensione di vecchiaia al raggiungimento dell’età pensionabile.
Donne e uomini occupati nel servizio pubblico percepiscono a partire dal 1° gennaio 2012 la pensione di vecchiaia solamente a partire dai 66 anni, dal 2021 in poi a 67 anni.
L’età pensionabile delle donne occupate nel settore privato viene gradualmente innalzata (pensione di vecchiaia a 66 anni a partire dal 2018).
L’età pensionabile degli uomini occupati nel settore privato viene innalzata a 66 anni a partire dal 1° gennaio 2012.
L’età pensionabile di uomini e donne occupati nel settore privato viene innalzata a 67 anni a partire dal 2021.
La pensione di anzianità viene abolita e sostituita dalla pensione di vecchiaia anticipata (con innalzamento graduale degli anni di contribuzione).

I requisiti per aver diritto alla pensione sono inoltre:
vantare almeno 20 anni di contribuzione,
vantare un minimo di contributo versati e
terminare il rapporto di lavoro.
Ai fini del calcolo della pensione si considerano, oltre ai periodi effettivi di lavoro, anche i cosiddetti periodi figurativi che comprendono ad esempio periodi di malattia ed infortunio, gravidanze e maternità (anche facoltativa), e periodi coperti da indennità di disoccupazione.
L’INPS e gli altri enti previdenziali gestiscono per ogni assicurato un conto personale. I periodi di contribuzione vengono archiviati in base al rispettivo numero assicurativo. Chi volesse verificare il proprio conto può richiedere al proprio ente previdenziale un estratto conto assicurativo.
Dopo la riforma previdenziale del 1995 è chiaro che la pensione statale non basterà più per garantirsi durante la vecchiaia un reddito sufficiente che ci assicuri lo standard di vita abituale. Già alla fine del secolo scorso è stato creato il quadro legislativo necessario per costituire fondi previdenziali integrativi (ad esempio il Laborfonds). Le persone iscritte ai fondi percepiscono dopo il loro pensionamento una pensione integrativa che va ad aggiungersi a quella prevista per legge. I lavoratori possono aderire al Laborfonds versando il trattamento di fine rapporto e possono eventualmente anche aumentare il loro contributo. I singoli contratti collettivi stabiliscono l’entità del contributo a carico del datore di lavoro e l’importo minimo che deve versare il lavoratore.
STICHWORT
„previdenza“ e „previdenza complementare“ in Wikilabour:
www.wikilabour.it/Previdenza.ashx
www.wikilabour.it/pensione%20di%20vecchiaia.ashx#Sistema_di_calcolo_6
www.wikilabour.it/Previdenza%20complementare.ashx
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